Criminalità e microcriminalità

Il covid è un’affare per la ‘ndrangheta e il turismo fa gola, intervista a Alessandra DOLCI (capo della Procura antimafia) a cura di Paolo Moretti, in La Provincia 29 apr 2020

in https://www.laprovinciadilecco.it/stories/Cronaca/il-covid-e-un-affare-per-la-ndrangheta-e-il-turismo-fa-gola_1351869_11/

Criminalità e microcriminalità

’Ndrangheta, a Como record di affiliati – Cronaca Como, 20 gennaio 2020

La Direzione Investigativa Antimafia: «Sul Lario malavita calabrese pienamente operativa». Dalla mappa delle locali dei clan la nostra provincia è seconda nel Nord Italia dopo Torino e al pari di Milano

Solo Torino supera la provincia di Como per numero di “locali” di ’ndrangheta «operativi» sul territorio.

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’Ndrangheta, a Como record di affiliati – Cronaca Como

 

https://www.laprovinciadicomo.it/stories/premium/Cronaca/la-ndrangheta-prima-urgenza-in-provincia-di-como_1337468_11/?fbclid=IwAR29smpnMH6cD2jBB3G3DJgVj5C_0kqqH7Ab5VyJ1stZQB2adaLeBGQv_R0

Criminalità e microcriminalità · CRONACHE LOCALI · strage di Erba · Vittime e criminali

la strage di Erba: cronologia 2006-2011, pubblicata in Giallo n. 1, 2020

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Criminalità e microcriminalità · Vittime e criminali

dati statistici sulla CRIMINALITA’ a Como e provincia, dati 2018/2019, da Corriere di Como, 4 gennaio 2020

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Criminalità e microcriminalità · strage di Erba

Per ricordare LA STRAGE DI ERBA (2006) dei coniugi o*lindo e r*osa, condannati nei tre gradi di giudizio. Le vittime: Raffaella Castagna; Youssef; Paola Galli; Valeria Cherubini. Appunti 2006 – 2019

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CRONACHE LOCALI · strage di Erba · Vittime e criminali

Nel cuore ferito della “strage di Erba” (2006-2018), Franca Leusini, in RaiTre/Storie maledette, 16 dicembre 2018. Video RaiPlay

Franca Leosini affronta i veleni che dopo dodici anni ancora aleggiano intorno alla strage di Erba

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Storie maledette – Nel cuore ferito della strage di Erba – 16/12/2018 – video – RaiPlay


 

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da una mia lettura, di una decina di anni fa, di quegli eventi

https://coatesa.com/2017/03/16/la-strage-di-erba-la-strage-dei-vicini-di-casa-erba-como/:

I fatti

Omicidio plurimo premeditato: è il reato contestato ai coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi per la strage di Erba. Gli inquirenti ritengono che la famiglia di Raffaella Castagna sarebbe stata spiata nei giorni precedenti al quadruplice omicidio. Ad uccidere il piccolo Youssef sarebbe stata Rosa Bazzi, la prima a confessare. Le armi usate,un coltello, una mazza e un coltellino, sono state distrutte.
Il movente sarebbe stato la causa giudiziaria nata da una denuncia di Raffaella Castagna contro i Romano.
Avevano sempre negato, ma ieri notte i due coniugi hanno fatto le prime ammissioni. Dal carcere è arrivata la confessione, dopo 10 ore d’interrogatorio.
Così siamo arrivati alla verità su quello che accade l’undici dicembre 2006 nella cascina ristrutturata di via Diaz, nel pieno centro di Erba. Quel giorno Raffaela Castagna, sua madre Paola Galli, suo figlio di due anni Youssuf e la vicina di casa Valeria Cherubini, vennero massacrati. Poi gli assassini cercarono di nascondere quel pluriomicidio con un incendio. Ma i corpi senza vita dei quattro vennero ritrovati immediatamente dai vigili del fuoco.
All’inizio il sospettato numero uno per gli inquirenti era il marito di Raffaella, Azouz Marzouk, 25 anni, con alle spalle un passato recente legato al traffico dei stupefacenti. Ma lui quel giorno non era ad Erba, addirittura non era in Italia, ma in Tunisia, paese di cui è originario.
Si era ipotizzata una vendetta trasversale. Qualcuno che voleva far pagare al Marzouk uno sgarro. A fare luce sulle quattro morti ci hanno pensato i Ris- Reparti Investigazioni Scientifiche. Dalle loro analisi risultava che sul luogo del delitto c’erano tracce ematiche appartenenti ad una donna. In ventiquattr’ore ecco la svolta. Vengono da prima ascoltati e in un secondo tempo arrestati due vicini di casa della Castagna, i coniugi Romano.
Abitano al pian terreno della cascina. Avevano avuto dei problemi con la famiglia Marzouk. Erano arrivati alle mani e avevano picchiato Raffaela Castagna, al punto che la donna aveva denunciato i due tramite querela.
Romano e la moglie si sono sempre dichiarati innocenti e l’hanno urlato ai giornalisti il giorno in cui vennero caricati su una macchina dei carabinieri. Si era parlato anche di una foto, scattata il giorno della tragedia, che scagionava l’uomo. Ma poche ore dopo la smentita.
Ieri notte, pochi minuti prima della mezzanotte, le prime conferme. Oggi, dopo le complete confessioni di Olindo Romano e Rosa Bazzi, che dicono agli inquirenti:”Siamo stati noi. Abbiamo usato spranga e coltello”.

I commenti

Ci saranno tante e diversamente motivate spiegazioni.

Dentro di me ne emergono tre.

Non ci sono più tabù nei confronti dei reati, anche quelli più estremi. E’ caduta la paura della sanzione e sono caduti i freni inibitori alla istintualità nascosta dentro ciascuno di noi. Non c’è un imperativo esterno neppure contro la uccisione di un bambino che non parla, ma che piange: a Cogne Samuele piangeva,  a Casalbaroncolo Tommaso piangeva, a Erba Youssuf piangeva. Qui poi c’è il calcolo: “bruciamo tutto, daranno la caccia agli immigrati” (e qui era facile per loro pensare di depistare: c’era un organizzatore del traffico di droga nella zona). Decenni di garantismo hanno dissolto le barriere contro il reato. In più la italica furbizia (i processi Previti e Berlusconi ne sono gli archetipi) ha prodotto apprendimento: si può farla franca.

Poi c’è la cultura della “roba”, del piccolo interesse privato:

Tutta quella roba se l’era fatta lui, colle sue mani e colla sua testa, col non dormire la notte, col prendere la febbre dal batticuore o dalla malaria, coll’affaticarsi dall’alba a sera, e andare in giro, sotto il sole e sotto la pioggia, col logorare i suoi stivali e le sue mule – egli solo non si logorava, pensando alla sua roba, ch’era tutto quello ch’ei avesse al mondo; perché non aveva né figli, né nipoti, né parenti; non aveva altro che la sua roba. Quando uno è fatto così, vuol dire che è fatto per la roba.

Giovanni VergaLa roba, da “Novelle rusticane”

Qui poi, nel profondo nord celtico, tanto contiguo al profondo sud arabo, c’è il localismo selvaggio alimentato con aggressività dalla Lega Nord, partito di fortissima base sociale in quelle zone.

Si tratta di una società improntata all’apparire, incapace di elaborare i nuovi problemi, tendente solo a negare o nascondere. Una società che frequenta la chiesa senza alcun vero sentimento religioso, una società apparentemente pacifica, in realtà aggressiva (molto aggressiva) e, per giunta, vittimista. Una società che sembra fondarsi sulla famiglia entro cui, invece, domina il conflitto espresso o quello nascosto che genera sempre maggior odio. Una società inondata dal denaro dello sviluppo economico, dove per lungo tempo le banconote venivano nascoste sotto le mattonelle e solo dopo nelle banche. In questa società lo studio scolastico è considerato una perdita di tempo. In questa società tutto quanto “è nuovo” è pericoloso. L’unico posto dove ci si costruisce una opinione è l’osteria. Dove il linguaggio è violento e gridato.
Ora si indagheranno la personalità, la patologia, i legami familiari: ma occorrerà non ignorare la responsabilità di una società che ha contribuito a produrre quei colpevoli.

Infine c’è la caduta del senso di colpa. Il cui indizio è la tranquillità con cui gli assassini hanno affrontato i cronisti e la serenità di coppia che hanno continuato a trasmettere in questi giorni. Il senso di colpa non appare quando l’azione è deliberata e consapevole. E il nodo è proprio questo: venuto a cadere il principio della responsabilità morale il pentimento non può emergere alla coscienza.
Ancora una volta si vede che è nelle situazione estreme che l’intreccio inestricabile persona-cultura-società si mostra in tutta la sua evidenza.
L’aggressività individuale può essere contenuta solo se l’ambiente esterno la regola, incanala, punisce.

Una riflessione finale. Solo qualche giorno fa si è scoperto un paese apparentemente schierato tutto contro l’esecuzione di un capo di stato responsabile attivo della morte di migliaia di bambini e di adulti. L’opinionismo giornalistico e politico politically correct ha elogiato questa italianità.
Ora gli omicidi e l’infanticidio di Erba fanno riaffiorare quelle pulsioni punitive favorevoli alla pena di morte che sembravano assopite e dormienti.
Quanto è mutevole e quanto rapidamente cambia il giudizio delle persone!
E’ una cosa che mi appare strana, davvero molto strana: nel caso del dittatore-sterminatore, che è un “caso” estremo, le coscienze si acquietano e si fanno le processioni per fermare la sentenza.
Nel caso di Erba, che invece è “normale” e latente fra i nostri luoghi della quotidianità, la pena di morte – per queste persone di sensibilità mutabile a seconda della vicinanza – diventa di nuovo utilmente punitiva e giusta.
Strane le coscienze e le anime belle!

Criminalità e microcriminalità

insulta e aggredisce i poliziotti, provocando una lezione: arrestato e processato. Notizia da La Provincia 6 novembre 2017

artista1386

Criminalità e microcriminalità

Piromani in Alto Lago: due arresti, 27 aprile 2017

Sorpresi dai carabinieri forestali mentre tentavano di appiccare un altro incendio a San Siro L’accusa: dopo avere innescato le fiamme con l’accendino, rimanevano ad assistere alle operazioni di spegnimento

Sorgente: Due arresti in Alto Lago: «Sono piromani» – Lago e valli Livo

Criminalità e microcriminalità · CRONACHE LOCALI · strage di Erba

La strage di Erba: la strage dei vicini di casa, Erba (Como). Appunti basati sulle notizie di cronaca giornalistica, 16 marzo 2017

Avatar di Paolo FerrarioMAPPE nel sistema dei SERVIZI alla persona e alla comunità, a cura di Paolo Ferrario

Erba, Provincia di Como

I fatti

Omicidio plurimo premeditato: è il reato contestato ai coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi per la strage di Erba. Gli inquirenti ritengono che la famiglia di Raffaella Castagna sarebbe stata spiata nei giorni precedenti al quadruplice omicidio. Ad uccidere il piccolo Youssef sarebbe stata Rosa Bazzi, la prima a confessare. Le armi usate,un coltello, una mazza e un coltellino, sono state distrutte.
Il movente sarebbe stato la causa giudiziaria nata da una denuncia di Raffaella Castagna contro i Romano.
Avevano sempre negato, ma ieri notte i due coniugi hanno fatto le prime ammissioni. Dal carcere è arrivata la confessione, dopo 10 ore d’interrogato.
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Criminalità e microcriminalità · CRONACHE LOCALI · strage di Erba

Strage di Erba, la vita in carcere di olindo castagna – aggiornamento al 16 marzo 2017

Fine pena mai per la strage di Erba, pensa ad Agraria

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Sorgente: Strage di Erba, la vita in carcere di Olindo: tribolazioni di un pollice verde – Cronaca

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Guardie armate nelle stazioni, il progetto parte da Erba – da ilgiorno.it

progetto che prevede l’utilizzo di guardie di una società privata a presidio delle ferrovie.  Sono stati l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilita’, Alessandro Sorte e il sottosegretario alla Presidenza con delega all’Attuazione del programma, ai Rapporti istituzionali nazionali e alle Relazioni internazionali, Alessandro Fermi,

Sorgente: Guardie armate nelle stazioni, il progetto parte da Erba – Cronaca – ilgiorno.it

Criminalità e microcriminalità

TRE COLPI ALLA ‘NDRANGHETA: incontri per conoscere la presenza delle mafie tra l’erbese e il triangolo lariano Sala consigliare, via Roma 23, Ponte Lambro, ore 21, ingresso libero

TRE COLPI ALLA ‘NDRANGHETA: incontri per conoscere la presenza delle mafie tra l’erbese e il triangolo lariano
Sala consigliare, via Roma 23, Ponte Lambro, ore 21, ingresso liberoTRE COLPI ALLA ‘NDRANGHETA: incontri per conoscere la presenza delle mafie tra l’erbese e il triangolo lariano

Sala consigliare, via Roma 23, Ponte Lambro, ore 21, ingresso libero
https://coatesa.com/wp-content/uploads/2016/05/stop_ndrangheta_loc_erba_2016.jpg
La ‘ndrangheta in Lombardia e il caso Perego Strade è il secondo incontro della Rassegna Tre colpi alla ‘ndrangheta, organizzata dal Circolo Ambiente Ilaria Alpi in collaborazione con le biblioteche comunali di Erba, Eupilio e Ponte Lambro. Interverrà il giornalista e scrittore Mario Portanova. Modera Duccio Facchini.

Sorgente: MERCOLEDÌ 11 MAGGIO – La Settimana InCom – La Provincia di Como La Provincia di Como – Notizie di Como e provincia