”Verde brillante” spiega perché le piante hanno intelligenza, apprendimento e memoria. Sono organismi viventi niente affatto inferiori. Come scrive Michael Pollan nell’amena presentazione al libro di Stefano Mancuso e Alessandra Viola il mondo vegetale ha molto da insegnarci. Le piante hanno una personalità, possiedono i cinque sensi come noi, si scambiano informazioni e interagiscono con gli animali. Per sopravvivere adottano strategie mirate, hanno una vita sociale, sfruttano al meglio le risorse energetiche. Sono capaci di scegliere, imparare e ricordare, sentono perfino la gravità. Charles Darwin lo aveva già detto più di un secolo fa: le piante non hanno un cervello, perché sono le loro radici a determinarne il comportamento intelligente. Nel 2013 ”Verde brillante” ha ottenuto il Premio nazionale per la divulgazione scientifica dell’Associazione italiana del libro e nel 2014 il Premio Gambrinus ”Giuseppe Mazzotti”. Più volte ristampato, è stato tradotto in tedesco, spagnolo e inglese ed è di prossima pubblicazione in Francia e in Giappone.
Una confessione e un cantico, una collezione di tesori, di parole, di espressioni, esperienze e intuizioni che ha il profumo del bosco, dei funghi essiccati, dei fiori impaginati della quotidiana avventura che è la vita. Il nuovo canto di Peter Handke, pellegrino al muro del Tempo.
Questi taccuini originali, scritti a mano con matita, pennarello o biro di diversi colori, ornati di disegni – e segnati dalle tracce del vento, delle intemperie e delle bestiole selvatiche, – sono per me i diari più belli e preziosi dell’ultimo secolo, anche per la bellezza indomita e selvaggia delle forme che prende la scrittura. Hans Höller, Der Standard
Nel tempo prolungato e sospeso che si confà alla durata e alle ore della sera, Peter Handke raccoglie frammenti di pensieri che brillano come…