infarto · Luciana Quaia · matrimonio · Millina Maria Giovanna

Shakespeare, SONNETT 116. Ricordato da M.G.A.

Traduzione SONETTO 116
Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli; Amore non e' Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana.Oh no! Amore e' un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;e' la stella-guida di ogni sperduta barca,il cui valore e' sconosciuto, benche' nota la distanza.Amore non e' soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane,ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: se questo e' errore e mi sara' provato,Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. testo del sonetto 116 Let me not to the marriage of true minds Admit impediments. Love is not love Which alters when it alteration finds, Or bends with the remover to remove: O no! it is an ever-fixed mark That looks on tempests and is never shaken; It is the star to every wandering bark,Whose worth's unknown, although his height be taken.Love's not Time's fool, though rosy lips and cheeks Within his bending sickle's compass come:Love alters not with his brief hours and weeks, But bears it out even to the edge of doom. If this be error and upon me proved,I never writ, nor no man ever loved.
infarto · Mi ricordo · Stefano

lettera di S. a Luciana

Carissima Luciana,

Come giustamente ricordi, di ‘questioni di cuore’ ne so qualcosa.
Anche Paolo adesso è purtroppo entrato a far parte del poco ambito
club degli infartuati. Da quanto leggo su facebook mi sembra di capire
che il problema è stato affrontato con piglio deciso e voglia di
tornare al più presto alla sua vita di sempre, e questo è un ottimo
segno, a patto che segua il buon senso e le indicazioni dei medici.
Naturalmente dovrà dotarsi di santa pazienza perché l’attesa delle
ulteriori angioplastiche dovrà essere riempita con uno stile di vita
più tranquillo, ma di questo avrete certamente parlato con i medici.
Il sentirsi bene, anche sotto stretto controllo e in cura con i
classici farmaci post-infarto, non deve illuderci che d’un tratto
tutto quanto è tornato come prima. Non ancora, almeno, quindi è
necessaria una certa prudenza. Poi, una volta sistemate anche le altre
coronarie, tutto tornerà pian piano alla normalità. Resterà solo il
fastidio dei medicinali da continuare ad assumere per tutta la vita.
Il lato positivo di tutto questo sarà che – paradossalmente – tra
farmaci e controlli – Paolo sarà più ‘al sicuro’ di tanti altri
coetanei (o anche più giovani) che controllati non lo sono affatto e
continuano a vivere inconsapevolmente con una bomba in tasca.

La mia esperienza al riguardo è stata forse abbastanza simile a quella
di Paolo, ma probabilmente più leggera. Mi sono svegliato una mattina
come se avessi un elefante seduto sul torace e una stranissima
sensazione alla mascella. Nessun forte dolore, solo il respiro più
corto del solito. Da buon volontario della locale *** ho
subito riconosciuto i sintomi che tante volte mi erano stati descritti
da qualche paziente in ambulanza, ho fatto una doccia (da perfetto
idiota), mi sono vestito, ho aperto cancello e porta di casa per non
far trovare ostacoli ai soccorritori e alla fine ho chiamato il 118.
L’esperienza ha dato origine ad un post a cui sono molto affezionato 


 Fortunatamente la mia occlusione riguardava una coronaria marginale e
durante l’angioplastica non è stato ritenuto necessario l’impianto di
alcuno stent. Cinque giorni di ospedale e poi a casa, pieno di
medicine e di istruzioni per l’uso. Ricordo che sono tornato in
ufficio dopo poco più di un mese di riposo.

Per un po’ questo episodio mi ha abbastanza condizionato. Si diventa
più attenti ai segnali del proprio corpo, ai piccoli dolori. Eppure
non mi sento di etichettare quella vicenda come un episodio del tutto
negativo. Anzi. Non fraintendermi:  è certamente preferibile non
provarlo, questo è chiaro, ma visto che è accaduto tanto vale cercare
in esso quel poco di buono che c’è. Qualcosa cambia, o così almeno è
stato per me. Si è più attenti ai dettagli, forse, si cerca di
utilizzare meglio il proprio tempo, di viverlo fino in fondo, senza
sprecarlo troppo. Si ‘sceglie’ cercando di individuare il superfluo
per concentrarci su quello che conta veramente, su ciò che è
essenziale. Si vede la vita da una angolazione leggermente diversa, si
scorgono lati di essa che avevamo sotto gli occhi ma che non ci
sembravano così importanti. Ma soprattutto non si da più per scontato
il nostro diritto a vivere, ci accorgiamo di essere fragili e grati a
chi si è prodigato per noi in quei momenti. Tutte cose che già
sapevamo prima, che ci erano già chiare ma che tendevamo a dimenticare
assorbiti dalla routine di tutti i giorni, distratti dai riflessi di
tanti specchi che rimandano immagini che crediamo reali e invece sono
solo false necessità, bisogni superflui. Alla fine tutto sembra più
chiaro e anche la maggior lentezza, alla quale per un poco siamo
costretti, ci permette di esplorare un territorio nuovo, così come un
paesaggio o una melodia vengono apprezzati maggiormente se il passo è meno veloce.

Ho parlato al plurale, come se queste riflessioni appartenessero a
tutti coloro che attraversano simili esperienze. In realtà questo è
ciò che è successo a me ed ogni esperienza è diversa. Paolo
naturalmente reagirà a suo modo, ognuno trova la sua strada per
convivere con i tempi immediatamente successivi a questa esperienza.
Poi, col tempo, tutto torna normale. Resterà un ricordo scandito dai
farmaci e dai controlli annuali, la vita e il lavoro riprenderanno il
sopravvento anche se qualcosa, in qualche angolo della nostra anima, è
certamente cambiato.



Un carissimo saluto ad entrambi.

infarto · Severino Emanuele

Emanuele Severino parla della LEGNA e la CENERE (nella tavernetta di Coatesa sul Lario)

 

disegno di Nanà Dalla Porta in:

GALIMBERTI UMBERTO, MERLINI IRENE, PETRUCCELLI MARIA LUISA, PERCHÉ? 100 STORIE DI FILOSOFI PER RAGAZZI CURIOSI, FELTRINELLI, 2019. INDICE DEL LIBRO

infarto · Mario B

M. B. mi suggerisce: Mozart, Ridente è la calma

http://youtu.be/IiszNRyDdKo

 

Ridente la calma nell’alma si desti

Né resti più segno di sdegno e timor

Tu vieni, frattanto, a stringer mio bene

Le dolce catene sí grate al mio cor

Ridente la calma nell’alma si desti

Né resti un segno di sdegno e timor

COATESA: frazione di Nesso · GENIUS LOCI · infarto

Oggi visita al giardino di Amaltea, mercoledì 21 maggio 2014

COATESA: frazione di Nesso · GENIUS LOCI · infarto

Oggi visita al giardino di Amaltea, mercoledì 21 maggio 2014

Questa mattina, mercoledì 21 maggio 2014, visita al giardino di Amaltea, con tutte le cautele:

piccoli passi e frequenti fermate.

Per ricordare l’evento:

COATESA: frazione di Nesso · infarto · Panchine

Michael Jacob, SULLA PANCHINA, ad Amaltea, 21 maggio 2014

vai al libro:

da: Michael Jacob, SULLA PANCHINA, ad Amaltea, 21 maggio 2014 | COATESA SUL LARIO … e dintorni.

Anna Bi. 14/3/42 · infarto

lettera a A

grazie, ***
per l’intenso tuo feedback
ho pensato spesso in questi giorni alla dura vita delle malattie improntate alla cronicità
la mia è stata una mazzata improvvisa che, per ora, non ha intaccato in profondità tutte le componenti delle “abilità”
anche la risonanza magnetica è un solo evento di un’ora.
ben più duri sono stati i tuoi 40 giorni
se emanuele severino è stato il migliore compagno delle prime notti di terapia intensiva (con la sua tematizzazione di noi umani dell’occidente che ci affidiamo alla potenza della tecnica), quello più adatto alla fase del riaggiustamento è michel de montaigne
senti cosa diceva:
“Nelle iniziative che implicano me solo ed in cui sono completamente libero, se dico quanto mi ripropongo di fare mi sembra di prescriverlo a me stesso, e mi pare che metterne a conoscenza altri equivalga a imporlo a me stesso”
montaigne è il filosofo “giusto” per il tempo presente: insegna ad osservarsi senza interpretare: solo osservarsi
ed è per questo che trasferisco la mia vicenda privata sulla Polis delle reti web:
è un potente esercizio dell’io
un saluto affettuoso
e buona giornata
infarto · Maria Grazia

lettera a MG

cara ***
grazie per il messaggio e l’augurio
sto riadattando i miei ritmi di vita verso la “cultura delle lentezza”
un infarto inaspettato è quello che il mio filosofo preferito (emanuele severino) chiama “mazzata”. Aggiunge che dopo la prima mazzata si vive nella paura che ne arrivi un’altra
questo per dire che effettivamente la mia vita è cambiata.
scopro che, nella prima fase, l’aiuto giusto è severino (con tutto il suo ragionare sulla potenza della tecnica), mentre ora è michel de montaigne, con il suo osservare quello che accade. senza interpretazioni
in questo contesto mi fa bene correggere le bozze del libro e ricevere il rapporto di valutazione. la carocci ha accettato il manoscritto: verrà fuori un libro di 450 pagine. ti confesso che sono molto felice del lavoro di scrittura che sono riuscito a portare a risultato
ci tengo a dire che gran merito nella scrittura di questo libro è dovuto alla docenza presso il ***
lì ho ricevuto stimoli, idee, motivazioni, orientamenti .
adattare il mio lavoro a professionisti della educazione è stato di grande interesse, sia sul piano dei contenuti che su quello dei metodi: ho potuto allargare le griglie interpretative. e vedrai che il testo (che dovrebbe uscire per fine anno) raccoglie l’insieme di questi fattori e sa “creare le cornici” per i vari aspetti dei setting professionali dei servizi alla persona
colgo però l’occasione per dirti una mia perplessità riguardo alla prosecuzione nella docenza con il corso in ***
i dati sono questi:
potrei essere chiamato a fare un secondo intervento di angiografia o durante le sessioni di esame (luglio , settembre) o a inizio corso
potrebbe venirmi un secondo infarto, o altre “offese corporee” concomitanti
nella prima e nella seconda ipotesi, la mia presenza nei corsi potrebbe incidere i difficili processi organizzativi (orari, lezioni, esami). la struttura universitaria richiede griglie ferree e ogni adattamento mette in gioco troppe variabili (aula, orario, avvisi alle studentesse e studenti; …)
per queste ragioni credo che sia meglio che valutiate (intendo tu e la professeressa ***, cui, se vuoi, puoi girare questo messaggio) di affidare la docenza a qualche altra persona adatta al compito
l’alternativa è che lo faccia ancora io, ma con i rischi che ti ho indicato: iniziare un percorso didattico anche per il 2014/15 e interromperlo in itinere.
credo che in sede di programmazione didattica è bene valutare questa situazione per potervi far fronte senza aggravi organizzativi , ma con ottimo “spirito preventivo”
grazie ancora per le attenzioni
e cari saluti
infarto

bollettino delle cure, attraverso una lettera ad Anna, lunedì 19 maggio 2014

ciao anna carissima
giornata alla insegna della lentezza: al comune ad aggiornare il certificato elettorale (voto al pd di renzi), passando per la biblioteca e poi da “mirtilla” a cercare cibi adatti .
e poi registrazione della esperienza della risonanza magnetica che ho fatto giovedì scorso.
e al pc risposta, uno ad uno, a circa 50 persone che mi avevano scritto via email
e domani ci saranno quelli di facebook: lì arriviamo a circa 300. ma è più facile interagire tramite facebook
per ora le bozze del libro aspettano
vi prego:  non abbiatevene a male se evito telefonate e visite
mi sento più “protetto” da “scripta manent” che da “verba volant”
abbracci e saluti cari, anzi carissimi
Enzo · infarto · Mi ricordo

lettera a E.

caro ***
che bello ricevere il tuo messaggio
conservo nella memoria ricordi splendidi di te. negli anni ’60 (fine anni ’60) io ero un pò emarginato nella classe della cumacini. i compagni mi vivevano come “debole” ed “estraneo” (e infatti farò poi tutt’altra carriera nella vita). Tu invece eri brillante, forte, bravo nel disegno e nel calcolo.
però mi scegliesti come amico.
e la mia vita scolastica cambiò in meglio
poi ricordo tuo padre che trasformo in un piccolo capolavoro un mio racconto narrativo.
e poi ricordo i tuoi racconti dei viaggi di andata e ritorno in liguria.
mi fermo qui, ma c’è ancora altro
questo per dirti che sono felice di averti incontrato per strada qualche mese fa e ora di avere intessuto questo nuovo filo relazionale
la mia vita, dopo l’infarto, cambia alla insegna della LENTEZZA
spero però che questa estate ci sia occasione di una vostra visita nel nostro “buen retiro” di coatesa sul lario (http://coatesa.com)
cari saluti a te e a Lidia
infarto · Patrizia T.

lettera a P.

cara ***
innanzitutto grazie al ruolo di ermes messaggero che ti sei assunta la settimana scorsa. era un sostegno a luciana che ha dovuto per tre giorni tenere un carico pesante che tu hai contribuito ad alleggerire
ora sono a casa
sto ritessendo i fili della vita adattandomi alla nuova situazione
scrivere sul diario pubblico l’esperienza per certi versi è un modo per non ripetere la stessa storia ad ognuno e per avere più tempo per la relazione primaria
luciana è il mio karma. è quello che jung chiama individuazione
ho ridotto del tutto le altre relazioni per avere tempo di stare solo con lei. nessuna visita
trovo di grande interesse il libretto rosso di tuo zio. ora io sono congedato con una precisa cartella clinica. Le regole di comportamento un po’ le ho apprese nella degenza (ho imparato ad apprezzare la sapienza che c’è nei pasti istituzionali. poco sapore ma il “quanto basta” per il corpo e la sua salute) e un po’ le apprenderò dalla nostra dottoressa di base
la mia fiducia ottimistica nel sistema dei servizi italiano è confermata. questo ospedale cittadino ha organizzato un salvataggio delle arterie di sabato pomeriggio alle 17. Il costo complessivo della degenza è stata di 9000 euro. cioè NON ho pagato 9000 euro. vorrei che ci si pensasse molto quando i mass media danno addosso alle politiche sociali. tutti vogliono il calo delle tasse e poi risparmiano 9000 euro in un colpo solo. ma è una consapevolezza dura da far comprendere
ti chiedi se questo mi ha cambiato.
a me sembra di sì: certo si tratta di piccoli cambiamenti che osservo con il metodo di michel de montaigne: osservarmi senza interpretare. dedicarmi alla pura osservazione di ciò che accade
 scopro interessanti capacità di adattamento soggettivo alla situazione data. per esempio la lentezza mi piace e molto. anche la frugalità nel cibo diventa una esperienza interessante. se mi devo alterare sulla politica, ora mi fermo un attimo e provo a fare un passo di fianco, perchè sento (ma davvero) che la pressione si sta alzando.
rifletto sui cattolici che dicono che il dolore è una esperienza positiva (perchè, per loro, è voluta da dio). e scopro (nel dolore trafittivo di sabato scorso e nelle tre notti di degenza monitorata) che è del tutto falso. Dolore e morte fanno schifo. che lo abbia o no voluto dio
piuttosto occorre imparare (per l’appunto alla Montaigne) l’adattamento soggettivo  alle condizioni oggettive date
certo ora la mia vita è sotto il segno del ritorno della mazzata. so che è possibile che torni, ora saprei riconoscerne i segni. e sperare di arrivare in tempo al pronto soccorso del valduce
a proposito. ero al sesto piano. di là si vedeva il centro storico e di là brunate e la vostra casa!
​verrà il tempo in cui ci troverem​o, magari lassù (brunate) o magari là dietro (coatesa sul lario in nesso)
grazie per la tua vicinanza che ho sentito intensa e forte
abbracci e cari saluti