«Sarebbe bello che il tratto dalla funicolare alla fine di viale Geno tornasse ad essere un parco – auspica Angelo Vavassori, agronomo e componente della commissione Paesaggio del Comune di Como -. Una volta c’era un filare di ippocastani molto belli, tolti e sostituiti con delle querce palustri, che dovrebbero diventare alte 30 metri e invece da 6-7 anni non crescono di una spanna perché le radici sono soffocate dal cemento». Subito dopo la stazione del trenino a fune, si passa sotto due archi dove rimane un’insegna sbiadita del «Parco comunale Regina Margherita», istituito nel 1911, quando l’amministrazione acquistò l’intera area dai marchesi Cornaggia. «Dopo la guerra cambiarono i nomi, compreso quello della piazza Umberto I, ora dedicata a Giacomo Matteotti. E si è perso anche il decoro», afferma Gaetano Picchierri, delegato provinciale delle Guardie d’onore alla reali tombe del Pantheon. Del parco rimangono solo degli sprazzi sul lato lambito dal lago: i giardinetti intitolati a Sergio Ramelli e quelli dietro Villa Geno, al centro di polemiche in Consiglio comunale poiché spesso chiusi e dove a breve partirà un cantiere per rimettere a nuovo la fontana. Sul lato destro della strada, invece, si percorre quella che potrebbe essere una bellissima pista ciclo pedonale ombreggiata dagli alberi. Peccato che questi ultimi siano rachitici o morti.
da: Villa Geno soffoca Una sorte misera – Cronaca – La Provincia di Como.
