Satana era il nome del mio cane
“era” non ha niente a che fare col suo nome
al suo nome non è successo nulla
i satani sono dei tiranni
i tiranni sono furbi e bugiardi
ma intelligenti mai
il mio cane era intelligente
S’è morto un po’ per colpa mia
non ho saputo averne cura
e se non sai averne cura
non bisogna nemmeno piantare un albero
perché è un grande dolore per l’uomo
che l’albero secchi tra le sue mani
Mi dirai che bisogna buttarsi in acqua
per imparare a nuotare
è vero
ma se anneghi
sei il solo ad annegare
Sono molte mattine che mi sveglio
e ascolto intorno a me
nessuno gratta alla mia porta
mi vien voglia di piangere
e vergogna di non poter piangere
Era come l’uomo
molti animali sono come l’uomo
perché hanno la bontà dell’uomo
inchinava il suo collo forte
davanti all’amicizia
la sua libertà era racchiusa
nelle zanne e nelle zampe
e la sua cortesia
nella grande coda pelosa
Ogni tanto avevamo voglia di vederci
mi parlava dei grandi problemi
della fame della sazietà dell’amore
ma non ha mai provato
nostalgia per il suo paese
quello era affar mio
Hanno messo il poeta in paradiso
e ha gridato: ah! il mio paese
è morto
come muoiono qui
l’uomo l’animale la pianta
nel letto sulla terra nell’aria nell’acqua
all’improvviso
nell’attesa
nel sonno
come si muore in questo modo
come dovrò morire
come dovremo morire
Oggi son trentotto gradi all’ombra
guardo il balcone verso il bosco
i pini si drizzano
tutti snelli tutti lunghi tutti rossi
il cielo è celeste-acciaio
gli uomini sudano
i cani ansano
vanno al lago per bagnarsi
lasciano sulla riva la pesantezza del corpo
condividono la felicità dei pesci.