Categoria: infarto
La citazione di quest’anno è: “… dirò che ho volato …”, di Davide Van De Sfroos, da Il dono del vento, in Goga e Magoga, 2104
carteggio di luglio con G.S.
mi scrive G S (80 anni e oltre):
Buon giorno caro Prof.
Mi permetto di disturbarla per trasmetterle alcune mie considerazioni.
Sin dalla fine degli anni ’40 iniziai a farmi una mia biblioteca con l’intento
di rileggere qualche libro alla bisogna, ma principalmente quando sarei
andato in pensione. Bene, in pensione ci sono arrivato ma rileggere il
precedente non è facile a causa di continue novità, poi è subentrato
l’oggetto infernale chiamato computer. Però comunque cerco di riesumare
qualche ricordo e ora sono alle prese con Ignazio Silone. Le mie riflessioni
stanno nel riscontrare la differenza di valutazione di un tempo quando
si era impregnati di ideologie tramontate, ed ora con un’altra visione della
Società. Certamente anche la Società si è modificata ma non tanto,
Ignazio Silone ne è testimone.
Ultimo pensiero di un normalino: non deve adombrarsi se qualcuno le chiede
come sta, non è curiosità da ballatoio ma espressione di preoccupazione
per una persona che si stima. Continui con le passeggiate nel centro storico
di Como e con la partecipazione a tutte le iniziative in essere.
Un caro saluto anche alla Dott.sa Luciana.
rispondo
caro G
ignazio silone !!!
lessi uscita di sicurezza nel 1967
è importante leggere ancora oggi chi tentava di ragionare con la sua testa in tempi oppressi dalle ideologie totalitarie del 900 (che, non dimentichiamolo sono, in sequenza cronologica: 1 comunismo, 2 fascismo, 3 nazismo 4 maoismo 5 castrismo guevarista)
quanto al mio perentorio smettete di chiedermi come sto (http://paolodel1948.com/2014/07/22/come-sto-vi-prego-non-chiedetemelo-piu/) è che sono stufo di spiegare ogni volta a finti amici che mi hanno sempre disprezzato per la mia autonomia di pensiero “come sto”
fra l’altro una “coppia di sinistri”, l’altro giorno metteva perfino in discussione la cartella clinica dell’ospedale: la donna bofonchiava “c’è infarto ed infarto””. Così tanto per disconfermare comunque e “a prescindere” la mia persona. Sono lettori attenti e compulsivi del manifesto
Come sto lo scrivo qui:
se vogliono davvero sapere come sto leggano (verba volant scripta manent)
e avrei voluto dire di più : non permettetevi di venire al mio funerale
le persone si trattano bene in vita
da morto me ne faccio un baffo del vostro finto cordoglio da italiani impregnati di cultura cattolica, anche se vi dite “de sinistra”
lei, caro sardena, è uno dei pochi ottantenni che usa queste tecnologie che permettono di sapere (se lo si vuole davvero) come uno sta
cari saluti e buona estate
Come sto? Vi prego NON CHIEDETEMELO PIU'
Come sto?
Vi prego NON CHIEDETEMELO PIU’
Se volete leggetelo qui:
“sto come un infartuato che tenta di prevenire il secondo infarto”
in risposta ad una allieva del corso ottobre/dicembre 2010
mi scrive una dottoressa che ha partecipato al mio ultimo corso universitatio (ottobre/dicembre 2013):
Buonasera professore, ho saputo che ha avuto problemi di salute…
mi dispiace davvero tanto, spero si sia risolto tutto per il meglio!
Abbiamo bisogno di lei in università!
Con stima e affetto. Una sua studentessa.
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rispondo
buona sera anche a lei. la ringrazio per il gradito messaggio.
sì, purtroppo il 10 maggio ho avuto un infarto che (nello stile di michel de montaigne che dice “”E’ mia abitudine dire senza paura tutto quello che faccio, senza esitazione”) ho raccontato qui http://paolodel1948.com/2014/05/10/il-10-maggio-2014-nel-giorno-di-sabato-e-arrivata-la-mazzata-la-diagnosi-sara-infarto-infarto-preso-in-tempo/.
dopo un infarto non si può stare bene (anche perchè dovro fare un secondo intervento operatorio). ma si può adattarsi soggettivamente a fare i conti con la situazione oggettiva.
in fondo è anche questo , ed ancora, formazione permanente. anzi: autoformazione permanente.
c’è poi questo fattore biografico: l’anno prossimo non rinnoverò il contratto con l’università. dunque, di fatto, il nostro è stato l’ultimo mio corso universitario.
mi spiace molto: però è stato uno dei corsi migliori (anche con un’aula molto gratificante, fra cui lei e le persone che stavano sempre in prima fila).
e dunque, tutto sommato ho concluso una carriera nel modo migliore per il mio (e nostro) mestiere. comunque avrà sempre mie informazioni seguendo i miei blog o il gruppo facebook.
grazie ancora e buon futuro
in risposta ad una email di P
grazie a te, ***
quanto a me occorre distinguere fra i dati oggettivi e quelli soggettivi.
piano oggettivo (o dell’anima bassa come ne parla Jacques Schanger in Filosofia da camera): tanta stanchezza e spossatezza, giramenti di testa, vertigini. tutti segni della fisiologia del cuore, di certo provato dalla malattia delle tre coronarie e dalla staffilata che ha preso il muscolo cardiaco
Sul piano soggettivo scopro una notevole capacità (che mi deriva solo dalla cultura) di adattamento dinamico.
il mio atteggiamento, anche di fronte alle prospettive, è di buona qualità: sto imparando molto che l’unica cosa che veramente possiedo è il tempo presente: l’ogni giorno, l’ogni attimo.
in ciò sono molto aiutato da un pensiero antico:
certo rimane , ma sullo sfondo, la paura per una seconda “mazzata” più forte e impegnativa della prima
buone vacanze a te e a voi
noi non ci muoviamo da como. facciamo avanti e indietro a nesso / coatesa. e saremo lassù in pianta stabile (con i tre gatti) da fine luglio
abbraccio e saluti cari
Carteggio con G
Caro Paolo,
ti mando degli auguri belli per questa festa importante per la Chiesa. San Paolo, mente affilata, grande combattente, padre duro e lungimiante.
In realtà è solo per dirti che ti penso e ti seguo, ammirata per la tua capacità di metterti totalmente in gioco. Naturalmente ne sono anche sconcertata, a volte, come dicevi tu, quelli della tua generazione (io sono un po’ più grande), a volte non ti capiscono. Per me non è così, ma è l’indicazione di una strada totalmente diversa che mi attrae e mi respinge…
Ora vado un po’ al mare, torno a metà luglio e a fine luglio sarò a *** .
Spero che tu stia sempre meglio, e spero di vederti assieme a *** che ha avuto tanti problemi: una grossa ciste per cui abbiamo dovuto tagliare la sua bella coda…è seguita una infezione terribile,ora, dopo un mese di cure più che quotidiane si sta riprendendo e tra poco sarà in forma.
Ti abbraccio, un abbraccio da estendere a luciana, di cui immagino la presenza silenziosa e luminosa, accanto a te.
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grazie tantissime, ***!
mi fa piacere che inseguiamo le nostra reciproche tracce.
L’immagine delle tracce e dei sentieri mi appartiene molto.
Credo derivi anche dal fatto che sono cresciuto in un paesino di lago: fino ai 5 anni stavo a Torno e quei sentierini di sasso senza pericoli e auto mi consentivano , a tre o 4 anni, di andare all’asilo da solo
quanto a internet conosci il mio punto di vista: è quello di Michel De Montaigne.
sono certo che lui alla fine del ‘500 avrebbe usato un blog per i suoi Essais.
Io non ho la tempra e la stoffa di Montaigne però lo “scrivere per me” (ma meglio sarebbe dire il “prendere appunti” per me) e appiccicare questi foglietti su una porta mi aiuta molto a dare senso ai giorni che restano
sono felice che la buona ***si stia rimettendo in salute.
noi per ora facciamo avanti e indietro a nesso/coatesa e saremo lì fissi proprio a fine luglio. e così potremo vederci a parlare in quello spazio che amiamo
cari saluti da me e luciana
e a presto
Carteggio epistolare con A P
Lettera ricevuta tramite Email:
… avevamo avuto qualche scambio di opinioni in merito a Jung.
In ogni caso è tanto che vorrei scriverle, ma gli eventi della vita non mi avevano ancora concesso un momento di tranquillità e ora eccomi a riprendere in mano tutti i miei propositi.
Come sta? Ho letto su facebook cosa le è accaduto ed è proprio in merito a questo che le scrivo.
A maggio seguivo il suo cammino di ripresa tramite web e mi sono sentita molto colpita mentre leggevo le sue pagine di diario che ha deciso di condividere. Ho provato nei suoi confronti una grandissima ammirazione, innanzitutto per la scelta di donare alla rete, a un social network, frammenti di un suo vissuto molto intimo, mi sono interrogata molto su questo suo essere e fare dono di sè, di vissuti esistenziali ad altri.
Ho sempre pensato che le storie sono un dono e nel leggerLa mi sono sentita in qualche modo chiamata alla custodia dei suoi racconti. Pur non conoscendola è riuscito a creare sensibilmente una grande tesminonianza di vita, di una vita che stava per incontare la morte. E io che ho letto, mentre passeggiavo spensieratamente sul web, mi sono stupita da quanta vita stava circolando in quel momento nei suoi racconti e attorno a essi.
Le storie ci toccano sempre, le pagine di diario ci chiedono ascolto, invitano alla presa in cura di esse perchè in qualche modo ci riguardano sempre; in quanto esseri umani non condividiamo solo il logos come nostro tratto distintivo, ma anche il pathos e siamo umani proprio perchè sempre esposti, sempre in balia di circostanze, di condizioni ed eventi che non scegliamo.
Ma a partire da questo fondo comune penso che ciascuno ha la facoltà di scegliere come reagire a questi contenuti non in nostro potere e sono rimasta molto colpita dal leggere come lei abbia affrontato questa tappa, sicuramente non facile, del suo percorso in maniera che mi verrebbe da dire filosofica.
Mi hanno colpito molto le sue riflessioni che hanno accompagnato l’evolversi dell’accaduto e mi ha stupito quanto l’attività pensante abbia dato inedita forma alla vicenda. é stata per me una forte e ammirevole dimostrazione di come l’esperienza infonda energia e slancio all’attività intellettuale e di come essa infondi vitalità e nuovo spessore all’esistenza.
Il fiorire umano trova terreno fertile anche nell’attraversamento del dolore e della sofferenza, ma solo se trova un anima disposta a far abitare in lei questo abito ovvero questo modo filosofico di condurre la vita, di portarsi e condursi con consapevolezza, con capacità contemplativa di fronte alle vicende della vita che le trattiene, senza negarle o aggirarle, per farne motilità evolutiva, spinta desiderante di riuscire a proseguire nel proprio inverarsi.
questo è ciò che mi hanno suscitato le sue scritture e la ringrazio per le sue condivisioni, per la sua testimonianza di quanto coraggio ha manifestato, coraggio inteso come capacità di stare anche là dove non vorremmo essere e accettarlo come fonte di ispirazione per ritrovarsi e ricontattarsi ancora di più.
Ho riflettuto a lungo se era bene condividere con lei questi miei pensieri, anche a tratti confusi, ma penso che al giorno d’oggi troppo spesso si rinuncia a condividere pensieri, sensazioni ed emozioni e tutto ciò contribuisce a inaridire le relazioni umane perchè è anche grazie ai pensieri altrui che si cresce sempre in conoscenza di sè.
Augurandole una serena estate,
le porgo un caro saluto.
…………………………….
RISPONDO
certo che mi ricordo di lei, per quel nostro breve scambio su Carl GustavJung.
la sua lettera mi fa un immenso piacere. Un po’ perchè è bello per un formatore trovare una persona incontrata … che vuole interagire con me non solo in un rapporto … , ma anche attorno a questa mia vicenda biografica.
e poi proprio per le cose che dice, per le sue considerazioni che colgono appieno le mie intenzioni.
Come sa sono del 1948 e tutti i miei amici della stessa generazione proprio non capiscono questa mia voglia di usare internet a tutto campo. e così non leggono quasi nulla di quello che scrivo Inoltre dicono che espongo troppo il mio io. Eppure Montaigne già alla fine del ‘500 diceva: “
“E’ mia abitudine dire senza paura tutto quello che faccio, senza esitazione”
E’ un paradosso, ma loro (i miei contemporanei) non verranno mai a sapere i grovigli della mia vicenda personale proprio nei momenti più culminanti, di “messa a prova” e nella magnifica operazione di “mettere su carta” i vissuti. Perchè le parole volano, mentre gli scritti rimangono
lei, invece, parla di questi “messaggi messi in una bottiglia” come un dono per alcuni coloro che li leggono. E’ un piacere trovare consenso nel mio gesto di “mettere in vista”
perchè lo faccio? perchè metto in mostra questi frammenti biografici?
la risposta è : perchè sento che mi fa bene e che contribuisce a “migliorare la soggettività alle condizioni oggettive date”.
sento che allargare lo sguardo con la cultura, le citazioni, le scoperte filosofiche (Epitteto mi è diventato amico e lui parla da duemila anni fa!), con piccole tracce trovate e incollate qui e là contribuisce a dare senso al tempo presente.
farlo su un diario pubblico o su facebook a me viene spontaneo e (di più) lo trovo culturalmente interessante. Lo schermo è come il foglio bianco. e poi il gesto di buttarli nella rete diventa una forma di comunicazione. C’è una intensificazione del messaggio. Innanzitutto per me che scrivo e forse anche per chi legge.
Voi ai corsi di *** sapete l’importanza della scrittura autobiografica. ecc: per me internet ne amplifica il segnale. E’ vero: scrivere è terapeutico.
Lei parla anche di “attività pensante”. E’ proprio così: pensare ha una sua potenza espressiva che contribuisce a organizzare diversamente il rapporto con un corpo che agisce secondo i suoi automatismi da “anima bassa” (magnifica la rielaborazione di Jacques Schlanger, forse la avrà letta qui: http://antemp.com/2014/06/20/jacques-schlanger-e-il-pensiero-stoico-romano-lanima-bassa/)
Insomma: leggere e scrivere mi fa bene.
e mi fa anche bene ricevere una lettera come la sua
Grazie ancora
e a lei i miei auguri di buona continuazione degli *** e di buon futuro
cari saluti
Jacques Schlanger e il pensiero stoico romano: l'anima bassa
mi sollecitano soprattutto le interprezioni “moderne” di questo pensiero antico:
Jacques Schlanger, Come vivere felici: conversazioni con Epicuro, Epitteto e altri amici, Il melangolo, 2000;
Jules Evans, Filosofia per la vita e altri momenti difficili: come Socrater & Co possono aiutarti a stare meglio, Mondadori, 2014;
Jacques Schlanger, Filosofia da camera, Feltrinelli 2004
(di Schlanger ho ordinato tramite amazon il francese: Du bon usage de Montaigne)
Da FILOSOFIA DA CAMERA di F. Schlanger estraggo:
“per “anima bassa” intendo l’insieme delle funzioni e dei funzionamenti fisiologici, sensoriali e motori propri del nostro organismo.
per “anima media” intendo tutto ciò che in noi riguarda gli affetti e le passioni.
Accanto e a completamento di queste due anime sta l'”anima alta“, l’anima pensante, l’anima intellettuale, ciò che in noi pensa, medita, ragiona, calcola, valuta, giudica, decide”
e poi applica questa classificazione ( che arriva da…
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Epitteto: ricordarsi di distinguere fra le cose che dipendono da noi da quelle che NON dipendono da noi
da Epitteto, MANUALE, nella traduzione di Martino Menghi (1996), Rizzoli Bur, 2001
dalla “volgarizzazione” del Manuale di Epitteto di Giacomo Leopardi:
dalla lettura attualizzata di Jules Evans, FILOSOFIA PER LA VITA, Mondadori, 2014
RESPIRO. Anima bassa e Anima media: l’esercizio del LAGO (letture da: lettura da Jacques SCHLANGER, Filosofia da camera, Feltrinelli 2004. E da John M. Kennedy e Jason Jenning, RESPIRA COL CUORE, Mondadori, 2010)
lettura da
Jacques SCHLANGER, Filosofia da camera, Feltrinelli 2004.
e da John M. Kennedy e Jason Jenning, RESPIRA COL CUORE, Mondadori, 2010