Categoria: Gentile Gianfranco “Tato”
mi ricordo la gita a Bergamo Alta , con Gianfranco e Luigi. Era la fine degli anni ’60 …
TU, poesia di Gianfranco Gentile, detto “Tato”. Inviata il 21 maggio 2020. grazie !!!
TU
Tu gaia, tu austera,
vivi di giorno, ma muori di sera;
nel tuo paese ricco di sole ombre
cerchi di evadere dal tempo che incombe.
Solo la luce del primo mattino
riesce a far splendere il tuo dolce visino,
ma quando si spegne l’astro infocato
resta ormai solo il tuo cuore malato.
Di sera ti adagi pian piano sul letto
e cambia così il tuo corpo d’aspetto,
sempre tese e irritate
son le tue membra, mai rilassate.
Un sonno agitato ti sfiora la pelle,
un cupo sogno ti fa più ribelle;
e ancora ti sveglia la luce al mattino,
ma non cambierà mai il tuo triste destino.
RITORNI BAMBINA, poesia di Gianfranco Gentile, detto “Tato”. Inviata il 21 maggio 2020. grazie !!!
RITORNI BAMBINA
Di sera un velo di nero
ti cala sugli occhi leggero,
tu pensi alle cose passate,
ai giochi, ai balocchi, alle fate.
Di colpo ritorni bambina,
ricordi la casa di prima,
le corse sul grande prato,
gli amici che hai sempre amato.
Rivedi la piccola stazione
con tanta gente che parte
portando con sé le speranze,
speranze però nate morte.
E vedi tua madre che piange
e tu sei stretta al suo seno,
da lontano tuo padre saluta
e sferraglia veloce quel treno.
Poi gli occhi riapri d’incanto,
ti asciughi le gote dal pianto,
ti fai forte e smorzi un singhiozzo,
ma un nodo ti prende lo strozzo.
Accanto a te solo un comodino
con un micio di stoffa e un quadretto,
nel quadretto due visi sereni,
tua madre e tuo padre, poveretto.
Ed ora sei sola
come è sola tua madre,
tu in città
e tua madre in paese.
Tuo padre che è morto
e la sua voce
resta sospesa nel vento
da ormai tanto tempo.
Ed ecco perché tu ritorni bambina,
tuo padre dandoti quel micio di stoffa
ti diede un bacio leggero sulla bocca
e ti disse: “ A presto mia dolce piccina “ !
QUANTO TEMPO ANCORA ?, poesia di Gianfranco Gentile, detto “Tato”. Inviata il 21 maggio 2020. grazie !!!
QUANTO TEMPO ANCORA?
Rotola il tempo giù per la china
e l’aria mi sfiora la pelle sciupata
e molti pensieri guardano al passato
e altri pensieri al futuro celato.
E così come l’acqua che dal monte nasce
per finire al mare,
scruto impotente il corso della mia vita
che va a passare.
A volte mi fermo in me stesso,
bambino mi rivedo spesso
che corro con tanti amici
e, assorto, mi dico: “Taci” !
Rivedo l’asilo,
quei marmi lustrati e i vetri colorati
e sento i profumi di allora,
l’austera voce della mia suora.
Rivedo quell’aula enorme
con tanti banchetti di legno tarlato,
l’amico accanto a me seduto,
lo stesso che da tempo armai ci ha lasciato.
Ripercorro così la mia vita
e rivedo i volti a me cari
che solcano dell’eternità i mari.
Inesorabile fugge anche il mio tempo,
quanto è passato lo so…..
ahimè non quello che ancor passerò.
25.9.98
NON PER PETTEGOLARE, poesia di Gianfranco Gentile, detto “Tato”. Inviata il 21 maggio 2020. grazie !!!
NON PER PETTEGOLARE
+ Non per pettegolare, ma anche tu
hai visto com’è cambiata, non sembra più
quella ragazza che aveva
una frotta di spasimanti attorno a sé.
– Mah, forse un pochino s’è allargata,
in effetti un po’ di ciccia le è affiorata
il seno ed il sotto mento si è afflosciato
e il suo incedere si è appesantito.
+ Non per pettegolare, ma hai visto che
quando va a mangiare mangia per tre
e se sale poi le scale che fatica fa,
sembra già una donna di una certa età.
– In effetti hai ragione e forse sai
sarà quel suo culone che le dà dei guai
che dopo soli tre passi la costringe a
fermarsi perché barcolla di qua e di là.
+ Non per pettegolare; e poi quel faccione
così rosso e tirato come un pallone
e quelle mani tozze che nulla san più fare,
oh, bada bene, non per pettegolare !
Ott. 2006
MI MANCHI, poesia di Gianfranco Gentile, detto “Tato”. Inviata il 21 maggio 2020. grazie !!!
MI MANCHI
Mi manchi
come il sorriso alla persona adirata,
come il dolce suono a una chitarra stonata,
come il sole ad una brutta giornata.
Mi manchi
come il vento alla vela sul mare,
come il conforto al malato terminale,
come l’aria a chi sta per annegare.
Mi manchi
come il bel panorama ai gitanti,
come l’intimità a due amanti,
come le loro vittime ai briganti.
Mi manchi
come il seno materno al neonato,
come l’acqua al deserto inaridito,
come il consiglio fraterno di un amico.
Mi manchi
come al goloso un tiramisù,
come la gravità a chi sta lassù,
mi manchi e tutto manca se manchi tu.
MAMMA, poesia di Gianfranco Gentile, detto “Tato”. Inviata il 21 maggio 2020. grazie !!!
MAMMA
Mamma, nome comune
migliaia di volte nominato
che racchiude il più grande amore
che essere umano abbia mai dato.
Oceano di bontà, burrascoso a volte, ma in un attimo calmato
dal bacio del figlio amato.
Mamma, calamita vivente che attira su di sé le colpe altrui
e in cambio non vuole niente.
Altro da dire non ho, ma dire mamma
è più che sufficiente.
Tuo figlio.
Natale 1964
LO SGUARDO, poesia di Gianfranco Gentile, detto “Tato”. Inviata il 21 maggio 2020. grazie !!!
LO SGUARDO
+ Ehi tu, perché mi stai a guardare?
Ho forse la faccia da Babbo Natale?
– Mi scusi signore ero sopra pensiero
non volevo offenderla certo davvero!
+ Allora fa in modo che i tuoi occhi stanchi
guardino altrove, o dietro o avanti!
– Ma sa che lei è certo un bel tipo?
Deve essere pazzo o forse smarrito!
+ Né l’uno né l’altro son di quei due
e sappi che di te faccio bistecche di bue!
– Allora, mi scusi, se la mette su questo piano
le dirò che non guardavo lei, guardavo un villano!
+ Oh brutto bastardo, mi hai rotto le palle
ti conviene andartene o ti piego le spalle!
– Certo la saluto, ma non per paura,
solo mi allontano dalla sua losca figura!
+ Guardatelo tutti, sto grande signore,
mi guardava negli occhi come fossi il suo amore!
– Gliel’ho già detto, mi sono sbagliato,
non guardavo lei, ma un villano patentato
e quindi se lei non vuol esser tale,
non abbia timore, si faccia guardare!
L’AMBULANTE MAGGIO, poesia di Gianfranco Gentile, detto “Tato”. Inviata il 21 maggio 2020: grazie !!!
L’AMBULANTE MAGGIO .82
Vengano signori, vengano
s’avvicinino alla bancarella….
guardino che fiori, dica signora….
no, direi sia meglio quella.
Abbiamo anche vasi dipinti a mano
li crea per noi un artigiano
e il prezzo non è esagerato
se pensiamo al lavoro che gli è costato.
Su signora, faccia sta spesa,
o preferisce il vaso accanto…
beh questo costa un pochino
vede, è rifinito con oro zecchino.
Creda, è un affare che sta facendo,
merce di questo genere è più unica che rara,
però, in fretta signora che sto chiudendo,
non mi farà stare tutta la sera.
Oh, brava signora, ha scelto bene,
pensi che questo vaso con le catene
è di una ceramica molto fine
e poi guardi l’espressione di queste bambine.
Arrivederci signora, e grazie tante…
vengano signori, vengano che ora chiudo…
beh non è importante, l’incasso l’ho fatto
e in tasca ho qualche scudo.
LA FANTASIA, poesia di Gianfranco Gentile, detto “Tato”. Inviata il 21 maggio 2020: grazie !!!
LA FANTASIA, 26.5.81
Stavo fermo sulla riva del lago
e di tanto in tanto il paesaggio ammiravo.
Ad un tratto mi accorsi che…
alcune persone guardavano me.
Lì per lì a ciò non diedi peso,
pensavo fosse solo un malinteso.
Continuai a fissare le onde increspate
e vidi riflettervi quelle persone a me attorniate.
Mi volsi di scatto guardandole in faccia,
mi accorsi che a tutte mancavan le braccia.
Pensai tra me che, povera gente,
facessero parte di un gruppo demente.
Quando uno di loro, il più grasso,
mi scagliò in fronte un sasso.
Rimasi allibito e senza parole,
non per il male, ma per lo stupore.
E subito dopo quel ciccione
mi disse: “Sei tu demente, mascalzone”.
“Non sai che noi siamo il tuo pensiero
e quel che tu vedi non è affatto vero”.
“Noi siamo fatti di tutto e di niente
e quel che tu vedi è aria o è gente”?
“E’ quindi solo la tua fantasia
che ti vuol far credere che il falso, vero sia”.
“Non ti azzardare un’altra volta
a sognare con la tua mente distorta”.
“Perché vedi cosa succede,
sei poi tu a pagarne le spese”.
“Or ce ne andiamo, ti lasciamo contenti
di averti tolto dagli occhi cose fatiscenti”.
“Ciao, andiamo via,
torniamo dalla nostra regina, la Fantasia”!
IL RITORNO, poesia di Gianfranco Gentile, detto “Tato”. Inviata il 21 maggio 2020. grazie !!!
IL RITORNO
Quando l’invernale nebbia calerà sulle brulle rive nascoste da inerpicanti sponde e l’acqua rallenterà il suo tortuoso corso per scorrere placida alla foce dell’immenso mare, allora la quiete tutto sovrasterà e le ormai prive fronde si placheranno in statico essere.
Sarà allora che anche la mia anima ritroverà il beato atavico riposo e nulla più scorrerà nelle mie vene.
Così è scritto nel libro della vita; tutto ritorna come fu, ed allora anch’io sarò tornato.
Sett. 2006