Mi piace contare i gradini e stupirmi di alcune regolarità ripetitive che un’architettura non mia ha saputo costruire da tempi più o meno memorabili.
76 sono per esempio i gradini che interrompono il sentiero della mulattiera che scende a lago.
Tra il 74 e il 75° c’è il respiro di un passo. E gli ultimi due degradano più dolcemente. Quando li ripercorro in senso contrario, al 48° c’è una breccia sul muro sassoso che delimita un pezzo di bosco privato. Sembra un invito al riposo durante la risalita, un piccolo brandello di scorcio su quella baia protetta che fa parte del mio paesaggio dell’anima.
Mi piace contare i gradini quando apro il cancello. 9 gradini e il corridoio sotto il cupolone delle viti, verdi e pesanti con i loro grappoli di un colore che muta man mano che le giornate si accorciano.
VIDEO del 2 marzo 2014
VIDEO del 30 dicembre 2013