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Tempesta di grandine in una notte di luglio

Notte del 13 luglio 2013.

Attorno alle quattro  del mattino una fortissima tempesta di grandine si abbatte sull’orto, sugli alberi del giardino, sulla casa.

Tutta la verdura fragile soccombe: insalate, zucchine, cetrioli, fagiolini, basilico, zucche, fusti della patate …  Forse solo qualche sporadico pomodoro resisterà.

Foglie uccise dappertutto.

Non c’è nulla da fare: si può solo guardare la natura ferita (possibilmente in SILENZIO), rimediare a qualche danno e cercare di non pensare alle ore di lavoro dei mesi di aprile, maggio, giugno. Tutta una stagione di sperato raccolto è molto compromessa da questo attacco rapido, feroce, vigliacco.

Occorre “fare resilienza”, come insegna il giovane merlotto che si aggira (lui felice) fra la terra smossa a cercare i vermetti di sopravvivenza.

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Lavori nell’orto: sabato e domenica 12/13 maggio 2013

Da Cip Garden per acquisto piantine da orto.

Paolo pianta:

– 3 melanzane

– 4 pomodori tondi

– 4 zucchine

– 6 cetrioli

– 4 zucchette di Albenga e 1 siciliani

Luciana pianta:

– 20 begoniette

– 6 nuova guinea

PRIMA NOTTE DEL 2013 AD AMALTEA!

Paolo Salva la Crassula

Nuovo arredo terrazzo orto verde zen:

– vaso lungo con piante grasse

– spostati alcuni vasi di agave

Stanchi, pazzescamente stanchi, ma Amaltea restituisce!

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lavori nell’orto, 1 maggio 2013

mattino al CIP GARDEN

ore 13,5 ad Amaltea

abbiamo piantato nell’ORTO: 3 POMODORI SARDI (innestati); 3 POMODORI DATTERINI, 9 INSALATE BARBA DI FRATE, 1 BASILICO

Giardino: BEGONIETTE nei tre vasi dei cemento sulla terrazza; ROSMARINO nel vaso grande (ex Aspidispra); LAVAND nel vaso bianco

15 FRAGOLE ancora da piantare

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Orto: pianificazione dei lavori per il 2013

  • ZUCCHINE,  ZUCCHE, CETRIOLI: ultima settimana di Aprile
  • POMODORI, MELANZANE: primi di maggio
  • PEPERONI; 20 maggio
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ADDIO ALL’ESTATE

Quando le bacche del cotoneaster diventano rosso cupo vuol dire che l’estate volge al termine. Le calde ore del mezzo del giorno sono in contrasto col fresco mattutino e serale, così come il colore sempre più buio e i raggi più obliqui inesorabilmente annunciano l’ingresso autunnale.

Settembre è il mese che accomuna la tristezza della terminalità del ciclo riproduttivo al gaudio dei frutti maturi. Che pure questa è stata un’estate anomala: luglio molto freddo e piovoso, agosto molto caldo e secco, settembre caldo, afoso e con piogge brevi ma torrenziali.

Il giardino ne è stato sorpreso, ma ha saputo tener testa. Ora, a bilancio avvenuto, un diffuso “mal bianco” (come lo chiamano da queste parti) su molti degli alberi da frutto, soprattutto i meli, una precoce caduta di foglie dei pruni, una concentrazione massima di fruttificazione dei prodotti orticoli con anticipato arresto della produzione e rinsecchimento dei pomodori.

Qualcuno ha goduto, nonostante tutto: zucchine e zucche hanno accolto avidamente l’acqua piovana, gonfiandosi e allungandosi in misure sproporzionate per i nostri ricordi. Forse il godimento può essere generalizzato anche alla maturazione anzitempo dei frutti: mai era accaduto che le susine fossero pronte già ai primi di luglio. Idem per le mele royal gala, subito attaccate dai calabroni, e le pere nashi, che hanno ricevuto la stessa sorte. Ma in  fatto di competizione anche noi umani ce la sappiamo cavare. Un pacifico, anche se imposto, rapporto  60-40 a favore nostro. In fondo siamo sempre in debito verso la natura, essendo l’unica specie vivente che fa di tutto per espropriarla e distruggerla.

E ora che svoltiamo agli ultimi giorni settembrini, camminando per i sentieri guardiamo ai chiari segnali che invitano al riposo. Miciù sceglie le basi dei tronchi più esposti al sole per medicare la vecchiezza incombente; lo stesso dicasi per Silvestro e Luna, che, povera, soffre d’artrosi. Noelle invece preferisce la sedia sotto il cucù: la sua giovinezza le impone di dare ancora retta allo scandire delle ore. Belle, che si credeva scomparsa, ha fatto ritorno, restituendoci la speranza che abbia scelto questo luogo per farne la sua dimora.

Sotto le scarpe capita di schiacciare gusci di noci e nocciole. Anche in questo caso, qualcuno è spesso passato prima di noi, ma dopo l’incontro ravvicinato col musetto del ghiro sul fico, tutto si può perdonare. Anche perché il salvato non è indifferente.

Fervono già i preparativi di nuovi spazi. Paolo ha spiantato un pruno malato nell’orto verde: sarà la nuova casa delle patate, visto che anche quest’anno i sacchi non hanno mantenuto le promesse di blogettari entusiasti. La posa di nuovi cassoni, inoltre, mi permetterà di non fare il muso di fronte agli esili fusti dei fagioli e delle piantine di insalate, troppo impegnati a cercare pertugi fra sassi e radici, a discapito della loro crescita. Chissà che tengano pure lontane limacce e formiche! Al momento le insalate di Chioggia pare siano soddisfatte.

Sotto il pino dell’orto grande Giove sta lavorando alla preparazione della sua tana invernale. La terra smossa è esattamente nella posizione dell’anno scorso. Al piano superiore, fra i gambi dei cardi si aggira Ina (Ino?), mentre sotto il cedro abbiamo avvistato più insonnolita che mai Ucra. Per le  due tartarughe ucraine questo è il primo inverno ad Amaltea e la loro sopravvivenza è per noi ancora un’incognita.

Resistono sui rami alcune mele fuji e piccole golden. Una decina di mele cotogne pazientemente attende il destino di marmellata.

Che dire d’altro? Le brumose e umide mattine da tempo hanno scatenato un po’ di malinconia. Ma l’ancora vigorosa fioritura delle nuove guinea e il terrazzo fiorito di rosso e d’arancio illudono che non è tempo di ritirare le sedie.

E lo sbocciare dei fiori bianchi e rosa delle camelie invernali ingentiliscono il pensiero del freddo che verrà. Insomma, un addio all’estate, ma già col cuore alla primavera.

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