vai a:
disegno di Nanà Dalla Porta in:
vai a:
disegno di Nanà Dalla Porta in:
già pubblicato in: LEGNA E CENERE: l’apparire dell’esser sè di Emanuele Severino nella tavernetta con il camino acceso | Antologia del Tempo che resta.
La legna sta bruciando. Dapprima appaiono i suoi contorni nella luce del fuoco; poi essi scompaiono e appare l’incandescenza delle braci; a sua volta, poi, questa incandescenza scompare e appare la cenere.
La legna spenta, la legna accesa, le braci, la cenere e il vento che la disperde si sono avvicendati nel cerchio luminoso dell’apparire. Al subentrare di ognuno di questi eventi, il precedente esce dall’apparire. Il cerchio dell’apparire non attesta che la legna si trasforma in cenere: appunto perché non attesta che la legna si annienta come legna. Per “trasformarsi”, o “diventare” cenere è infatti necessario che la legna si annienti come legna. Ma se l’annientamento della legna non appare, non può apparire nemmeno il suo “diventare” cenere.
All’interno di quel cerchio, la cenere non è la sorte toccata alla legna; essa non grida, ma tace la sorte della legna. In quel cerchio, la legna non diventa cenere, così come gli uomini non diventano polvere: la cenere è il successore della legna; la polvere dell’uomo. Ma l’annientamento di ciò che muore non appare.
da:
In attesa dell’ultimo battello della estate, leggendo Giacomo Leopardi attraverso il libro di Nicola Gardini, Per una biblioteca indispensabile, Einaudi 2011:
Fermatevi … siete belli
come direbbe Goethe, citando Sinesio
Potrei dire a quell'attimo: Fermati dunque sei così bello J W. Goethe, da "Faust, II, atto V"
In occasione di una rapida visita dalle 10 alle 14.
Giornata di pioggia
Piantato 12 fragole e 2 zucchine
Concimato lamponi
la nostra amatissima Noelle, la gatta con la pancia bianca trovata nel giardino un anno fa e curata a lungo per farla sopravvivere, è scomparsa:
E’ successo nella notte dei fuochi di capodanno …
Qui la mia personale rielaborazione del meccanismo psicologico dell’ ACTING OUT
qui tutti i Post dedicati a Noelle Episteme
Delitto (im)perfetto
Una morte senza un corpo da seppellire, seppure certa, resta una morte imperfetta.
Da Natale a Natale: questo il destino della gatta bianca Noelle.
Noelle, il corpo smagrito e malato, il muso docile e impaurito, il mantello candido chiazzato di arancio e di grigio.
Noelle, immobile nel giardino, portata da chissà chi.
Noelle, la sua repulsione per gli spazi chiusi senza via di fuga.
Noelle, dolce e mansueta, rifugge il contatto umano.
Noelle, ossessione permanente da quel giorno di capodanno, quando, dal cancello del giardino, non è più spuntato il suo bianco musetto.
“Ieri notte è successo il finimondo”, mi dice U., mentre il suo sguardo proteso verso l’alto indica chiaramente la casa di G.. “Non c’è un gatto in giro: quando fanno i fuochi gli viene lo stremizio, ma vedrà che torneranno”.
Certo, torneranno. E infatti sono tornati Luna, Silvestro, Mammagatta, Blu, Belle. Tutti, tranne Noelle.
Maledico, impreco, insulto, bestemmio per cercare di frenare lo strazio che mi cresce dentro. Sul banco degli imputati velocemente raduno persone e fantasmi, immagini e scenari di ogni probabile delitto. E il vano appello inizia:
Più passano i giorni, più aumentano lo sconforto e la disperazione. Nessuno ha visto Noelle. Perlustro quotidianamente sentieri, scale, mulattiere agitando crocchette, cercando corpi schiacciati, spiando nei cortili, chiamando inutilmente il suo nome.
Gennaio non è ancora finito. Mentre percorro per l’ennesima volta il viottolo che conduce alla mia casa vedo, incastrata fra le rocce del muro e i sassi della scala, un’eterea lanugine, batuffoli di bambagia lievi come soffioni condotti dal vento e atterrati qui e là senza paracadute.
Io so che Noelle è morta. Non so come, dove, quando, perché. E soprattutto non so “chi” è il colpevole. Quel punto del sentiero è assolutamente aperto alla vista. Se Noelle fosse stata catturata da un animale selvatico, ci sarebbero state altre evidenti tracce di sbranamento. Inoltre, quella peluria appare parecchi giorni dopo la scomparsa.
L’essere umano ha bisogno di razionalizzare il dolore per renderlo sopportabile e dotato di senso. Anch’io ho bisogno di ricostruirmi la MIA plausibile ipotesi.
Notte di capodanno e inizio dei fuochi. Noelle è sempre stata una gatta molto timida e schiva, per cui scappa. Imbocca titubante il sentiero, territorio a lei del tutto sconosciuto.
Se i botti fossero rimasti circoscritti ai dintorni della nostra casa, probabilmente al ripristino della calma avrebbe potuto fare ritorno al suo usuale ambiente di vita.
Ma non è così. L’intero paese festeggia ostinatamente la speranza di un anno migliore, riempiendo l’aria con assordanti fragori e tuonanti boati. Noelle continua a correre impazzita e piena di paura. Secondo me le è scoppiato il cuore mentre nel bosco cercava un luogo di riparo.
Se così non fosse stato, nei giorni seguenti avrebbe risposto con un miagolio ai nostri richiami.
Quindi, Noelle muore nella notte di capodanno.
A questo punto i possibili predatori diventano numerosi: la volpe che già nel passato ha sgominato le galline di C., la faina, il tasso, i corvi.
Resta ancora una perplessità: perché quei ciuffi bianchi isolati e lontani?
La spiegazione più verosimile che mi do è che i corvi siano stati gli ultimi spazzini. Trovando i miseri resti nel bosco, nel volo è scivolato qualche brandello di carne e i mille insetti della terra avrebbero ripulito ciò che restava di commestibile, avanzando solo il pelo.
Guardo Chat Noir abbandonato sulle mie ginocchia col muso sprofondato nell’incavo del gomito.
Il suo dorso nero e lucido è in netto contrasto col candore di Noelle.
Anche lui è comparso improvvisamente nel mio giardino cinque mesi dopo il lutto di Noelle, anche lui emaciato e malandato, anche lui bisognoso di cure e amante di quel luogo che gli ha restituito la sopravvivenza.
Chat Noir ha una piccola macchia immacolata sopra il petto, visibile solo quando disperatamente solleva il muso color carbone reclamando un po’ di cibo.
Voglio credere che in quel ciuffo color latte sia nascosta Noelle.
Noelle che, mascherata da Chat Noir, finalmente mi consola di tutte le carezze che mai sono riuscito a darle.
le PLAUSIBILI IPOTESI di Luciana
Partiamo dalle due uniche possibili verità: Noelle o è viva o è morta.
Prima ipotesi: chiunque entri in contatto con lei avrà una bella occasione di relazione.
Seconda ipotesi, ora anche per me più plausibile. Ho messo gli occhiali. Ha ragione, Paolo, quando mi dice che senza sono ormai una talpa.
Ieri, sul sentiero, ho pure io esaminato i ciuffi di pelo bianchi. Ma mi sono anche guardata attorno, per vedere se trovavo altri miseri resti.
Partendo da quest’unico indizio (potrebbero essere i peli d Noelle), ho vagliato le seguenti possibilità:
La mia ricostruzione pertanto è la seguente:
Notte di capodanno e inizio dei fuochi. Noelle è sempre stata una gatta molto paurosa, per cui scappa. Va verso il sentiero e, se i fuochi si fossero limitati solo alla nostra zona, probabilmente lì si sarebbe fermata fino al ripristino della calma. Ma non è così. L’universalità umana si scatena a festeggiare chissà che cosa e Noelle continua la sua corsa impazzata e piena di paura. Secondo me le è scoppiato il cuore mentre nel bosco cercava un luogo di riparo.
Se così non fosse, nei giorni seguenti avrebbe risposto con un miagolio ai nostri richiami. E’ vero che è timida, ma ormai abbiamo sperimentato che quando i gatti sono in difficoltà fanno sentire la loro voce.
Quindi, Noelle muore nella notte di capodanno. A questo punto i predatori possono essere numerosi: la volpe che ha già fatto fuori tutte le galline di Cosimo, la faina, i corvi.
L’unica perplessità è sui ciuffi di pelo isolati. La spiegazione più plausibile che mi dò è che i corvi possano essere stati gli ultimi spazzini. Trovando ancora qualcosa e prendendolo col becco, nel volo è scivolato il brandello. Mille insetti della terra potrebbero poi avere fatto la finale pulizia di quel che restava.
Dubito molto di un’aggressione: sicuramente non di umani, ma nemmeno di altre bestie: se Noelle fosse stata sulla strada del ritorno e lì aggredita, avremmo visto gli esiti.
Il mistero è un po’ meno mistero, anche se vorrei tanto che fosse giusta la prima ipotesi.
Per un attimo ho odiato chi ha portato Noelle nel nostro giardino. Mi è sembrato il destino del cavaliere di Samarcanda. Poi ho pensato che ogni vivente ha il suo destino. Abbiamo regalato a Noelle (nel caso della seconda ipotesi) un anno di cure e amore.
Ho anche ben presente il gatto Chet e la sua prematura morte per una malformazione cardiaca. Ci sono gatti col cuore grande, ma evidentemente non sufficiente per accogliere i sentimenti del mondo.