…. Oggi per voler bene all’Italia bisogna trovare i luoghi in cui è diversa e averne cura. Non avere la foga di metterli sotto gli occhi dei giornali e della televisione. Noi abbiamo bisogno di luoghi in cui la lingua non è imbellettata, in cui nessuno scalcia per passare avanti, riposa, luoghi attraversati dalla poesia e dalla morte, in cui nessuno si fa il nido, ma tutti inciampano dalla mattina alla sera, luoghi in cui un uomo ha lo stesso valore di una damigiana sfondata e si dà spazio e valore ai ragni, alle chiavi arrugginite, ai cani.
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L’Italia che amo è quella che non sa niente di sé, che non si sente ricca né povera, che non si vanta e non si lamenta, un’Italia che appare a lampi su strade periferiche, un’Italia rimasta viva per sbaglio, per le amnesie della politica, per i mancamenti del progresso. Mi piace l’Italia che trovo all’inizio di certi paesi, un paese in pigiama o in pantofole, un paese che non si è lavato i denti, senza moine pubblicitarie, un paese indisposto e indisponibile.
