Silenzioso
meriggio infranto
da un ronzio
frenetico d’indaffarato lavoro.
Api.
Silenzioso
meriggio infranto
da un ronzio
frenetico d’indaffarato lavoro.
Api.
„Per fare un prato bastano
un trifoglio, un’ape,
un trifoglio, un’ape
e un sogno.
Può bastare il sogno
se le api sono poche.“
Fonte: https://le-citazioni.it/frasi/157592-emily-dickinson-per-fare-un-prato-bastano-un-trifoglio-unape/
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È la Giornata mondiale delle api. Marco Tedeschi su La Stampa: «Il 78% delle specie di fiori selvatici e l’84% delle specie coltivate nell’Unione europea – tanto per dare un primo dato di riferimento – dipende del tutto o in parte dagli insetti impollinatori, principalmente dalle api. Eppure, la loro sopravvivenza è fortemente a rischio: un piano inclinato sempre più ripido. Come ci ha informato l’allarme rilanciato dalla rivista scientifica Biological Conservation, che ha fatto il giro del mondo: il tasso di estinzione degli insetti è otto volte più veloce di quello di mammiferi, uccelli e rettili. Da una trentina d’anni, il tasso annuale è pari al 2,5%: una corsa forsennata che li potrebbe far sparire entro un solo secolo. Impollinatori compresi: in Europa una specie di api su dieci è a rischio estinzione. In Italia, è l’allarme che lancia la presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini: “Negli ultimi cinque anni abbiamo perso 200 mila alveari”. Ma il killer chi è? Innanzitutto, abbandoniamo il singolare e usiamo il plurale, perché quella con cui abbiamo a che fare è una vera e propria banda criminale. C’è un po’ di tutto: cambiamenti climatici, inquinamento, perdita di biodiversità che, cogliete il non troppo sottile filo che lega tutto, è anche tra le cause principali dello spillover, del “salto” del Covid-19 tra animali e uomo. Tornando ai rischi per la sopravvivenza delle api, il principale imputato resta però un modello agricolo che punta sullo sfruttamento intensivo e la chimica di sintesi. I pesticidi possono colpire gli impollinatori in maniera diretta (insetticidi e fungicidi) e indiretta (erbicidi): per questo la riduzione dei pesticidi è “una priorità assoluta”, dice l’Europarlamento. E proprio all’Europa dobbiamo guardare per rompere un meccanismo oliato alla perfezione e che rischia di avere anche ripercussioni economiche pesantissime: la produzione agricola europea resa possibile grazie agli impollinatori vale 15 miliardi di euro. Allora il tempo per invertire la rotta è poco e occorre darsi da fare. C’è un modo che ci permette di essere alfieri di questa causa. Comodamente seduti sul divano. Quello che occorre fare è firmare una petizione, anzi per la precisione l’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) “Save Bees and Farmers! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano”. La raccolta firme è promossa anche da Cambia la Terra, il progetto voluto da FederBio e sostenuto da Legambiente, Lipu, Medici per l’ambiente e Wwf (per firmare https://www.cambialaterra.it/salviamo-api-e-agricoltori/). La richiesta è chiara: eliminare completamente i pesticidi di sintesi dai campi entro il 2035 partendo dalle sostanze più pericolose, con un primo step dell’80% al 2030. Ripristinare gli ecosistemi naturali nelle aree agricole affinché l’agricoltura possa diventare una forza motrice per il recupero della biodiversità. Riformare il settore dando priorità all’agricoltura biologica e di piccola scala, diversificata e sostenibile. L’obiettivo si raggiunge con la raccolta di un milione di firme in almeno sette diversi Paesi dell’Unione. “Le molteplici crisi che stiamo attraversando a livello globale, da quella ambientale e climatica a quella sanitaria, sono facce della stessa medaglia, conseguenza in gran parte del nostro impatto sugli ecosistemi naturali, che ci sta portando a un’emergenza dietro l’altra”, sottolinea ancora Mammuccini. Per questo anche in agricoltura “è urgente puntare al recupero degli ecosistemi e a superare un modello intensivo basato sull’uso dei pesticidi che mettono a rischio la sopravvivenza delle api e di tante altre specie. È questa la sfida principale per il futuro”».
L’ape è un insetto molto speciale, vola di fiore in fiore raccogliendo nettare che poi trasformerà in miele. Il nettare è il nutrimento dell’ape adulta. Il miele è il cibo di riserva delle api. Volando di fiore in fiore raccolgono nettare che poi trasformerà in miele. Il nettare è il nutrimento dell’ape adulta. Il miele è il cibo di riserva delle api. Il polline d’api, insieme alla pappa reale ed alla propoli è un prodotto delle api che viene grandemente apprezzato dalla medicina naturale per via delle sue proprietà stimolanti, energizzanti e tonificanti sull’organismo. Esistono diversi tipi di polline d’api e numerosi sono gli studi scientifici che ne dimostrano la validità per la cura di diverse patologie. Il polline viene raccolto e trasportato all’alveare da questi industriosi insetti allo scopo di fornire cibo alla colonia, esso rappresenta, infatti, la materia prima utilizzata dalle api nutrici per produrre la pappa reale destinata…
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Sorgente: polinización – ecosistema – fecundacion manzanos – Pink Lady | Pink Lady®
«Se le api scomparissero dalla terra,
all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita».
Albert Einstein
Le punture di vespe e calabroni sono, da sempre, particolarmente temute, in quanto sono molto dolorose e, in casi eccezionali, possono addirittura avere effetti letali. Le specie più frequenti nei nostri ambienti sono le vespe cartonaie (Polistes gallicus e P. dominulus), le vespe di terra (Vespula germanica e V. vulgaris) e i calabroni veri e propri (Vespa crabro).
Tutti questi insetti sono caratterizzati da colonie annuali formate, al massimo, da qualche centinaio di individui e lo svernamento è affidato alle giovani regine che, nella primavera successiva, fonderanno le nuove colonie.
Le vespe cartonaie costruiscono nidi di consistenza cartacea, appesi mediante un peduncolo a cornicioni, balconi e sottotetti, realizzati dalle operaie con detriti vegetali triturati e impastati con saliva.
Le vespe di terra costruiscono nidi dello stesso materiale, ma di maggiori dimensioni, nelle cavità del suolo, nei muri e in ambienti disabitati. I calabroni, infine, prediligono gli alberi cavi, anche se non disdegnano le anfrattuosità dei muri o i vani disabitati, dove costruiscono nidi globosi di grandi dimensioni (fino a 40 cm di diametro). Tutti i nidi vengono costruiti, indipendentemente dalla specie, nel periodo primaverile-estivo, per essere abbandonati ad ogni autunno.
Gli adulti delle vespe cartonaie si nutrono di sostanze zuccherine, mentre le larve vengono alimentate con una dieta a base di insetti predati. In questo modo anche le vespe si rivelano di una certa utilità, distruggendo insetti nocivi all’agricoltura.
I calabroni, invece, possono risultare dannosi in quanto mostrano una certa predilezione per le api.
A fine estate – inizio autunno gli adulti ricercano la frutta matura, lesionandola per alimentarsi a spese dei succhi zuccherini, risultando quindi dannosi alle colture frutticole, oltre che assai fastidiosi per le persone. Si tenga inoltre presente che all’inizio dell’autunno la colonia è arrivata al punto di massimo sviluppo oppure all’inizio della fase di dispersione e questo rende i singoli individui particolarmente aggressivi.
Le vespe di terra, nutrendosi anche di carne di animali morti e frequentando gli ambienti più disparati, possono risultare anche portatrici di microrganismi patogeni in caso di contatto con cibi destinati all’alimentazione umana.