IL MONUMENTO
Di notte
scoppiò un temporale,
colpì il monumento,
lo abbatté,
pietra e verdi
frammenti di bronzo,
sul prato.
Ora giace
tra arbusti
e rami divelti.
Tu porti
a nudo i frammenti,
crepe e scanalature
scavate dalla pioggia, strofini
via cicatrici, macchie,
nomi aggiunti a vernice
sul piedestallo.
Quando avrai finito
niente
del monumento
avrà lo stesso aspetto.
La cappa balenerà,
riccioli di capelli
parranno vorticare
alla luce della luna
o traboccare nel sole splendente.
Nessun vento urlerà
sotto le braccia o il mento;
tutti i segni e le sillabe
del dolore saranno
riformulati, e quando
lascerai lo sguardo duro
del monumento, il viola
freddo della sua ombra,
non ti verrà in mente
di voltarti.
Nemmeno i timori
di un lento disfarsi,
di incendi che divampano
alla sua base
ti tratterranno.
Prima di allontanarti
lascerai cadere nella sua
gola una lista
di cose da fare
se cadesse di nuovo.
La tua ultima parola
sepolta nella forma fredda
del monumento...
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