Categoria: Severino Emanuele
il gatto di Simona R. riflette su LA LEGNA E LA CENERE, 18/2/20
“Si è «a casa»”, Emanuele Severino (da L’uomo in debito cerca la libertà, Corriere della sera 13 gennaio 2014)
“Ognuno di noi abita una «casa» , chiamiamola così. Attorno, a perdita d’occhio, la brughiera. Il fuoco è acceso, la tavola imbandita. Ma capita, guardando verso la finestra, che il vento ci faccia credere di trovarci là fuori — e ci si dimentichi di dove siamo davvero.
Si è «a casa».
Sin da prima dell’inizio dei tempi. Ci rimarremo in eterno; la casa sarà sempre più accogliente. E invece crediamo di vivere nella terra inospitale che ci ha ghermito col vento.
Stando là fuori diciamo: «Ecco il mondo; questa è la vita che ci è toccata». Ci crediamo mortali. Ma quando si muore non si va da qualche parte. Ci si risveglia accanto al fuoco. Non più ingannati dal vento. Né intimoriti delle ombre e dal gelo della brughiera.
Una povera favola? Non direi; ma una metafora sì: dello Spettacolo che da gran tempo tento di indicare. (Il tentativo è delle parole, non di ciò che esse indicano”).Emanuele Severino
(da L’uomo in debito cerca la libertà, Corriere della sera 13 gennaio 2014)
Katia Trinca Colonel RICORDA i passaggi a COMO del pensatore EMANUELE SEVERINO (1929-2020), in Corriere di Como, allegato locale del Corriere della Sera, 25 gennaio 2020
Il pensiero di EMANUELE SEVERINO, a cura di Vasco Ursini (1936-2023)
Katia Trinca Colonel
si è laureata in Filosofia all’Università Statale di Milano e si è specializzata in counseling filosofico presso l’Istituto superiore di ricerca e formazione in filosofia, psicologia e psichiatria – ISFiPP – di Torino.
È giornalista culturale per il quotidiano Corriere di Como, allegato locale del Corriere della Sera.
Da sei anni tiene laboratori di filosofia nel Carcere del Bassone di Como e si adopera per la divulgazione della giustizia riparativa.
la LEGNA e la CENERE: l’apparire dell’ “esser sè” di EMANUELE SEVERINO nella tavernetta con il camino acceso a Coatesa sul Lario
LEGNA E CENERE: l’apparire dell’esser sè di Emanuele Severino nella tavernetta con il camino acceso a Coatesa sul Lario.
disegno di Nanà Dalla Porta in:
GALIMBERTI UMBERTO, MERLINI IRENE, PETRUCCELLI MARIA LUISA, PERCHÉ? 100
… già da vivi sono ciò che non suppongono di essere …, Emanuele Severino su un frammento di Eraclito
Emanuele Severino, RICORDARE E' IMPORTANTE …
… Lasciandoci alle spalle il dolore e la morte, quella luce mostrerà all'infinito una Gioia sempre più infinita …, Emanuele Severino, in IL MIO RICORDO DEGLI ETERNI, Rizzoli, 2011, p. 11
Insieme a tutti i miei morti – e insieme a tutti i morti – mi aspetta. I nostri morti ci aspettano. Ora sono degli Dèi. Per ora stanno fermi nella luce. Come le stelle fisse del cielo.
Poi, quando la vicenda terrena dell’uomo sarà giunta al proprio compimento, sarà necessario che ognuno faccia esperienza di tutte le esperienze altrui e che in ognuno appaia la Gioia infinita che ognuno è nel profondo. Essa oltrepassa ogni dolore sperimentato dall’uomo.
Siamo destinati a una Gioia infinitamente più intensa di quelle che le religioni e le sapienze di questo mondo permettono
…
E non riposeremo “in pace”. In pace riposano i cadaveri. Lasciandoci alle spalle il dolore e la morte, quella luce mostrerà all’infinito una Gioia sempre più infinita
in Emanuele Severino, IL MIO RICORDO DEGLI ETERNI, Rizzoli, 2011, P. 11
Emanuele Severino parla della LEGNA e la CENERE (nella tavernetta di Coatesa sul Lario)
disegno di Nanà Dalla Porta in:
Severino Emanuele | tracce raccolte in ANTOLOGIA DEL TEMPO CHE RESTA
LEGNA E CENERE: l’apparire dell’esser sè di Emanuele Severino nella tavernetta con il camino acceso | da COATESA SUL LARIO … e dintorni
La legna sta bruciando. Dapprima appaiono i suoi contorni nella luce del fuoco; poi essi scompaiono e appare l’incandescenza delle braci; a sua volta, poi, questa incandescenza scompare e appare la cenere.
La legna spenta, la legna accesa, le braci, la cenere e il vento che la disperde si sono avvicendati nel cerchio luminoso dell’apparire. Al subentrare di ognuno di questi eventi, il precedente esce dall’apparire. Il cerchio dell’apparire non attesta che la legna si trasforma in cenere: appunto perché non attesta che la legna si annienta come legna. Per “trasformarsi”, o “diventare” cenere è infatti necessario che la legna si annienti come legna. Ma se l’annientamento della legna non appare, non può apparire nemmeno il suo “diventare” cenere.
All’interno di quel cerchio, la cenere non è la sorte toccata alla legna; essa non grida, ma tace la sorte della legna. In quel cerchio, la legna non diventa cenere, così come gli uomini non diventano polvere: la cenere è il successore della legna; la polvere dell’uomo. Ma l’annientamento di ciò che muore non appare.
da:
disegno di Nanà Dalla Porta in:
GALIMBERTI UMBERTO, MERLINI IRENE, PETRUCCELLI MARIA LUISA, PERCHÉ? 100
LEGNA E CENERE: l’apparire dell’esser sè di Emanuele Severino nella tavernetta con il camino acceso
La legna sta bruciando. Dapprima appaiono i suoi contorni nella luce del fuoco; poi essi scompaiono e appare l’incandescenza delle braci; a sua volta, poi, questa incandescenza scompare e appare la cenere.
La legna spenta, la legna accesa, le braci, la cenere e il vento che la disperde si sono avvicendati nel cerchio luminoso dell’apparire. Al subentrare di ognuno di questi eventi, il precedente esce dall’apparire. Il cerchio dell’apparire non attesta che la legna si trasforma in cenere: appunto perché non attesta che la legna si annienta come legna. Per “trasformarsi”, o “diventare” cenere è infatti necessario che la legna si annienti come legna. Ma se l’annientamento della legna non appare, non può apparire nemmeno il suo “diventare” cenere.
All’interno di quel cerchio, la cenere non è la sorte toccata alla legna; essa non grida, ma tace la sorte della legna. In quel cerchio, la legna non diventa cenere, così come gli uomini non diventano polvere: la cenere è il successore della legna; la polvere dell’uomo. Ma l’annientamento di ciò che muore non appare.
da:
disegno di Nanà Dalla Porta in:
GALIMBERTI UMBERTO, MERLINI IRENE, PETRUCCELLI MARIA LUISA, PERCHÉ? 100