| La vita e le opere di api e formiche |
| January 4, 2012 at 3:42 PM |
| GIORGIO DELL’ARTI PER LA STAMPA –
Peso Gli uomini sulla Terra sono circa 7 miliardi. Il numero di formiche viventi in ogni istante è stato stimato tra 1 e 10 milioni di miliardi. Giacché il peso di ogni essere umano è 1-2 milioni di volte quello di una formica, risulta che formiche ed esseri umani hanno la stessa biomassa totale. Vita La vita di un’ape operaia (65-80 giorni). Le prime tre settimane trascorrono negli stadi di uovo, larva e pupa. Diventata adulta, per circa due settimane lavora come nutrice prendendosi cura della regina e della prole. Poi è addetta a lavorazione e immagazzinamento del cibo (trasforma il nettare in miele e lo stipa nelle cellette di cera del favo). Infine esce nei campi come foraggiatrice finché non muore (quasi mai per cause naturali, ma soprattutto per incidenti accaduti nello svolgere il lavoro). Stanze Un tipico nido di formica Atta Sexdens contiene circa 1900 stanze, di cui almeno 200 occupate dalla fungaia. Per scavarlo le formiche tirano su e trasportano circa 40 mila chilogrammi di terreno. Amore La formica femmina di Diacamma permette al maschio di accoppiarsi con lei, poi torna al nido trascinandoselo dietro mentre è ancora impegnato nell’atto sessuale. Una volta nel nido, le operaie gli staccano a morsi la testa e il torace lasciando gli organi sessuali e la pancia attaccati alla femmina. Rimane così per due giorni. Poi lo rimuovono. Femmine Operaie di ogni tipo e regine sono femmine. I maschi nascono da uova non fecondate e muoiono dopo l’accoppiamento con la regina. Per sempre Tra le Atta gli individui che si riproducono hanno le ali. Una volta l’anno i membri alati di più colonie si levano insieme nello stesso giorno e compiono «voli nuziali» durante i quali si accoppiano (ogni femmina con più maschi, i quali muoiono subito dopo). Gli spermatozoi raccolti in una sola volta dovranno bastare per sempre: le femmine si staccano le ali, scavano una tana, piantano i miceli di fungo che si sono portate dalla colonia d’origine e diventano regine. Orario di lavoro Cinque formiche operaie e 22 larve lavorano 12 ore per tagliare e predigerire una mosca. Le larve di più: 9,5 ore. Disoccupate Nel nido si aggirano formiche disoccupate che talvolta si soffermano a svolgere lavori occasionali. Possono essere reclutate da compagne per compiti in cui vi è poca forza lavoro. Attacco La colonna razziatrice formata da milioni di formiche legionarie africane. Esce dal nido e si espande sul terreno coprendo una settantina di metri dapprima come un telo che si distende, poi assume l’aspetto di albero con il fronte di avanzamento simile a una chioma, d’ampiezza pari a un piccolo edificio. Non ci sono condottieri. Avanza di 20 metri l’ora, inghiotte tutta la bassa vegetazione che incontra, cattura e uccide insetti, serpenti e piccoli animali. Dopo qualche ora la direzione s’inverte e la colonna razziatrice si ritira scomparendo nella tana. Morte Se avvelenate da un fungo, le operaie di Formica Rufa lasciano il nido, si aggrappano a fili d’erba e attendono la morte. Pulizie Grazie a sostanze chimiche derivanti dalla decomposizione, le formiche riconoscono le compagne morte. Quando le trovano, le portano nella parte più lontana del nido, dove ammucchiano i rifiuti. In laboratorio formiche vive sono state strofinate con le sostanze della decomposizione e rimesse nel nido: le compagne le sollevavano e le trasportavano al cumulo di rifiuti. Potevano andarsene di lì solo se si ripulivano per bene. Chiome La formica Pachycondyla Tarsata in cerca di cibo ritrova la strada di casa memorizzando le forme delle chiome degli alberi. Fiori Le api osservano colore e forma dei fiori più ricchi di nettare: nelle spedizioni successive tendono a prediligere quelli dello stesso tipo. Riconoscono Le api operaie riconoscono l’odore della colonia cui appartengono, quando volano in cerca di cibo si orientano con l’aiuto del paesaggio, possono ricordare la posizione di circa cinque campi di fiori e sanno qual è il momento migliore della giornata per ottenere più polline. Superorganismo «Abbiamo capito che la colonia o la società di insetti può essere considerata come un superorganismo, e pertanto come un tutto unico vivente, teso a preservare il proprio equilibrio dinamico e la propria integrità» (William Morton Wheeler, «The AntColony as an Organism»). «Notizie tratte da: Bert Holldobler – Edward O.Wilson, «Il superorganismo», Adelphi euro 49,00» |

