Insieme a tutti i miei morti – e insieme a tutti i morti – mi aspetta. I nostri morti ci aspettano. Ora sono degli Dèi. Per ora stanno fermi nella luce. Come le stelle fisse del cielo.
Poi, quando la vicenda terrena dell’uomo sarà giunta al proprio compimento, sarà necessario che ognuno faccia esperienza di tutte le esperienze altrui e che in ognuno appaia la Gioia infinita che ognuno è nel profondo. Essa oltrepassa ogni dolore sperimentato dall’uomo.
Siamo destinati a una Gioia infinitamente più intensa di quelle che le religioni e le sapienze di questo mondo permettono
…
E non riposeremo “in pace”. In pace riposano i cadaveri. Lasciandoci alle spalle il dolore e la morte, quella luce mostrerà all’infinito una Gioia sempre più infinita
in Emanuele Severino, IL MIO RICORDO DEGLI ETERNI, Rizzoli, 2011, P. 11