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A GENOVA di Grazia Apisa, 6 novembre 2011

A GENOVA                                                                                      

                                                                                               come la fenice risorgerai

Lascia almeno ch’io pianga

Se il  tempo se ne va e si porta via i giorni

le ore

ed i pensieri nati dagli amori più dolci

lasciami abbandonare il grembo

di questa umida terra

e muoia finalmente

ad ogni altra illusione

lascia almeno ch’io pianga

ogni morte annunciata

ogni albero reciso ogni distrutto nido

Fossi aquila o falco

toccherei gli alti cieli

fossi nube d’estate

non diverrei cascata

sarei respiro ai fiori

nella notte stellata

Se fossi ombra silente

non chiederei la luce

Ma sono cuore aperto

sono città distrutta

Sono pianto silente

sono folla che grida

Sono amore invisibile

che solo pochi vedono

Lascia almeno ch’io pianga 

Grazia Apisa

Genova, 6 novembre 2011                                        

7 pensieri riguardo “A GENOVA di Grazia Apisa, 6 novembre 2011

  1. Carissimo Paolo,
    come sai è un onore per me essere nel tuo Genius Loci.
    Voglio rassicurare te e Luciana sul fatto che io “mi trovo in luogo sicuro” ( ….. ,qui non ci sono stati danni).
    Questo scritto è nato questa mattina ,mentre stavo guardando una TV locale,che dava aggiornamenti circa lo stato di allerta ,annunciando per domani il lutto cittadino.
    Ho pensato d’inviartelo, perché so che tu non vai troppo spesso su F.B.; ci tenevo che tu la leggessi ,tu che vivi più profondamente di altri la sacralità del luogo. M’interessava un tuo vissuto emotivo,a primo impatto.
    Grazie per avermi risposto e in modo inatteso,ma tu riesci sempre a sorprendermi.
    Cari saluti a te e Luciana
    Grazia Apisa Gloria

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  2. cara grazia
    le tua parole risuonano mentre guardo le fotografie di questa ferita inferta alla città
    lasciando da parte, ma solo in questa sede, il gioco delle responsabilità, resta il segno della rottura dell’equilibrio fra noi umani e la terra che ci ospita
    spero che tu abiti in luogo sicuro
    la tua poesia è una meditazione per chi non sa più riconoscere il genoius loci
    e per questo ci tengo a conservare il tuo messaggio qui:
    http://geniuloci.wordpress.com/2011/11/06/a-genova-pamalteogmail-com-gmail/

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  3. PER GRAZIA APISA:
    mi chiamo Salvino Pisasale,oltre un anno fa Silvia Montefoschi mi diede il tuo numero di cellulare per contattarti, cosa che allora non feci ed in seguito l’ho perso.Dopo la scomparsa di Silvia ti ho pensata più volte ed ho cercato di contattarti al numero pubblicato sull’elenco telefonico,potrei chiedere il tuo cellulare a Giampietro Gnesotto,ma ultimamente non ci frequentiamo,lo lascio come ultima ratio, provo a lasciarti qui il mio cellulare cossì potrai se lo leggi mandarmi un sms e ti chiamerò io.
    A presto, spero
    Salvino( salvoge@alice.it )

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  4. Carissimo Paolo, grazie per questo messaggio; credo di non conoscere la persona che mi sta cercando,conosceva Silvia,ma sono comunque contenta di poterla grazie a te conoscere: Mi piace questo evento che si compie tramite te,mi piace che tu sia il tramite,perché sei una persona che stimo profondamente.
    Un caro abbraccio
    Grazia

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