Categoria: Lemna
canzone per la MIA ROSINA, da youtube di Laura Bellasi
LA STRADA REGIA CHE DA COMO PORTAVA A BELLAGIO: il TRATTO DA TORNO A LEZZENO, Società archeologica Comense, 2004
L’alternativa, per chi non vuole fare il giro alto passando da Piazzaga, può essere quella di continuare lungo la statale per circa altri 500 m, prendere la provinciale asfaltate che sale a Molina e percorrerla per circa altri 500 m, girare a destra sulla pedonale acciottolata (Via per Molina), e percorrerla fino a ricongiungersi con la Strada Regia poco sopra la Chiesa di Santa Margherita, come si può vedere qui:
http://hiking.waymarkedtrails.org/it/?zoom=17&lat=45.85808&lon=9.1426&hill=0.855&route=0.31#
Grazie al Alberto per l’informazione
ARCALAND, la storia dei gatti continua
Andare nel Salento è un desiderio che mi accompagna da anni, così come quello di navigare il Po e vedere il suo delta, possibilmente in un clima di nebbia rarefatta.
Sono quegli accenni che nella vita di coppia ogni tanto si affacciano, si accarezzano, si progettano con la fantasia e terminano sempre con la fatidica frase: “E la gatta?”. Situazione che si è maggiormente complicata da pochi mesi a questa parte: “E i tre gatti?”.
Ci voleva un evento forte per dare una scossa a questi pensieri.
Sempre nel pourparler, infatti, il tempo per realizzare il desiderio coincideva con la presunta morte della povera ignara Miciù. Prima di procedere con una sua sostituzione e per rielaborare il lutto della perdita, un breve soggiorno al Sud sembrava il rimedio ottimale. La quota di tre, però,faceva apparire il progetto irrealizzabile.
Ci ha pensato Nabokov a dare la mossa.
E allora oggi, grazie alla provvidenziale segnalazione di amiche fantastiche, siamo andati a conoscere la soluzione del nostro problema.
Che già al telefono le premesse erano molto, molto accattivanti. Perché quando una voce ti annuncia, dopo aver fissato data e ora di appuntamento,
“Bene, così vi presento le mie galline!”
tu capisci che il luogo ancora sconosciuto non può non esserti amico.
Molte le coincidenze: stessa riva del lago, stessa localizzazione un po’ impervia (nel senso che c’è un breve tratto da fare a piedi), stessa concezione dell’amore della natura e degli animali e probabilmente dell’altro cui il tempo darà modo di palesarsi.
Già la felicità di sapere che i nostri complicati quattro zampe sarebbero stati degnamente accolti, ci pareva un successo strepitoso. A poche ore dal ritorno da Arcaland questo sentimento si è ulteriormente accresciuto.
I due squisiti padroni del luogo, infatti, ci hanno accolto con genuina simpatia al limitare del bosco, dove sorgono qua e là rifugi, capanne, casupole attrezzate per la gioia di tutti gli esseri viventi che hanno la fortuna di transitare nei pressi. Selvatici e domestici.
Fra i domestici abbiamo conosciuto
le ormai famose galline, di cui una praticamente “da casa” (anche le galline hanno il loro carattere e i loro limiti di sopportazione),
due cani,
quattro tartarughe,
quattro gatti,
una serie di pappagallini.
Fra i selvatici siamo riusciti ad avvistare uno stormo di verdoni e le tipiche cunette di terra formate dalle talpe.
La sorpresa poi è stata la visita del “Cat hotel” un vero cinque stelle adibito per tutte le tipologie di felini, da quelli più socievoli a quelli più scontrosi, attrezzati di uscite di sicurezza, porte di collegamento, vetrine con vista, tronchi tiragraffi, scalette a pioli, giochi e angoli di relax di indiscutibile piacevolezza.
Insomma fra noi elettrizzati per la vacanza a Lecce e Miciù, Luna e Chat Noir destinati ad un soggiorno ad Arcaland, davvero non so chi ritenere più fortunato.
Un unico dubbio: e se poi non volessero più tornare nel nostro angusto appartamento di città?