Giorgio Perlasca, nato a Como il 31 gennaio 1910, è conosciuto per il suo eroico gesto di salvare migliaia di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.
Cresciuto in una famiglia che si trasferì presto a Padova, Perlasca aderì al fascismo negli anni Venti, partecipando attivamente a conflitti come la guerra d’Etiopia e la guerra civile spagnola al fianco di Francisco Franco[1][2].
La Seconda Guerra Mondiale e l’Operazione di Salvataggio
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Perlasca si trovava a Budapest come incaricato d’affari per l’Italia. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, rifiutò di unirsi alla Repubblica Sociale Italiana e fu arrestato dai nazisti. Tuttavia, riuscì a fuggire e trovò rifugio nell’ambasciata spagnola, dove assunse l’identità di un console spagnolo, collaborando con l’ambasciatore Ángel Sanz Briz per proteggere gli ebrei ungheresi[1][3][4].
Nel novembre del 1944, dopo che Sanz Briz dovette lasciare Budapest, Perlasca si dichiarò sostituto dell’ambasciatore. In questa veste, emise falsi salvacondotti che garantivano la protezione degli ebrei, riuscendo a salvare oltre 5.000 persone dalla deportazione[2][3]. La sua audacia e ingegnosità furono fondamentali per organizzare la sopravvivenza degli ebrei nascosti in “case protette”, dove né i nazisti né le autorità ungheresi potevano entrare ufficialmente[4].
Il Ritorno alla Normalità
Dopo la guerra, Perlasca tornò in Italia e visse una vita riservata, senza mai raccontare le sue gesta eroiche nemmeno alla famiglia. La sua storia rimase sconosciuta fino agli anni Ottanta, quando alcune delle persone che aveva salvato iniziarono a cercarlo. Questo portò alla sua riscoperta e al riconoscimento del suo coraggio da parte di vari stati e istituzioni, tra cui Yad Vashem, che lo onorò come “Giusto tra le Nazioni”[1][2].
Morte e Eredità
Giorgio Perlasca morì il 15 agosto 1992 a Padova. Sulla sua lapide è incisa la frase “Giusto tra le Nazioni” in ebraico, un tributo alla sua straordinaria umanità durante uno dei periodi più bui della storia[1][3]. La sua vita è stata immortalata nel libro La banalità del bene di Enrico Deaglio e nel film Perlasca – Un eroe italiano del 2002[1][4].
Citations:
[1] https://it.gariwo.net/giusti/shoah-e-nazismo/giorgio-perlasca-142.html
[2] https://www.scuolaememoria.it/site/it/2021/03/04/giorgio-perlasca/
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Perlasca
[4] http://www.unimri.it/giorgio-perlasca.html
[5] https://www.giorgioperlasca.it/giorgio-perlasca-2/la-vita/
[6] https://meis.museum/biografie/giorgio-perlasca/
[7] https://www.padovanet.it/informazione/giorgio-perlasca
[8] https://www.treccani.it/enciclopedia/giorgio-perlasca_(Dizionario-Biografico)/
