
scheda dell’editore:
https://www.newpressedizioni.com/scheda-libro/laura-porta/loro-9788893562447-727123.html
Tutto iniziò un’estate a Torno.
Mi ero recata nello splendido borgo lacustre per visitare la chiesa di
San Giovanni e approfondire le poche informazioni che avevo sul suo
cimelio più famoso, il Santo Chiodo, secondo la tradizione uno dei vari
chiodi della Passione di Cristo.
Mi intrigavano le pratiche rituali legate alla sua custodia, così simili a
quelle dell’Arca per la custodia delle reliquie della cripta del duomo di
Monza. La tradizione vuole che il chiodo venerato da secoli dai tornaschi
sia conservato in uno scrigno a sette chiavi, di cui una custodita dal
parroco e le altre sei dalle famiglie notabili del paese, rifacendosi ai setti
sigilli del libro dell’Apocalisse di Giovanni:
«Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?».
La potente affermazione secondo la quale nessuna creatura vivente può
comprendere il senso della Storia.
Nessuno sa dire il perché del nascere, del morire, dell’amare, del soffrire.
Sempre la tradizione vuole che l’ultima domenica di giugno durante la
liturgia di San Giovanni il chiodo venga estratto dallo scrigno e immerso
in un vaso di rame colmo d’acqua, acqua che viene poi distribuita a
infermi e malati.
Trovai interessante il rito, ma in quel momento ancora non mi ero interrogata
sui poteri taumaturgici attribuiti all’acqua.
Mi accompagnava il ‘diogreco’, il mio atletico amico Massimiliano II,
bello e muscoloso nonostante i suoi cinquant’anni suonati, col quale
sono solita fare trekking e giri in bici scorrazzando per la Brianza, il
lago e le Prealpi. Specifico ‘II’ per non confonderlo con il mio storico
ex fidanzato Massimiliano ‘I’, originario di Torreano paese contiguo a
Cividale del Friuli dove nacque Paolo Diacono 3 che scrisse la Storia dei
Longobardi, fonte di primaria importanza per questa mia ricerca.
Quando percepii i primi cenni d’insofferenza di Max per la parte culturale
della gita, gli proposi l’antico sentiero della Via Regia che collega
Brunate a Bellagio all’altezza della località Ponte del Diavolo.
Fu lì che li incontrai per la prima volta.
A Torno non è difficile trovarli perché sono ben segnalati. Basta salire tra
le case del vecchio nucleo del borgo e seguire le indicazioni per i sentieri
per Montepiatto e l’antica Via Regia.
Ciò che da subito mi stupì fu per quale ragione non ne avessi mai sentito
parlare prima. Curiosa come sono, come potevano essermi sfuggite delle
chicche così interessanti?
Indice
5 L’eterno riTorno. Come tutto ebbe inizio
11 Massi avelli, non Macchiavelli!
17 Una concamerazione veramente insolita
23 Il Settimo Sigillo
27 Caronte e la Contessa
31 Il Diavolo e l’Acqua Santa
37 L’ha trouvà un avès, ovvero ha fatto fortuna
43 Santa Brigida, il Cavalànt e Arlecchino
51 Il Giardiniere del Monumentale
57 Gli Antichi Padri, la Via dell’Oro e la Via del Ferro
59 Il posacenere di Manlio
63 La Cuna del Bau
67 Il Mago di Lodi e i Corp Sant
71 Hermes e la Dama dei Cristalli
75 Epilogo
77 Tavola dei reperti
Biografia dell’autore
Laura Porta, economista di formazione, è stata ricercatrice presso l’Università Bocconi dove si è laureata. Ama definirsi un’antropologa del contemporaneo. Arte, cultura e ambiente sono le sue grandi passioni: è stata delegata Fai a Monza, è attualmente presidente di Arca (organo deputato al coordinamento di manifestazioni ed eventi di Agrate Brianza). Da quando è nata trascorre il suo tempo libero scorrazzando in bicicletta e camminando tra i colli briantei, il lago di Como e le valli prealpine, suoi luoghi dell’anima.
