LA FANTASIA, 26.5.81
Stavo fermo sulla riva del lago
e di tanto in tanto il paesaggio ammiravo.
Ad un tratto mi accorsi che…
alcune persone guardavano me.
Lì per lì a ciò non diedi peso,
pensavo fosse solo un malinteso.
Continuai a fissare le onde increspate
e vidi riflettervi quelle persone a me attorniate.
Mi volsi di scatto guardandole in faccia,
mi accorsi che a tutte mancavan le braccia.
Pensai tra me che, povera gente,
facessero parte di un gruppo demente.
Quando uno di loro, il più grasso,
mi scagliò in fronte un sasso.
Rimasi allibito e senza parole,
non per il male, ma per lo stupore.
E subito dopo quel ciccione
mi disse: “Sei tu demente, mascalzone”.
“Non sai che noi siamo il tuo pensiero
e quel che tu vedi non è affatto vero”.
“Noi siamo fatti di tutto e di niente
e quel che tu vedi è aria o è gente”?
“E’ quindi solo la tua fantasia
che ti vuol far credere che il falso, vero sia”.
“Non ti azzardare un’altra volta
a sognare con la tua mente distorta”.
“Perché vedi cosa succede,
sei poi tu a pagarne le spese”.
“Or ce ne andiamo, ti lasciamo contenti
di averti tolto dagli occhi cose fatiscenti”.
“Ciao, andiamo via,
torniamo dalla nostra regina, la Fantasia”!

