SAN FEDELE INTELVI
Cento anni di trasporto pubblico in Valle d’Intelvi. La storia dei trasporti nel comprensorio intelvese, iniziata un secolo fa, è legata alla nascita della filovia San Fedele – Argegno.
Era il mese di febbraio del 1908 quando fu costituito un comitato promotore del trasporto a mezzo di automobili elettriche e filo aereo (così venivano chiamate allora), che andavano a sostituire, almeno in parte, i carri a traino tirati da buoi, muli e cavalli per il trasporto di merce e derrate alimentari e per quello delle persone, da secoli utilizzati in tutta la valle. Un progetto – detto e fatto – che venne realizzato in breve tempo sull’esempio di quello di Ivrea, e che doveva riguardare tre tronchi: Argegno – San Fedele, San Fedele – Lanzo e San Fedele – Casasco. Furono previsti tre carrozze e un ricovero per le vetture, e vennero fissati tariffe e orari. Si dovette però poi attendere il mese di giugno del 1909 per vedere in funzione la prima carrozza – filovia, che collegava il Comune di Argegno con il capolinea di San Fedele, ubicato presso l’attuale deposito degli autobus di linea Asf, il cosiddetto «garage».
Ciascuna vettura destinata al trasporto pubblico, con una capienza massima di diciotto passeggeri per ogni corsa, era munita di due motori da dodici cavalli ciascuno, e consentiva di coprire il percorso in cinquanta minuti. I veicoli con le ruote in gomma e la trazione elettrica continuarono le loro corse sino al 1922, contribuendo parecchio a far conoscere le bellezze artistiche e paesaggistiche dei paesi dell’intera Valle d’Intelvi, e favorendo così anche lo sviluppo turistico dell’intero comprensorio.
Il primo luglio del 1910 furono emesse 1.500 azioni da cento lire cadauno. Alla cessazione del servizio, avvenuto come detto nel 1922, il trasporto dei passeggeri passò ad essere effettuato attraverso le corriere della Savi, la società anonima vallintelvese che poi a sua volta venne sostituita, a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso, dalla Salvi, Servizi automobilistici lariani vallintelvesi, con autolinee ordinarie e turistiche, e un autoservizio diretto fino a Milano. Quest’ultimo venne pure effettuato dalla «Gay & C», sempre alla fine degli anni Quaranta, oltre che sul La-rio anche nelle vallate affluenti, con grande soddisfazione delle maestranze locali che spesso dovevano recarsi fin nel capoluogo per lavoro.
Fino alla fine degli anni Sessanta venne poi istituita una linea di servizio appositamente per gli operai, con partenze da Ponna, Pigra, Schignano, Claino con Osteno e Lanzo.
Da Lanzo partiva pure una corriera per i pendolari diretti invece a Lugano, che di sabato effettuava eccezionalmente quattro corse. Fu proprio su questo percorso che nel 1948 perse tragicamente la vita Mario Boccardi, figlio di Aristide Boccardi, autista della Salvi, e anch’egli autista, mentre scendeva dalla sua corriera per rimuovere un palo della linea elettrica divelto forse dal vento notte tempo, e che ingombrava la strada, impedendo il passaggio.
Grazie a questi progetti dunque, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento la Valle d’Intelvi potè finalmente uscire dal suo isolamento.
I reperti fotografici che saranno esposti nel corso della cerimonia organizzata da Asf autolinee, Provincia, Comunità montana e dai Comuni di San Fedele e Argegno, appartengono all’archivio storico privato della famiglia Salandin di San Fedele.
Francesco Aita
In La Provincia di Como, 26 giugno 2009