Dalla casa sul lago al posteggio occorre camminare per circa 500 passi (di cui 77 scalini).
Nel mese di novembre lassù il sole cala già alle 15 e alle 18 è buio pesto.
Quei passi, calcati nel buio, fanno ancor più riflettere sullo scorrere del tempo.
A metà percorso una breccia nel muro
fa vedere il disegno della baia.
Mi piace contare i gradini e stupirmi di alcune regolarità ripetitive che un’architettura non mia ha saputo costruire da tempi più o meno memorabili.
76 sono per esempio i gradini che interrompono il sentiero della mulattiera che scende a lago.
Tra il 74 e il 75° c’è il respiro di un passo. E gli ultimi due degradano più dolcemente. Quando li ripercorro in senso contrario, al 48° c’è una breccia sul muro sassoso che delimita un pezzo di bosco privato. Sembra un invito al riposo durante la risalita, un piccolo brandello di scorcio su quella baia protetta che fa parte del mio paesaggio dell’anima.
Mi piace contare i gradini quando apro il cancello. 9 gradini e il corridoio sotto il cupolone delle viti, verdi e pesanti con i loro grappoli di un colore che muta man mano che le giornate si accorciano.
Oggi pomeriggio con Lu abbiamo riflettuto su queste parole di Silvia Montefoschi:
“Il problema fondamentale è che nella reale intersoggettività i contenuti su cui i due riflettono insieme sono contenuti che riguardano entrambi. Il punto di partenza implica il concetto che la dinamica dell’uno è uguale alla dinamica dell’altro. Tutte le dinamiche che emergono appartengono ai due e, via via riflettendo scoprono insieme che queste dinamiche appartengono a tutta l’umanità e si passa in un ambito di ricerca filosofica, in cui la dinamica umana coincide con la dinamica dell’essere.
Come si parla di intersoggettività ? non ci si può limitare a dire tu sei un soggetto non sei un oggetto, ma occorre trattare un contenuto comune, perché se ci si limita a trattare i problemi del paziente non è mica intersoggettività. In “al di là del tabù dell’incesto” dico che in gioco deve entrare anche la problematica del soggetto analista. Metterei in evidenza questo problema. Nell’intersoggettività come ne parlo io ciò che emerge è un contenuto universale”
da Intervista a Silvia Montefoschi, a cura di Tullio Tommasi
Un pensiero riguardo “Camminare per 500 passi … | da Tracce e Sentieri, 2007”