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La “questione paratie” arriva alla Corte dei Conti

decisione della Procura di Como, presa nelle ultime ore, di inviare tutta la consulenza sulle paratie – depositata nelle scorse settimane – all’attenzione della Corte dei Conti di Milano. Il fascicolo sulla contestata opera – esploso in modo deflagrante nell’estate del 2009, per l’ormai famoso “muro” sul lungolago denunciato da un pensionato – ha finito dunque con l’abbracciare non solo l’ultimo scempio, ovvero proprio quel muro che privava della vista del lago, bensì tutta l’opera, dalla sua ideazione e progettazione alla finale realizzazione. Un lasso di tempo che, dunque, per forza di cose deve abbracciare gli ultimi 15 anni.
Il magistrato che ha sul tavolo il fascicolo penale per il deturpamento delle bellezze naturali – il pm Simone Pizzotti – aveva chiesto nei mesi scorsi una superconsulenza sull’opera nel suo complesso, i cui risultati, dopo un lunghissimo lavoro e migliaia di pagine redatte, sono stati depositati nelle ultime settimane.
Il pm chiedeva ai suoi tecnici – un ingegnere idraulico, un geologo e un architetto paesaggista – di valutare diversi punti, soprattutto economici, primo fra tutti il corretto utilizzo dei fondi previsti dalla Legge Valtellina, concepiti nell’ottica di finanziare la realizzazione di opere utili a prevenire dissesti alluvionali. Ma il pm chiese anche di valutare l’opportunità di una simile opera in quel di Como, ovvero se le paratie fossero prioritarie in una città bagnata sì dalle acque del Lario, ma non – secondo quanto ritenuto dall’accusa – in un modo tanto frequente da giustificare un intervento invasivo per la città e il territorio circostante.

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La “questione paratie” arriva alla Corte dei Conti.

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