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DAVERIO. QUEL CHE NON (SI) SA DI EXPO di Gerardo Monizza RISPOSTA ALLE CRITICHE DI PHILIPPE DAVERIO VERSO IL TERRITORIO COMASCO: “NON SAPETE PROMUOVERVI!”
La critica è sempre costruttiva anche quando è inutile. Non è un paradosso bensì una constatazione che deriva dalla lettura di alcune dichiarazioni di Philippe Daverio. L’illustre critico non risparmia nulla; neanche le parole.
Sostiene infatti che il territorio comasco stia avviandosi all’Expo in modo disordinato, senza preparazione, privo di progettualità. Dichiarazione non solo imprecisa, ma anche falsa, dunque maligna, sicuramente poco fruttuosa.
L’illustre Critico evidentemente non s’è informato. E s’è lasciato sfuggire un minuto di silenzio: per riflettere ovviamente e per magari cercar di ricordare la complessità di un territorio “baciato dalla bellezza e favorito dall’arte” (parole Sue). Non bellezza tutta grande o immensa, ma certo interessante (parole nostre).
Il Critico coglie nel barile del catalogo artistico comense solo due momenti: il fin troppo celebrato Razionalismo e il consueto – per Lui – sant’Abbondio. Dell’uno ignorando l’impegno di MAARC (Museo Virtuale Astrattismo Architettura Razionalista Como), di Archivio Cattaneo, dell’Ordine degli Architetti e dell’altro andando a dire cose davvero stravaganti (come quella dei due campanili uno del vescovo e uno delle monache… ed era un monastero maschile).
Cosa non sa l’Ineffabile Critico: che il territorio >>>
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ottimo, gerardo. ci sono quelli che lavorano (esiste anche il LAVORO CULTURALE) e quelli che criticano. c’è qualcosa che non funziona nella critica dei “critici”: forse il LAVORO CULTURALE

