
maturano i frutti del NESPOLO GERMANICO, 13 nov 21

Il nespolo germanico è una pianta che viene annoverata tra i fruttiferi minori, ma merita di essere riscoperta, visto che è molto produttiva e di aspetto gradevole. Si tratta di una specie adatta alle coltivazioni biologiche per la sua resistenza e adattabilità e per le sue basse esigenze di cure colturali.
Viene chiamato anche nespolo comune, distinguendolo dal nespolo giapponese, che è tutt’altra pianta con cui non condivide nessuna parentela.
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Nespolo comune: come si coltiva il nespolo germanico
Nespole, Le proprietà benefiche del nespolo comune o Mespilus germanica, e le sue calorie, e i suoi effetti sulla salute dell’intestino
Sorgente: Nespole Germaniche: benefici, proprietà e valori nutrizionali | Naturopataonline
L’esuberanza e la passionalità del rosso-oro lentamente perdono intensità per abbandonarsi alla tonalità più morbida e rassicurante del colore marrone.
E’ questo il colore che mi induce all’introspezione, alla regressione.
Forse perché la terra nuda è di questa tinta, quella stessa terra che elargisce e raccoglie, dispensatrice di vita e depositaria di ciò che vita non è più.
C’è ancora spazio per gettare i semi di spinacio ed interrare i bulbi di tulipano, mentre il resto dell’orto deve essere spogliato dagli avanzi delle piantagioni estive, affinchè il terreno possa ricevere il nutrimento appropriato per ributtare generosamente nel prossimo ciclo riproduttivo.
Il marrone aranciato tinge anche gli ultimi frutti della stagione, già preludio dell’intimo piacere di rompere il guscio di noci e nocciole al crepitio di un ciocco di legno che brucia e dello smuovere la paglia per verificare, al tatto, l’avvenuta maturazione di nespole e kiwi.
E’ tempo di tagliar legna per rinnovare il magico momento dispiare il fuoco ardente dal portellone del forno, grembo accogliente per indorare la pasta della pizza o avvizzire la buccia delle mele renette.
I raggi obliqui del sole giocano con le ombre e le volute del fumo che sbuffano dal camino. C’è silenzio nell’aria. Tra breve le sedie della terrazza dovranno essere riposte in casa per il letargo invernale.
Le fotografie sono di Luciana
L’esuberanza e la passionalità del rosso-oro lentamente perdono intensità per abbandonarsi alla tonalità più morbida e rassicurante del colore marrone.
E’ questo il colore che mi induce all’introspezione, alla regressione.
Forse perché la terra nuda è di questa tinta, quella stessa terra che elargisce e raccoglie, dispensatrice di vita e depositaria di ciò che vita non è più.
C’è ancora spazio per gettare i semi di spinacio ed interrare i bulbi di tulipano, mentre il resto dell’orto deve essere spogliato dagli avanzi delle piantagioni estive, affinchè il terreno possa ricevere il nutrimento appropriato per ributtare generosamente nel prossimo ciclo riproduttivo.
Il marrone aranciato tinge anche gli ultimi frutti della stagione, già preludio dell’intimo piacere di rompere il guscio di noci e nocciole al crepitio di un ciocco di legno che brucia e dello smuovere la paglia per verificare, al tatto, l’avvenuta maturazione di nespole e kiwi.
E’ tempo di tagliar legna per rinnovare il magico momento dispiare il fuoco ardente dal portellone del forno, grembo accogliente per indorare la pasta della pizza o avvizzire la buccia delle mele renette.
I raggi obliqui del sole giocano con le ombre e le volute del fumo che sbuffano dal camino. C’è silenzio nell’aria. Tra breve le sedie della terrazza dovranno essere riposte in casa per il letargo invernale.