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A volte i libri nascono grazie a un incontro, alla condivisione di progetti e anche alla passione di far rivivere attraverso la scrittura chi è stato ingiustamente dimenticato. Di Luigi Dottesio, comasco, morto per difendere le idee di un’Italia unita e migliore attraverso la diffusione di libri banditi dagli austriaci che contrabbandava dalla Svizzera, da tempo non si parlò, ma la storia della sua vita affascina e sconvolge , al pensiero di quanto i valori che ha difeso fino alla morte siano oggi calpestati e disattesi.
Un protagonista del nostro Risorgimento che Pietro Berra ha strappato all’oblio, proprio grazie al fortunato incontro con il gallerista svizzero Milo Miler, che nel 2015, con la moglie Julia Kessler, ha ridato vita e splendore alla gloriosa tipografia elvetica di Capolago ( che divenne Helvetica), teatro delle vicende che videro Dottesio protagonista, acquistando l’edificio seicentesco della sede storica e salvandolo dalla lottizzazione.

