infarto

in una stanza di casa: la CADUTA, disegno di Cappelli 83 (o Coppelli 83)

Questo disegno mi fu regalato negli anni ’80 da un amico.

E’ firmato Cappelli 83 (o Coppelli 83)

Non ne so altro.

E’ una immagine simbolica che ho sempre tenuto in gran attenzione sempre nella prospettiva di “evitare la caduta”.

Poi la caduta arriva davvero.

E questo splendido disegno fa vedere il dolore, la sorpresa, ma anche la possibilità di rialzarsi.

Il braccio di sinistra a fare da appoggio e il braccio destro ad accennare il tentativo di ripresa

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infarto · lettere e email · Massimo N

carteggio epistolare con M

Ciao Paolo, sono stato informato di quanto successo
proprio un mese fa…
Immagino il “terremoto” psicologico ed emotivo
che questa cosa possa comportare e comunque sono
momenti molto difficili al di la di quello che si possa immaginare.
Anche se non abbiamo  occasione di vederci da anni,  il mio ricordo
è sempre molto legato a te e a Luciana (è stato un momento intenso della mia vita).
Sono contento al di la della gravità dell’evento che tutto sia andato per il meglio
anche se la riabilitazione e il ripristino di tutte le funzionalità richiedono tempo e pazienza.
Un forte abbraccio a te e a Luciana oltre che ad un messaggio di vicinanza animica.
Sono convinto inoltre che tutta la grande quantita di splendida musica che sei solito ascoltare
possa avere anche una funzione terapeutica.
Con affetto
***

caro ***
che bella la tua lettera! mi ha molto colpito il tuo modo sensibile di cogliere la mia vicenda
sai tutto del mio infarto. ma se vorrai sapere anche in futuro, racconto tutto nella mia autobiografia (http://paolodel1948.com/category/diario-e-lettere/malattie/infarto/)
in queste settimane ho molto riattivato i ricordi, che sono davvero gli aspetti della nostra vita più duraturi e profondi.
lo dico perchè di te ho davvero, ricordi splendidi. la tua pacatezza, il non volere imporre punti di vista, il nostro “idem sentire” nella musica (conservo ancora la tua cassetta audio sull’11 settembre), ricordo perfino un tuo sorprenderti per la bellezza di una ortensia di coatesa (che, fra l’altro sta benissimo e che quest’anno è splendente)
gli anni 80 a coatesa erano quelli della nostra “forza”. avevamo molte energie
oggi devo tutelare la mia debolezza. Preferisco non vedere nessuno (mi estenua raccontare ogni volta quello che è successo e sentire le solite frasi sul “come stai”, “cosa devo fare”. mi annienta sentire i soliti giudizi sommari sulla politica, sugli altri,  ….). una “mazzata” così insegna anche il vaore dele cose essenziali
è per questo che mi racconto sui miei blog: verba volant, scripta manent
sto apprendendo a convivere con la lentezza e con una malattia imprevedibile di questo sottovalutato organo grande come un pugno e che batte il ritmo del tempo che passa
per fortuna como è una città magnifica per essere camminata a “passo lento” e coatesa (anche se ora è meno accudita di un tempo, perchè il lavoro di manutenzione richiede fatica) è una risorsa vitale fondamentale
sono felice del tuo messaggio e ora riceverai, ogni tanto, mie notizie
un abbraccio e buoni giorni futuri
infarto · lettere e email

carteggio con L

ciao Paolo.
Scusa il silenzio ma sono stato molto assorbito dal solito vortice in queste ultime settimane.
Ti ho sempre seguito però nella tua attività internettiana di cui mi arrivano molteplici avvisi tramite Coatesa e dintorni.
Vedo quindi con piacere che pur con i nuovi ritmi che la situazione ti ha imposto sei sempre più che attivo.
Ho modo di seguirvi anche nelle vostre incursioni in quel di Coatesa e lì la natura effettivamente non può che aiutare.
Se e quando vi potesse far piacere un reincontro in compagnia anche delle o della sorelle *** sarà in tal caso un piacere reciproco.
Fatti vivo con tue notizie se ne avrai piacere.
Buona fine primavera,sulla soglia dell’estate.
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caro ***
conosco il tempo riempito dal lavoro: non devi scusarti per nulla
ti so amico attento e partecipe
faccio le cose compatibili con quel senso di stanchezza e precarietà che accompagna questa fase della mia vita
scopro che gli autori importanti per momenti così arrivano da lontano, da molto lontano.
sono gli stoici della fase romana (la Stoa romana o la “nuova Stoa”). Ma in particolare Epitteto, Seneca, Marco Aurelio. che sono di certo i massimi ispiratori di Montaigne. Quest’ultimo solo andando a quelle fonti ha potuto (in tempi terribili) scrivere gli Essais
c’è poi del tempo che devo dedicare alle bozze del mio libro che sarà pubblicato dalla Carocci editore di Roma
e c’è qualche attenta e cautelata visita a Coatesa, per bagnare le piante dell’orto (che avevamo già impiantato prima dell’infarto
i progetti sono anche della camminate (lente) nel centro storico di Como e affacci a lago : ad imparare (manuali alla mano)  a riconoscerne i tratti artistici e costruttivi operati dalle generazioni passate
per gli incontri “reali”, compatibilmente con la “vascolarizzazione (come dice la techne medica, analizzata in profondità per la sua indole ipotetica dal “compagno emanuele severino”). ma a luglio, sarebbe bello organizzare una gita a coatesa o un incontro qui a como nella stanza sul centro storico di via 5 giornate) con *** , *** e te. Forse sai che, nella prospettiva della vecchiaia io e luciana abbiamo fatto la scelta di acquistare un monolocale senza barriere architettoniche qui: http://paolodel1948.com/category/diario-e-lettere/case/via-5-giornate/
avrai sempre mie notizie
un caro saluto
infarto

Riconoscere i segnali del "mal di cuore) – da Humanitas Salute

Di cosa può essere sintomo il dolore al petto? 
È quello che richiama alla malattia coronarica, e quindi all’angina pectoris e all’infarto. Bisogna appurare se tale sintomo sia dovuto ad un restringimento delle coronarie (le arterie che portano il sangue al cuore e nutrono il muscolo cardiaco), per cui la parte di muscolo cardiaco nutrito da quella coronaria soffre e si avverte il dolore. Per angina si intende un dolore toracico che dura pochi minuti, si risolve prima che le cellule cardiache muoiano e il muscolo cardiaco rimane integro. Se il sangue invece non scorre più perché la coronaria si chiude completamente si ha l’infarto, che vuol dire morte di alcune cellule cardiache, a causa della carenza di ossigeno troppo prolungata. 

Le caratteristiche del dolore al petto 
Si avverte oppressione o costrizione al petto, localizzata dietro lo sterno (retrosternale) o alla sinistra del petto. In genere il dolore cardiaco non aumenta con l’atto respiratorio, con i movimenti del torace o premendo con le dita: tali caratteristiche escludono generalmente che si tratti del cuore. Raramente è un dolore lancinante, forte o violento, spesso è identificato come un fastidio, più vago e mal definito, che dura qualche minuto. Non colpisce un punto preciso del torace, può irradiarsi al collo oppure al braccio sinistro, colpendo anche solo alcune dita della mano con formicolio. 

I disturbi cui può essere associato 

Può essere associato ad altri disturbi, cosiddetti neurovegetativi, come nausea, vomito, sudorazione, sensazione di angoscia. Purtroppo non ci sono regole precise; talvolta il paziente presenta dei dolori che nascono da punti diversi, il mal di stomaco per esempio.

Altra caratteristica a cui prestare attenzione è che i dolori anginosi spesso cominciano a verificarsi durante sforzo fisico, perché il cuore ha bisogno di più ossigeno per pompare più velocemente.

Anche il freddo e gli stress emotivi (per spaventi, arrabbiature, dolori) sono situazioni a rischio. 

da Riconoscere i segnali del cuore – Humanitas Salute.

Carla F. · infarto · lettere e email · Mara

carteggio con M e C

cara M

ti anticipo una mia scelta necessaria. Lo faccio per le implicazioni di organizzazione didattica che ti impegna sul fronte direzionale

poche notizie di me: mi sto adattando bene alla nuova situazione del dopo infarto. sto facendo varie rinunce e altre si prospetteranno. Tanto più che fra 2 o tre mesi mi aspetta un secondo intervento di angioplastica coronarica

scopro fortissime mie capacità di adattamento, ma tutto è diverso da prima

la dottoressa di base mi diceva che (fra le tante altre avvertenze) devo badare al freddo, alla fatica e alla rabbia
probabilmente oggi la rabbia è un mio rilevante fattore di rischio.

e essendo collerico devo ridurre le possibili esposizioni.
ragion per cui rinuncio ai disgustosi talk show di politica (ma non alla informazione scientifica sulla politica), alle discussioni con una certa tipologia di amici e soprattutto di “ex compagni”. Il “giudizionismo” di questi tempi tende ad annientare le mie esigue forze

e – con tutta probabilità – dovrò rinunciare all’incarico di docenza universitaria per l’anno prossimo a scienze della formazione e per i seminari alla facoltà di servizio sociale

questa scelta mi pesa, mi pesa molto, perchè di certo la mia vocazione nella polis è quella del docente. ho cominciato nel 1973, termino nel 2014

Ma fra i 200 studenti all’anno c’è un 20% che inciderebbe (per tracotanza e supponenza grillina) davvero troppo sulle mie coronarie malate. Prima dell’infarto li reggevo. Ora non più.

la mia vita sarà costellata da farmaci (dipendenza farmaceutica), passeggiate per como, letture, web

saranno i miei sono gli alleati terapeuti. Per fortuna como è una città bellissima che si presta ad essere camminata

e poi c’è il libro che uscirà a fine anno. La carocci ha accettato il testo (450 pagine a stampa) e sono alla fase di correzione delle bozze. é proprio un fine carriera. di buon livello; ma finale

Il filosofo Michel de Montaigne mi aiuta molto, perchè mi insegna ad osservare senza interpretare (ottimo antidoto alla rabbia)

insomma: buddisticamente le cose sono forse peggio per come le immaginiamo che per come effettivamente accadono. Ma poi le cose accadono

è probabile che non rinuncerò a fare qualche conversazione sui temi a me cari, ma lo farò da casa e su youtube. e ti arriveranno gli avvisi

grazie per la tua affettuosa attenzione in questi due ultimi anni

e non mancherà l’occasione di vederci alla ***

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Caro Paolo

Mi fa piacere leggerti, capisco anche che stai ri organizzando questo nuovo percorso di vita anche con grande leggerezza

Almeno così spero.

Reinventarsi può essere complicato ma anche stimolante, almeno lo spero per tè.

Rispetto alla rinuncia al laboratorio mi rendo conto che si tratta di un onere rilevante e anche scarsamente o per niente retribuito.

Detto ciò mi chiedo e ti chiedo se non possiamo trovare altre forme che non comportano viaggi e fatiche per tè, ma occasione di apprendimento per gli studenti.

Lezioni video registrate, conferenze via skype o tutto ciò che ti viene in mente per non far venire meno questo contributo che come più volte ho avuto occasione di ripeterti considero fondamentale.

Ovviamente la tua salute e la tua tranquillità viene prima di tutto e non vorrei mai interrompere le tue passeggiate.

A presto e buon nuovo viaggio

***

cara M
ti ringrazio moltissimo per la tua risposta. e scusa se rispondo in ritardo: ma tendo alla spossatezza e ho le tesine per gli esami a scienze pedagogiche. Ma ormai faccio tutto con lentezza e fatica
mi fa piacere che hai capito che rinuncio a malincuore alla docenza presso servizio sociale. è proprio un cambio di passo quello che sto facendo. ma sono consapevole che ora la mia vita non è più come prima nelle mie mani. pensa che dal 1994 ho girato fra lombardia veneto, frluli, sicilia. un “partita iva” sempre in giro. vita dura, ma allora la fatica non era un problema
accolgo con vivo piacere la tua controproposta (usare internet come strumento di formazione
ho due strumenti adatti per fare questo lavoro
1 il blog  http://aulevirt.com che già funziona così. mi basterà aprire una finestra per servizio sociale. lì posso offrire le mie dispense in formato slides e bilbiografie mirate
2 le audio lezioni che potrei costruire su youtube. qui ne hai un assaggio: https://www.youtube.com/playlist?list=PLhikk3gA8pXomGuNISM1WQWBufWd6OWo5
potrebbero essere dei seminari facoltativi che integrano il piano didattico. come se ci fosse una offerta in più, rispetto a quella istituzionale
posso anche dirti che potrebbero essere per me del tutto volontari. con tutta probabilità nel 2015 maturo il diritto alla pensione di vecchiaia (se ci arrivo e se on ci arrivo è welfare per gli altri: come sai le politiche pensionistiche hanno funzionato così) e quindo ho meno bisogno di integrare salario
insomma, come dice frankenstein junior:
sì può fare !!!
 
ciao e buoni giorni
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Caro Paolo

Visto che sei un uomo che passeggerà molto (grande invidia!) ti sono grata per il tempo che dedicherai a servizio sociale

Troveremo delle ottime soluzioni pur di continuare ad avere il tuo apporto

A presto

M

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Caro Paolo

Anzitutto, spero che tu ti stia ‘riassestando’ e che queste giornate già calde, ma ancora piacevolmente, ti siano di supporto.

Come sai molto bene, anch’io, come M, considero la tua presenza assai preziosa per tutti noi per cui spero proprio si possano trovare soluzioni che ti permettano di collaborare al ‘nostro’ CdL anche il prossimo a.a.

Credo anche che la possibilità di sperimentare le lezioni con modalità non tradizionali possa essere una buona soluzione, per cui cercheremo di farvi effettivamente corso.

Nel frattempo, un carissimo saluto a te – e anche a Luciana

C

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ciao C,
sto che mi sento “vivere strano”: debolezza, giramenti di testa, bisogno di lentezza. dopo aver raccontato per decenni della “mutazione epidemiologica” nelle sociatà contemporanee, sono diventato io stesso parte di questa mutazione. ma è così: le politiche sociali mi sono interessate sempre proprio per quel connubio fra dimensione individuale e dimensione pubblica
M è stata molto sensibile nell’individuare quella potenziale via di uscita: l’uso della mia strumentazione internet per fare ancora un po’ di formazione
sono molto grato sia a te che a lei per l’incoraggiamento a continuare. in modi diversi, ma a continuare a “fare formazione”
buoni giorni e buon futuro
e un bacio

 

Camminare in COMO città · Giorgio L · infarto · lettere e email

carteggio epistolare con G

Caro Paolo, ti vedo finalmente dopo il tuo ricovero in Valduce !  Volevo venire a trovarti lì (conosco qualche modo di entrare fuori orario) ma Luciana ha detto a *** che era meglio aspettare. Poi sei tornato presto a casa, ma preferisci un po’ “tenere le distanze” , come mi sembra di capire.
Mi fa quindi molto piacere che tu adesso esca a camminare anche in luoghi affollati, un po’ incasinati, con tanti visitatori e turisti curiosi.
Io sabato e anche la mattina di domenica 1° giugno ero nel bellissimo convento di Sant’Abbondio (magnificamente restaurato anche con l’appoggio del ns amico Tino, che per primo mi aveva fatto visitare il cantiere anni fa) ad ascoltare dal vivo le interessanti testimonianze degli invitati, tra loro diversi ma tutti molto genuini e coinvolgenti (testa e cuore), dall’imprenditrice farmaceutica Zambon (che dirige dal Veneto una multinazionale) allo strategist/designer architetto Lanzone di Milano.
Nell’intervallo ho rivisitato la magnifica chiesa romanica, che la simpatica giovane studente-guida Jacopo Borghi che mi ha spiegato che nel 1013 si cominciò a costruire questa chiesa un po’ “nordica” , utilizzando anche antichi materiali romani. Tra questi anche una colonna di marmo bianco (oggi rinforzata da armatura di ferro) a sua volta fatta arrivare 2000 anni fa dalla Grecia da qualche ricco romano.
Nel tuo peregrinare per la città, ti suggerisco un allungo mattutino a Sant’Abbondio, che è rivolto ad est .
Spero anche di rivederti presto : ricordo ancora con grande piacere quando tu sei venuto a trovarmi a casa dopo il mio intervento al San Raffaele.
Anch’io voglio venire a trovarti.
A presto !  Un abbraccio,  ***

rispondo nell’immediato:

grazie ***

per questa tua lettera affettuosa e molto nel tuo “stile” che apprezzo: quello del raccontare, entrando nei dettagli

é vero: l’infarto ha accentuato la mia tendenza “isolazionistica”. Mi trovo bene nei rapporti di scrittura (scripta manent) un po’ meno in quelli faccia a faccia (verba volant)

ti devo spiegare il perchè. Se vuoi è un problema “filosofico”: sono alla ricerca delle cose vere. quelle di cui parla emanuele severino: eccezionale “terapeuta” nelle notti della fase intensiva. e le cose vere (la verità filosofica, non quella delle religioni) sono aggredite con violenza dalla malattia del “giudicazionismo”. quel brontolamento continuo, insistito, rivendicativo sui fatti della vita, della cultura e della politica

un infarto mette a prova tutto: il corpo (con la sua debolezza) e la psiche.

la mia “fortuna” è quella di poter leggere molto, di poter scrivere, di incollare qui e là il mio privato secondo il motto del secondo aiutante terapeutico di questi giorni: michel de montaigne che dice

“E’ mia abitudine dire senza paura tutto quello che faccio, senza esitazione”, Michel de Montaigne, 1570

​Anche il tuo racconto su sant’abbondio è “terapeutico”: proprio perchè “racconti” e non giudichi. anzi parli bene di quello straordinario “intellettuale organico” che è tino tajana

e hai ragione: devo includere le camminate verso ​est. verso sant’abbondio, per far risuonare i miei passi lungo quelle navate

non riesco a valutare per quanto tempo ancora starò dentro a questa auto clausura. fra l’altro devo elaborare il lutto durissimo (per certi versi forte come l’infarto) di dover abbandonare la mia attività di formazione all’università

però, stai certo, che tu, amico del mio affacciarmi alla vita adulta (era il 1966 o 1967 l’anno della conoscenza, al cineforum sui film di bergman) sarai fra i primi cui busserò alla porta

un abbraccio

e cari saluti e buon futuro

BIOGRAFIA, biografie · Camminare in COMO città · infarto

passeggiata ai giardini pubblici a lago, in occasione beCOMe, iniziativa promossa dalla città di Como sui temi della crescita di nuova generazione, 1 giugno 2014