Il lago d’Orta, un gioiello nascosto –
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Categoria: Orta San Giulio
Genius Loci: il Sacromonte di Orta San Giulio
L’uomo antico aveva un rapporto intenso con la natura, che per lui era animata e sacra.
Nasce in quella situazione umana e storica il principio originario del Genius Loci: l’essenza, l’anima, la forza del luogo.
Lo scorrere del tempo, il variarsi dell’esperienza psicologica individuale, la trasformazione culturale tendono a far perdere, come in un crescente processo di oblio, quella concentrazione in cui la persona si sente in contatto con un tutto che gli è oltre.
Però molto dipende ancora da noi, da ciascuno di noi:
“Se vedremo il mondo come un organismo vivente di cui facciamo parte – né padroni, né inquilini, dunque, e neppure passeggeri – forse avremo molto tempo davanti a noi e la nostra specie potrà sopravvivere per il tempo che le è assegnato”
James Lovelock, Le nuove età di Gaia, Bollati Boringhieri, 1991, p. 235
Ci sono ancora luoghi che, per miracolosi percorsi ed equilibri, riescono a trasmettere quella forza del Genius Loci, che potremmo perdere.
Il Sacromonte di Orta San Giulio, in Piemonte, è fra questi luoghi.
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Il sacro monte d’Orta
Sulla sommità dell’ameno colle che, quasi al centro del lago, si protende sulle acque alle spalle del borgo d’Orta, fu iniziata, nel 1591, la costruzione di uno dei più grandi monumenti dedicati a San Francesco.
Storicamente l’origine del santuario andrebbe ricercata oltre che nelle ragioni di rivalità con i valsesiani (che stimolati da Padre Bernardino Caimi avevano eretto sull’altura retrostante Varallo il primo sacro monte) anche nei favorevoli sviluppi della audace riforma ecclesiastica intrapresa da San Carlo Borromeo tendente da una parte a promuovere l’erezione di templi, santuari e seminari e dall’altra a conservare l’antica liturgia, riforma alla quale non erano estranei gli eventi del continente. Lutero, infatti, aveva operato la scissione dell’unità cattolica europea; nei paesi bassi divampavano ancora le guerre di religione ed in Inghilterra la regina Elisabetta si era ormai definitivamente separata dalla Chiesa Romana. Il sacro monte d’Orta è costituito da un insieme di sontuose cappelle tardo rinascimentali, barocche 13 ed una neoclassica, sparse su un vasto altipiano e collegate tra loro da ordinati viali, fiancheggiati da spalliere di alloro.
Percorrendo il ridente ed ampio parco erboso, in gran parte coperto da annosi abeti, tigli e faggi, si incontrano, tra squarci panoramici, una ventina di edifici sorti nel corso di quasi due secoli, in ognuno dei quali sono racchiusi complessi statuari in grandezza naturale e pitture rappresentanti i più edificanti episodi della vita del Poverello d’Assisi.
Il Paroletti, eminente studioso dei santuari, considerava nello scorso secolo questo sacro monte il più bello, più devoto e forse il più sontuoso di quanti n’habbia il Piemonte. All’insigne monumento, centro di fede e per lungo tempo meta di affollate processioni, sono dedicate diverse incisioni create nel corso di quasi quattro secoli: dagli inizi dei seicento al novecento.
in Enzo Pellegrino, Le stampe del lago d’Orta, Negri editore, 1973, p.18





