…. Il 10 gennaio 1970 a Palazzo Cernezzi il Consiglio Comunale approva il primo bilancio di previsione dell’azienda, comprensivo dell’acquedotto.Lo sforzo compiuto dall’azienda è orientato in tre direzioni: occorre rimediare alla scarsità d’acqua individuando nuove fonti di approvvigionamento; è urgente provvedere all’ammodernamento degli impianti per aumentae l’efficienza; la rete, infine, va estesa in direzione delle nuove aree di urbanizzazione.L’apetto più critico è la carenza di acqua; gli interventi si articolano a due livelli: da un lato si pone mano a rimedi d’urgenza, a tamponamenti a scadenza immediata, come la trivellazione di due pozzi in via Benzi e in viale Varese.Dall’altro lato le accresciute disponibilità idriche e il contemporaneo impoverimento delle riserve su un territorio che rientra fra i più popolati e a più alto sviluppo industriale, impongono la necessità di affrontare il problema delle risorse idriche in forma globale, i modo da giungere a una corretta programmazione. ALLA RICERCA DI NUOVE FONTI IDRICHE:I POZZI Obiettivi dell’idrogeologia sono la localizzazione dellle riserve idriche sotterranee, la valutazione delle riserve disponibili, i criteri razionali di emungimento, la conservazione nel tempo delle riserve.La stima di queste grandezze comporta la conoscenza delle caratteristiche geologiche degli orizzonti acquiferi, la valutazione dei parametri caratteristici della roccia – serbatoio e di quelli caratteristici del complesso acqua – terreno.I rilevamenti eseguiti individuano nella piana del Seveso e nell’alveo del Breggia, nella zona di Tavernola, le potenziali aree di sfruttamneto.Grazie alla trabeazione di numerosi pozzi, e alla sostiruzione di quelli malandati, nel corso degli anni ’70 la sete della città va spegnendosi.
Corriere di Como – Approfondimento
