…
Per estate indiana s’intende quel periodo di bel tempo tra ottobre e novembre che di solito nell’emisfero settentrionale segue ai primi geli, quando già le foglie hanno cambiato colore, ma non è caduta ancora la prima neve. La tela dei ragni si fa argentea alla mattina e c’è tutta l’intensità struggente di un caldo che non durerà, qualcosa di bello destinato a svanire presto. L’etimologia è incerta. Forse si parla di estate indiana perché l’autunno avanzato era la stagione nella quale i pellerossa sospendevano i loro attacchi per mettere al sicuro i raccolti di zucche e granoturco. Ma il termine potrebbe avere anche una sfumatura negativa, derivante dall’immagine stereotipata dell’indiano come mentitore e incapace di tenere la parola data: ecco quindi che indian summer sarebbe sinonimo di “falsa estate”. Noi parliamo piuttosto di estate di San Martino, ovvero i giorni intorno all’11 novembre, quando i contratti agricoli giungevano a scadenza e, se non erano stati rinnovati, i contadini dovevano trasferirsi in un’altra fattoria (tanto che «fare san Martino» in molte regioni è sinonimo di «traslocare», quasi sempre di malavoglia).