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sul destino futuro della ex TICOSA: conversazione cittadina fra Paolo Ferrario e TINO TAJANA, COMO, 9 febbraio 2019

Scrive Tino Tajana a Paolo Ferrario

Carissimo Paolo,

volevo spiegare la mia posizione tecnica sul progetto Ticosa con calma; l’altra sera ero nervoso perché per trent’anni mi sono occupato di Ticosa e piangendo l’ho vista demolire con i fuochi d’artificio!.

Como ha lì la sua “necropoli”: lo straordinario cimitero monumentale.

Gli Etruschi costruivano i loro abitati e il tempio in cima al colle e le necropoli alla base di esso; vicino alle necropoli insediavano i luoghi di lavoro: le fucine del ferro, la produzione di vasellame, ma mai le abitazioni.

Veniamo al caso Ticosa.

L’area era la pertinenza agricolo-produttiva del borgo di San Rocco sino a fine ‘800 (cereali e ortaggi); poi  la industria tessile ha iniziato a costruire un primo opificio e  si è incrementata sino a occupare l’intera area da San Rocco a San Rocchetto. Quindi la produzione agricola si è convertita nella produzione tessile senza la presenza di alcuna abitazione.

L’idea di Officina di  farci un luogo di alta innovazione tecnologica e di creatività è ottima, perché questa è l’unica ipotesi di produzione proponibile oggi per far fronte alla disoccupazione giovanile.

L’errore sta nel volervi costruire le residenze con l’obiettivo dell’housing sociale, che può essere giustamente applicato in tutte le parti di una città articolata come Como.

Nessuno dei dieci urbanisti europei , che ho conosciuto in decenni, ha ritenuto l’area idonea alla residenza perché male esposta e perché la residenza è “antipolare” e chiuderebbe (per difesa) la permeabilità del comparto; peraltro contribuirebbe alla eccessiva cementificazione di un’area che deve riavere una consistente dotazione di verde.

Ho lavorato in questi anni presso ComoNext a Lomazzo, dove sono stati realizzati nel complesso ex-Somaini molti alloggi che sono quasi tutti  vuoti, ma i pochi abitati non lo sono da parte dai creativi che lavorano in ComoNext.

L’idea di far abitare il “people” vicino ai posti di lavoro è del capitalismo ottocentesco e l’interpretazione illuminata che ne ha dato nel ‘900 Adriano Olivetti è anch’essa fallita (vedasi Ivrea).

Nessun creativo vorrà abitare in Ticosa (area non attraente) ma preferirà, come hai fatto tu, abitare in città murata o in riva al lago.

Ne deriva che la proposta lodevole di Officina si basa su presupposti produttivo/innovativi validi, ma su prospettive residenziali non corrette.

Molto meglio le riconversioni abitative ipotizzate da te e da Garganigo! (riferimento a: https://tinyurl.com/y5bj8zs8)

Teniamo conto inoltre che a Como vi è una infinità di vani residenziali vuoti e che si potrebbe intervenire proprio lì con l’housing sociale.

Ritengo inoltre che in questa città, divisa tra Guelfi e Ghibellini in continua guerra, la Ticosa potrà avere una soluzione fattibile solo nella ricerca della “solidarietà comunale” come è avvenuto a livello nazionale nello stendere la Costituzione e a livello locale nelle amministrazioni delle vicine città pedemontane.

Scusami della foga dell’altra sera, ma ho molto sofferto quando ho visto demolire la Ticosa e l’appena restaurato edificio a shed dove, anche con il mio appassionato lavoro,  era stata realizzato lo spazio mostre più interessante e richiesto della Provincia!

Con stima e affetto. TINO TAJANA


Risponde Paolo Ferrario a Tino Tajana

TINO !!!
TI RINGRAZIO !!!
sono commosso dalla passione esperienziale, architettonica e storica del tuo discorso
quando ti dico che tu “sei il più profondo conoscitore di questa città” sono sincero: tu conosci ogni luogo (ed ogni sasso) del magnifico e (unico al mondo)  spazio dove abbiamo avuto la fortuna di vivere
lo dimostra la tua competenza argomentativa di questo testo  ricco di utili riferimenti storico ambientali
leggendo la storia urbana dello spazio della ex Ticosa dici che sarebbe sbagliato mettere lì delle residenze.
e per me SEI CONVINCENTE
non avevo pensato a questi aspetti ed HO IMPARATO
anche per me lo “spazio residenziale massimo” è il centro storico
occorre attrarre lì gli abitatori del luogo e del tempo (come direbbe il mio terapeuta filosofo Emanuele Severino)
penso all’ex albergo diurno di via Volta
ma penso a tutti gli appartamenti che andrebbero riconvertiti nel CENTRO STORICO per fare housing sociale. Opportunamente curata sul piano delle barriere architettoniche Como è città protesica e proteggente
e questo sia per l’invecchiamento demografico, sia per le giovani famiglie.
E’ la CONNESSIONE che mi ispira.  Como ha due stazioni ferroviarie con circa 4 corse all’ora per raggiungere sia  i paesi limitrofi che la metropoli europea di Milano (ci sono treni che arrivano in Porta Garibaldi in 36 minuti !!!)
è il centro storico lo spazio da vivere. a due passi dalla funicolare e con i battelli che arrivano a Torno e Moltrasio in 25 minuti
e mi fa anche tantissimo piacere che tu condivida l’idea della ex Ticosa come luogo di laboratori per la tecnica, lo studio, la scienza l’arte, gli incontri pubblici, la musica, il teatro …
vedo già i percorsi: si va alla ex Ticosa ad una mostra, si va ad un corso sulle nuove tecniche;  MAGARI SI VA AD UNO SPETTACOLO TEATRALE; si fa formazione; si va alla presentazione di un libro e poi in 10 minuti  si torna di nuovo di nuovo nella splendida estensione di un soggiorno di casa che è il centro storico
e con l’assistenza domiciliare potranno farlo anche le persone in situazione di non autosufficienza
insomma:
GRAZIE per il tuo scritto
e ora TI CHIEDO L’AUTORIZZAZIONE A PUBBLICARLO nei miei due blog . pubblicherei la tua mail e la mia risposta come ho già fatto nell’altra conversazione con Carla (https://tinyurl.com/yxro57ld)
avere un blog è come avere un giornaletto personale
In fondo dici qui quello che hai detto l’altra sera alla biblioteca,  quando c’era l’emozione della comunicazione orale. Avresti solo allargato il tuo uditorio
insomma VORREI TANTO FARE MEMORIA di questo nostro ragionare e comunicare ed estendere la nostra riflessione ad altri
poi se vorrai ci vediamo da qualche parte a parlarne a voce. anche perchè sono contentissimo che hai apprezzato l’idea/progetto dei MAP mini appartamenti protetti per la non autosufficienza ed integrati con i servizi  domiciliari. Gianfranco Garganigo, a quei tempi, fu l’unico ad apprezzarla e a sostenerla, forte della sua esperienza di dirigente dell’Auser comasca (https://tinyurl.com/y5bj8zs8)
saluti carissimi

2 pensieri riguardo “sul destino futuro della ex TICOSA: conversazione cittadina fra Paolo Ferrario e TINO TAJANA, COMO, 9 febbraio 2019

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