ANNA BERGNA, in Palafitte, Lietocolle editore, 2015
Sulla panchina dell’imbarcadero, una donna col cappello sbriciolava la mollica della sera e la tristezza piegava sulla bocca l’interminabile attesa
o forse era avanzato veloce il passo delle ore: la pausa per il tè se n’era andata, mentre lo zucchero fondeva ed i ricordi sbiancavano in una smorfia amara.
Avrei voluto dirle di alzarsi, abbandonare il Tempo e salvare i passi che l’orologio ancora non aveva imprigionato, ma inseguii il suo sguardo fino al quadrante appeso al muro e lo vidi giocare a mosca cieca con le cifre serrate in girotondo.
Le lancette inchiodavano verità da masticare a bocca chiusa,
senza rivoli di inutili chiacchiere.
“La poesia di Anna Bergna è una poesia di luogo, inteso come paesaggio circoscritto e idiomatico, e di spazio, inteso come micro o macrocosmo, come universo che mette continuamente in discussione i suoi punti cardinali” , scrive Giorgio Galli in:
Sorgente: Giorgio Galli su un libro di Anna Bergna – Compitu re vivi