Catturano l’ultimo tepore
scordato da un’estate distratta.
E’ l’orologio delle ombre
che avverte le sagge tartarughe.
Lentamente si affrettano
a terminare lo scavo
nella nera terra,
più friabile dopo la pioggia.
Le notti ora sono fresche,
nel meriggio compaiono, a tratti,
con un cammino indolente e svogliato.
Sfuggono ai tempi bui e cupi, le sagge,
sanno che il vero riparo
sta dalla parte delle radici.
Lì s’inabisseranno,
in attesa dell’eterno ritorno.
