Carlo Ferrario [1931–2019] è morto dopo lunga malattia e dopo un’intensa vita dedicata – da raffinato intellettuale – interamente alla cultura. Scritta così, di getto, questa frase non ha molto senso e Carlo ne riderebbe; tuttavia dedicare una vita intera alla cultura è esattamente quel che è avvenuto con lui. Raro beneficio – si dirà – consentito a pochi e meritato da ancor meno facendo della cultura un privilegio assoluto: almeno come Carlo l’intendeva.
Chi lo ha conosciuto e frequentato sa esattamente che cosa significasse per Carlo vedere e coltivare l’immenso campo del sapere: saper scegliere, seminare, coltivare, veder crescere, goderne i frutti… pochi o tanti, ma sempre eccellenti e mai nascondersi dietro i paraventi di un intellettualismo facilone: non era accondiscendente.
Dotato di curiosità infinita – almeno fino a che corpo e mente glielo hanno consentito – e di una memoria prodigiosa godeva nell’accumulo della conoscenza ed ogni nuova cosa che apprendeva s’andava così ad aggiungere alla materia precedente: era un intellettuale seriale. Instancabile nell’argomentare e sempre – o quasi – con somma capacità d’analisi e di critica. Nella critica – infatti – era maestro, indiscusso.
…
segue qui
Addii. Carlo Ferrario: Silenzioso Maestro – JSC15 – Journal dal Lago di Como, Lecco e Brianza