
Irrimediabile DOLORE

La famosa pagina dello Zibaldone leopardiano che descrive un un Giardino “in istato di souffrance”. Musica di T. Albinoni: Adagio in G minore per archi, violino e organo
tratto da una conversazione con una amica su facebook:
grazie, simona, per avermi fatto parte di questa tua relazione affettiva.
le tue parole sono molto belle e raccontano più percorsi di vita.
mi capita spesso, qui in giardino, di riflettere sulla vita e la morte.
è il giardino stesso a parlarne di continuo.
oscillo fra la paura (“poi tutto questo non ci sarà più”) ,
la constatazione della inevitabilità ,
l’unica scelta possibile del concentrare tutto sull’attimo presente.
insomma: una morte porta sempre a quelle analisi centrate sul senso di ogni esistenza.
ed è la riflessione filosofica a darci di più.
ciao e ancora grazie per la tua amicizia
Per quello che potrà contare, lascio questa volontà.
Non vorrò funerali alla mia morte.
Le regole burocratiche decidano dove dovranno andare le mie ceneri.
La morte è una soglia inevitabile che ciascuno deve attraversare.
Le religioni parlano di una ipotetica vita che ci sarà oltre quella soglia.
Al mortale non è dato sapere cosa effettivamente ci sarà.
Dunque l’unica cosa che effettivamente possiamo fare è dare grande importanza all’ogni attimo che si manifesta prima di quella soglia.
Dunque le persone vanno trattate bene, o male, prima della morte.
Prego che mi sia socialmente risparmiata l’ipocrisia del cordoglio funebre.
da Epitteto, MANUALE, nella traduzione di Martino Menghi (1996), Rizzoli Bur, 2001
dalla “volgarizzazione” del Manuale di Epitteto di Giacomo Leopardi:
dalla lettura attualizzata di Jules Evans, FILOSOFIA PER LA VITA, Mondadori, 2014