Tarassaco (famiglie composite)

Nei periodi difficili, quando gli alimenti scarseggiavano, le persone si nutrivano di vegetali che raccoglievano nei prati e nei boschi. Il tarassaco nutriva anche gli animali da cortile, indispensabili per la sopravvivenza. Per questa ragione, un nome dialettale di questa erba è “Gallina grassa”.
Dal fiore giallo le api raccolgono il nettare da cui si ottiene l’ottimo “Miele di Tarassaco” di colore giallo vivo.
Sinonimi:
dente di leone, soffione, cicoria matta, fiorino d’oro, pissenlit…
Diffusione:
nei campi incolti, nei pascoli alpini fino a 2000 metri di altitudine, si trova anche nelle fessure del lastricato. I fiori gialli si trasformano in sfere piumose.
Periodo di raccolta:
foglie in primavera, radici in autunno.
Parti utilizzabili:
radici e foglie non oltre i 10/15 cm di altezza.
Proprietà:
toniche, lassative, antireumatiche, depurative del sangue, stimolanti del fegato…
Sostanze attive:
vitamine, minerali, tarassicina, flavonoidi, tanini…
Usi:
insalate, infusi, decotti, trito…