
Nello scendere e salire i gradini, ti è dato di constatare l’assoluta contiguità tra terra e aria.
Dalla concretezza della pietra che salda il tuo contatto col suolo, alla luce che rischiara il passo, rendendolo meno incerto e precario.
E’ da gennaio che le tenebre maggiormente faticano ad inghiottire quel che resta del giorno.
Prima ancora di me, esoso di quegli eroici minuti che regalano l’allungamento del crepuscolo, se ne accorge la silente natura, pronta a salutare la dissolvenza dell’oscuramento invernale.
E’ il momento del giallo.
Dapprima fioco, si posa sugli spogli rami del Calicanto, catturando più l’olfatto che la vista.I fiori paglierini sfidano la temperatura ancora fredda, esalando un intenso profumo che non può lasciare indifferente chiunque si trovi di lì a passare, obbligando pertanto ad accostarsi alle gialle corolle, così effimere ma caparbiamente decise ad affermare il loro dominio

Timidamente anche l’Amamelide non resta insensibile alla voluttà di quella fragranza.
Non riuscendo a competere in misura di essenza, sferra la sua rivincita acuendo la tonalità del suo giallo.
E’ commovente l’Amamelide, con quei fiori a raggiera che discordano col grigio del muro di pietra, pronta a ricevere la luce che la solletica dai tralci delle viti stesi sopra di lei, ancora completamente nudi.


Dal piano superiore un altro prodigio accade. Allineati come tanti soldatini curiosi, irrompono nelle loro gialle livree i Narcisi. Mossi dalla leggera brezza, si inchinano con un movimento grazioso ora lateralmente, ora abbassandosi a sbirciare nel corridoio sottostante. L’assortimento delle famiglie bulbacee alterna svariate sfumature di giallo e un cangiante colore del cuore, mescolato ad una punta di rosso.
Giallo e arancio marciano così, ordinati, lungo il bordo del sentiero dell’orto, con una smaliziata promessa di leggerezza e briosa volubilità.



Esulta anche la Forsithia, di solo giallo vestita, consapevole della sua caduca fatuità ma, forse proprio per questo, ben determinata a protendere i lunghi rami fioriti verso il cielo.
Più ostinata la Maonia. Lei ha resistito con le sue foglie lucide e dentate per tutta la stagione invernale, dispiegata sulla terra brulla ed in attesa del momento propizio. Eccoli ora, i mazzi delle infiorescenze, di un giallo esuberante che illumina il verde scuro del suo manto perenne.
Un’altra Maonia, questa ad arbusto e non tappezzante, abbraccia il sedile di pietra accanto al caco.
Al lato opposto, a mo’ di sentinella, la Kerria anch’essa getta disordinatamente le sue braccia in egual misura colme di foglioline verde tenero e di piccole corolle di un giallo spigliato e festaiolo.

Introversi e misteriosi, invece, i tulipani poco distante silenziosamente meditano.
La visione del cuore crocefisso ti è concessa per poche ore del giorno, poiché, allo scemare del calore solare, essi rialzano a calice i petali carnosi, ritornando a custodire gelosamente il segreto della loro passione.


Così mi nutro del giallo e della luce che esso richiama.
So che è un annuncio di breve durata.
La fascinazione del giallo è dirompente e l’energia che scatena mi appaga.
Nella tavolozza del mio giardino, intanto, altri colori si apprestano a mescolarsi per offrirmi nuove emozioni.
Ciao, giallo.
Benvenuta, primavera.

da: Il colore giallo | Tracce e Sentieri.
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