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Mini Alloggi Protetti (MAP) integrati con i servizi domiciliari. Contributo di Gianfranco Garganigo e Paolo Ferrario al progetto “ComeVoglioComo: costruiamo insieme la nostra città”. febbraio-maggio 2017

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Incollo qui sotto la comunicazione di comevoglicomo:

Carissima/o concittadina/o,Siamo lieti di informarti che la tua proposta è stata ammessa alla fase di votazione online!

Quindi, prima di tutto, congratulazioni e grazie per la tua partecipazione ed impegno!

Ora ha inizio la penultima fase del percorso di Come Voglio Como: la votazione online delle proposte ammesse, aperta ai cittadini della tua città.

A partire dal giorno 15 Aprile, fino al 3 Maggio 2017, sarà dunque importante invitare i tuoi concittadini a supportare la tua proposta!


Schede descrittive del progetto

CLICCA SULLA PRIMA IMMAGINE PER VEDERE LE SLIDES IN SEQUENZA

Puoi anche scaricare la dispensa attraverso questo file in formato pdf

MAP comevogliocomo

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11 pensieri riguardo “Mini Alloggi Protetti (MAP) integrati con i servizi domiciliari. Contributo di Gianfranco Garganigo e Paolo Ferrario al progetto “ComeVoglioComo: costruiamo insieme la nostra città”. febbraio-maggio 2017

  1. scrive A. B.
    Condivido in toto, e’ tra le precedenze! Grazie, Paolo!
    rispondo:
    richiederebbe buona capacità di progettazione e professionalità. ma ci sarebbe spazio per tanto lavoro: medici, infemieri, assistenti, camerieri, cuochi, assistenti domestici. sarebbe un SCAMBIO DI MERCATO” . cedo la mia casa e accedo al mini alloggio. pensa a 150-200 persone che possono continuare a vivere a como anche privi di assistenza famliare. anche perchè , pur in tanta retorica sulla “bontà delle famiglie”, quando il bisogno diventa estremo crescono le risse , a discapito dell’aiuto

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  2. scrive C.B.
    Penso all’idea geniale di Antonio Spallino Sindaco di fare mini-alloggi per anziani in citta’ murata, nell’ ex-palazzo Clerici di Via Volta 81. Erano essenziali ma molto confortevoli , con la sala-mensa comune, la saletta bar/soggiorno, un bel porticato per passeggiate protette,un cortille grande con panchie per conversare,prendere il sole e per organizzare eventi aperti alla citta’ …Niente barriere,centro citta’, mercato e mercatini a pochi metri sul viale Cattaneo. Tutto’ e’ stato poi lasciato andare in malora per mala-politica, ecc……Perche’ ???? E Perche’ ora non riprendere in mano questo bene comunale e studiare una soluzione per una sua nuova vita sociale ? Comune e organizzazioni non-profit sane…e ass.di volontariato mettetevi di buona volonta’ per realizzare un bel progetto di ” COMEVOGLIOCOMO”…Grazie !

    rispondo
    cara CB. la mia proposta è molto, anzi TUTTA di “mercato”. sono i privati che vendono (per l’esattezza cedono, sulla base di un contratto) le proprie case diventate inaccessibili a causa dell’invecchiamento e il ricavato (assieme alle loro pensioni) diventa il reddito per comperare ristrutturare e gestire i MAP (mini alloggi protetti). il comune deve solo favorire questi processi. quando poi gli anziani muoiono quel che resta dei loro redditi (vendita + eventuali risparmi) va alla struttura amministrativa che ha gestito il tutto (immagino una cooperativa molto capace, in convenzione con il comune) di fatto sto proponendo nè più nè meno quello che è già avvenuto con le varie case di riposo che si sono sviluppate nel tempo nel tempo attraverso i lasciti. è un progetto di lungo periodo. i primi risultati si vedrebbero in 5 anni. richiede una capacità progettuale del tutto antitetica alla cultura comasca del mugugno. e quindi sono certo che nessuno la prenderà in seria considerazione

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  3. Ciao Paolo,condivido la tua idea di come vorresti che fosse Como,ma pensi davvero che si potrà realizzare?Io ne dubito ma lo spero.Un abbraccio,M.L.

    rispondo
    ciao ML
    sono molto pessimista perchè è un progetto di lunga lena e che richiederebbe almeno 5 anni per dare i primi risultati
    ma so (da sociologo che si occupa di servizi sociali da cìrca 50 anni) che l’idea è giusta e che in molti paesi europei è già realizzata
    la questione è molto semplice:
    molti anziani e molti flgli con famiglia che non possono assistere i loro genitori perchè pressati da: propria famiglia e lavoro
    e molti anziani che (in rapporto alla rivoluzione sessuale del 1968) hanno deciso di fare sesso senza generazione)
    io ho gettato un “seme competente), un po’ come faccio nell’orto/giardino di coatesa
    ma là è la natura che sa come ben progettare il seme che ho gettato
    qui ci vorrebbe la buona politica, ma questa scarseggia
    grazie tantissime per la tua attenzione

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  4. scrive P.Z
    Ottima idea. un’alternativa valida alla badante o alla casa di riposo. Economicamente dovrebbe essere accessibile a chi magari sono ancora in 2, parzialmente indipendenti e hanno bisogno di un aiuto in più della badante. In queste situazioni le case di riposo hanno prezzi inacessibili. Valuterei anche la possibilità dell’affitto del mini appartamento. L’obbligo di acquisto di questi mini appartamenti precluderebbe di sicuro la possibilità a qualcuno di utilizzarli. So di sicuro che situazioni del genere a Como esistono.
    rispondo
    grazie P Z . pensavo proprio a quello che tu dici. questi MAP (miniapaprtamanti protetti) dovrebbero essere in rete con i servizi sanitari cittadini. la mia ideazione (che so essere di lunga e difficile perogettazione )è questa: 1 chi invecchia e diventa progressivamante inabiile mette in vendita il proprio appartamento e acquista il Map. 2 Quando morirà quel che resta dei suoi beni (risparmi o redditi da vendita) entrano a far parte del patrimonio di chi gestisce tutto il progetto . e così ci sarebbe la possibilità anche di affitatre quei map per coloro che hanno meno redditi e possono solo affittare. basta immaginare una rete di 20 Map in città e sono già circa 40 persone (in caso di coppie) che vivrebbero in una città che è magnifica per essere ancora frequentata: andare in piazza adel duomo, percorrere la vasca, eccetera . è una alternativa alle case albergo che sono lontane dal centro cittadino.

    però ci vuole organizzazione. Qualcuno che prende in mano le redini del progetto.

    e poi ci vuole tempo: almeno 5 anni per vedere i primi risultati della “rete Map”

    saluti cordiali e grazie ancora per gli spunti di riflessione

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  5. scrive Francesca P.
    Ciao Paolo

    Spunto interessante, come sempre.

    La soluzione ‘strumentale’ per la gestione delle case che garantisca una proprietà collettiva ed una disponibilità individuale c’è già: è la cooperativa a proprietà indivisa. Chiunque ci si può associare, la cooperativa acquista gli appartamenti (anche contraendo mutui, cercando finanziamenti, acquisendo donazioni….). Oltre all’offerta abitativa la cooperativa può mettere a disposizione un pacchetto di servizi realizzati valorizzando le economie di scala – di scala in tutti i sensi 😉 – che facilitano la vita a domicilio. Non credo sarai sorpreso da questa proposta: sai bene che, secondo me, per quasi tutti i problemi c’è una cooperativa adatta a risolverli. 🙂

    La localizzazone degli alloggi non la collocherei così facilmente in centro: poichè non tutti consideriamo ‘essenziali’ gli stessi servizi, probabilmente andrebbe collocata in contesti differenti tra loro… ma, appunto, si tratta di discuterne. E il tuo spunto è fatto apposta.

    Lasciamo maturare il dibattito e vediamo cosa accade?

    Nel frattempo grazie per il progetto che hai sottoposto al confronto.

    Per contribuire alla discussione allego un file che suggerisce alcune delle soluzioni che in giro per l’Europa (del nord) si stanno speriementando non da oggi… anche se sono un poco differenti dalla tua idea. (Fonte: sito di Anteas Friuli Venezia Giulia)

    A presto.

    rispondo
    cara francesca

    ero certo del tuo interesse.

    con il vostro progetto scalabrini (che ho conosciuto nelle iniziative cittadine che avete fatto) eravate gè andate in questa direzione: valorizzare il patrimonio residenziale GIA’ ESISTENTE a favore dei nuovi bisogni

    tu dici: non solo al centro. è vero: può essere riproposto anche in altri contesti. il modello è sempre lo SCAMBIO da casa a casa. Una casa difficile per i nuovi bisogni, scambiata con una adatta

    io ho in mente il CENTRO CITTA’ perchè è uno spazio meravigloso per la socialità: uscire dal MAP (mini appartamanto protetto) e giracchiare per la città. vivendola, incontrando persone , guardando per la millesima volta il paesaggio, le vetrine ecc ecc.

    però, ripeto: il modello funziona per ogni contesto urbano, purchè “assistito”, milgiorato, reso accessibile e sicuro

    grazie per i tuoi materiali di esperienza che studierò e renderò accessibili sul blog mappeser.com.

    stammi bene e saluti cordiali

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  6. Buongiorno!! Grazie di cuore per tutto!! Condivido in pieno questo bellissimo progetto sociale!! A Camnago volta superiore, c’è un convento di suore ormai dismesso perché troppo costosi da mantenere!! Le suore sono state cominciate in altre sei!! È un posto incantevole,. Immerso nel verde con il bel parco!! Sarebbe lideale, a mio avviso, per rea!Issare questa tipologia di progetto!! Grazie!! Cordiali saluti!!

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  7. Buongiorno!! Grazie di cuore per tutto!! Condivido in pieno questo bellissimo progetto sociale!! A Camnago volta superiore, c’è un convento di suore ormai dismesso perché troppo oneroso da mantenere!! Le suore sono state domiciliate in altre sedi!! È un posto incantevole,. Immerso nel verde con il bel parco!! Sarebbe lideale, a mio avviso, per realizzare questa tipologia di progetto!!Per qua fa riguarda i Finanziamenti si può attingere sia da Enti pubblici che da privati volenterosi!! E, c’è ne sono!! Grazie!! Cordiali saluti!!

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  8. Conosco bene l’ubicazione bellissima ma isolata del convento di Camnago; da persona vecchia quale sono, lo troverei piu’ adatto da trasformare in u n co-housing per giovani famiglie anche per lo spazio verde annesso. In vecchiaia si ha piu’ bisogno di stare in un contesto piu’ ” abitato”, vicinissimo per andare a piedi a fare la piccola spesa, al mercato vedere gente in strada, al bar, in quartiere, vicino alla farmacia,al medico di base, in chiesa, al Museo, ecc.

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