Autore riservato, narratore di grande culturale e di raffinata scrittura, amabile conservatore, Sergio Ferrero amava tenere nell’ombra molto di sé e dei propri interessi. Ad esempio i rapporti intellettuali che ha intessuto durante la sua avventura letteraria ed umana, le sue passioni letterarie. A volte si lasciava convincere a scrivere saggi, in cui poteva consigliare i lettori sulle sue passioni letterarie, soprattutto riguardanti la letteratura francese e inglese, anche se non voleva essere un critico (anche se inconsciamente lo era).
C’è tutta una dimensione poca nota, legata all’esperienza di questo scrittore italiano che per anni è stato collaboratore della “Provincia”, che va indagata e della quale tracce sono rimaste nei due bauli che ha lasciato a Basilio Luoni e ad Attilio Marasco, pieni di sorprese che ora, in parte, vanno a costituire l’omaggio prestigioso, curato da Francesco Rognoni, che gli dedica una rivista storica nel panorama culturale italiano, la fiorentina “Paragone”, voluta da Roberto Longhi e da Anna Banti e che ancora resiste. Nel numero in uscita, quello di agosto-dicembre 2008, una parte monografica è dedicata proprio a Sergio Ferrero, con materiali inediti e testimonianze dei molti amici che lo hanno incontrato e hanno condiviso con lui esperienze e momenti di amicizia e di scambio culturale.
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