Vivere in una città di provincia ha qualche vantaggio, oltre che qualche limite.
Per esempio si può arrivare facilmente in un paese dove il destino mi ha affidato un giardino/orto.
“La terra è bassa”
Nei comportamenti orientati a coltivare un orto ho osservato due tendenze:
una concretistica e pratica, consistente nel procacciarsi una alimentazione integrativa a quella dei mercati e supermercati
e una meditativa e contemplativa, consistente nella possibilità di filosofeggiare sui cicli della vita e sulle sottili rassomiglianze fra il curare un vegetale e se stessi.
E tuttavia, in entrambi i casi, occorre apprendimento.
A fare un orto si impara per prove ed errori. Meglio però avere qualche istruzione da chi ne sa di più.
E’ a questo punto che subentra il prof. Cristianini.
La situazione in cui mi sono trovato è quella delle “università popolari”. Fra pensionati e pensionate con molto tempo a disposizione. Tutti piuttosto ciarlieri e saputelli.
Ma Cristianini ci ha pensato subito a chiarire come stanno le cose:
Già, perché quello che riuscirò a rendere è solo il contenuto della sua aurea lezione. Non la sua gestualità e presenza scenica. Ma gli audio che troverai qui integrati nel testo, amico/lettore di blog, in parte renderanno vivo il personaggio davvero unico ed irripetibile.
Un vero esperto di botanica, in un corso di pratica orticola.
Ecco i miei appunti della lezione.
Per il linguaggio colorito e talvolta gaddiano rimando agli audio.
La pianta è un organismo vivente
qui in formato mp3 Audio della introduzione
E quindi ha bisogno di 4 cose:
1: MANGIARE
2. BERE
Tutte e quattro queste cose. Contemporaneamente
Chiaro!”
Cominciamo con il calore e la luce
qui in formato mp3 Audio del calore e della luce
La luce è la benzina che fa girare il motore della pianta.
Piante da frutto e ortaggi non possono convivere bene. Non fate l’orto nella parte più sfigata del giardino. Scegliete la parte migliore, quella con più luce.
L’ortaggio cerca la luce
Lasciate spazio fra le piantine.
che una pianta in più e trattata male”
Attenzione: voi siete degli hobbysti: lasciate perdere la semina.
Meno seminate e più trapiantate meglio è. Occupatevi dell’accudimento: è già fin troppo.
E se volete seminare fatelo a file, non a spaglio!
Bere
qui in formato mp3 Audio sul bere
Però: meno si bagnano le foglie meglio è. E’ la pianta che cerca il suo modo di raffreddarsi.
Cosa provereste se vi buttassero un secchio di acqua fredda dopo che siete stati per ore al sole?
E ora qualche nozione di botanica.
Immaginate che il verde della foglia sia come una tavola da biliardo.
Cosa va sulla tavola di biliardo?
Arriva l’acqua. Una parte si ferma sul tavolo. Una parte deve uscire sotto forma di vapore. La foglia traspira e rinfresca la foglia
Arriva l’aria. Nell’aria c’è l’anidride carbonica.
L’acqua + l’anidride carbonica si saldano fra loro usando la luce del sole e formano gli zuccheri e l’ossigeno.
Capito la meraviglia delle piante?
Le piante filtrano l’aria, perché assorbono l’anidride carbonica e l’arricchiscono di ossigeno.
E poi noi le maltrattiamo:
Ecco cosa c’è sulla tavola da biliardo: Acqua, anidride carbonica, zuccheri, ossigeno …. e elementi minerali.
Già, perché siamo arrivati al:
Mangiare
qui in formato mp3 Audio sul mangiare
La pianta ha bisogno anche degli elementi minerali, che sono di due tipi:
– i macro-elementi: a loro volta di tre tipi e la pianta ne ha molto bisogno
– i micro-elementi: 9 tipi che si trovano nel letame e nel compostaggio. Una terra con letame (anche secco ed industriale, non occorre andare a raccoglierlo direttamente, anche se chi può …)
In una terra ricca e poco sfruttata il letame da solo ce la farebbe e fornire nutrimento.
Ma più spesso il letame da solo non ce la fa, non basta. Perché sono i batteri che, digerendo il letame, forniscono gli elementi. Ci vuole tempo. Troppo.
E allora occorre un concime che contenga gli elementi macro:
“e se è industriale, meglio …
Perché siamo nel Terzo Millennio!
Chiaro …
Zio cantante ….”
Ecco le letterine magiche:
N azoto
P fosforo
K potassio
qui in formato mp3 Audio sul concime ternario
Prendere il sacco, guardare l’etichetta, se ci sono le tre letterine va SEMPRE bene.
Sono gli specialisti che debbono distinguere fra le percentuali. Per ragioni di costo.
Per l’hobbysta va sempre bene.
Quindi concime composto ternario. Se poi è a cessione lenta meglio ancora.
“Letame e concime industriale:
è un pranzo natalizio per la pianta!
Quando comincia ad allargare le radici
è come se fosse alle Seychelles!
Zio caro!”
Quanto e come?
Letame. La quantità non è vangelo.
50/80 chili di letame fresco ogni 10 metri quadrati.
5/8 chili di quello disidratato: una carriolata , per intenderci.
Concime composto ternario: 6/8 chili ogni 100 metri quadrati, distribuito e interrrato
“Si lavora con le braccia
(gesto verso il muscolo del braccio)
Ma soprattutto con la testa
(gesto verso la testa)
Chiaro !”
Si lavora con i muscoli
ma soprattutto con la testa
E qui devo aprire una parentesi.
Questo inciso del professor Cristianini MI HA CAMBIATO LA VITA
Nel mio campetto creo dei passaggi, piuttosto comodi.
Vango solo dove coltiverò (così il lavoro si riduce dell’80%)
Creo delle “prode”, ossia dei lunghi bauli (baulamento del terreno) rialzati. Terra morbida, arieggiata, letamata. File di terra che migliorano la loro qualità terrigna di anno in anno. Non più quelle vangature su tutto il campetto.
Ogni proda avrà 5 /10 cm di terra morbida con dentro il concime ternario e 30 cm di terra letamata.
La terra deve essere morbida, arieggiata.
Come si fa?
Con il compostaggio: un angolo dell’orto in cui su butta erba, residui vegetali, foglie, la si rimesta ogni tanto, gli si aggiunge un po’ di letame disidratato. E in un anno o due viene fuori della magnifica e riposata terra che andrà a migliorare la struttura delle prode.
qui in formato mp3 Audio su letame, compostaggio e pacciamatura
Ecco le fasi. Prima lavoro con il letame, arricchendo la terra con il compost, poi aggiungo il concime composto ternario.
E ho creato le Seychelles per le piantine
Infine il colpo da scacco matto (inchini e ringraziamenti al professor Cristianini):
Mettere il telo nero da pacciamatura
Gli enormi vantaggi del telo nero:
– la pioggia non comprimerà la terra, che rimarrà bella alveolata, morbida e arieggiata
– occorrerà meno acqua di irrigazione
– le piante si nutrono meglio
– c’è più calore
– non cresce l’erba
Ecco il perfetto ambiente per il ciclo di vita della piantina trapiantata: prima si nutre con il concime ternario (è da subito ad un pranzo di gala), poi mangia nella terra dove il letame sarà ormai pronto con le sue sostanze, a e ad agosto un aiutino per la parte finale con qualche oculata aggiunta ancora di concime ternario, magari solubile e fornito con le annaffiature.
Quando?
Qui la regoletta è per il Nord Italia:
– insalate: anche ad aprile, a loro bastano anche solo 5 o 6 gradi
– prezzemolo e sedano: dopo la metà di aprile
– pomodori, zucchine, fagiolini, zucca: alla fine di aprile
– melanzane: a metà maggio
– peperoni: a fine maggio
Così si riesce anche a distribuire le fatiche e a conciliare i tempi della nostra vita lavorativa e domenicale.
Vi assicuro: provare per credere. Queste indicazioni sapienziali sono meglio di tante pagine di botanica orticola.
Concludo con l’aurea citazione del grande ispiratore di questi appunti, ossia il prof. Cristianini
“Nell’orto si lavora con le MANI
con i PIEDI
ma soprattutto con la TESTA”
E così dopo il necessario lavoro sarà anche possibile meditare su questa evidenza:
c’è una certa relazione fra il coltivare un orto e coltivare se stessi.
Accudire un orto insegna anche ad accudire la personalità.
Unitaria e/o multipla che sia.
Clicca per un altro audio della Lezione del prof. Cristianini: tecniche colturali per ottenere il meglio dall’ORTO
interessante, incentivante, intelligente! grazie, Paolo, ricordavo perfettamente del tuo impatto straordinariamente positivo con questo simpaticissimo maestro di orto e di vita!
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GRAZIE, anna. e saluti cari a voi
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