la fontana al cui fianco è posta la breve scalinata che conduce al giardino pubblico Alessandro Volta. All’interno del giardino è presente il busto bronzeo del poeta bulgaro Penčo Slavejkov, ivi collocato nel 2007 dal governo bulgaro in occasione del 95° anniversario della morte del poeta che aveva scelto Brunate come dimora per gli ultimi anni della propria vita. Il poeta morì il 10 giugno del 1912, all’età di 46 anni, nella stanza numero 4 dell’Hotel Bellavista, l’edificio dal vivace colore giallo che si può notare dal parco stesso. In ricordo della presenza dell’illustre ospite è stata apposta sulla parete dell’edificio una targa con questi suoi versi: «Qui terminare i giorni a me conceda Iddio Solo e lontano dal caro suol natio.».
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Categoria: Brunate
la Mulattiera Como/Brunate e Alda Merini, in Lake Como Poetry Way – Wikivoyage, guida turistica di viaggio
una scalinata che segna l’inizio della mulattiera per Brunate. In prossimità delle scalette è posta una Little Free Library del percorso. La mulattiera si arrampica in una rapida sucessione di tornanti verso l’eremo di San Donato. Prima di giungervi vi sono due bivi, al primo teniamo la sinistra al secondo la destra proseguendo sempre in salita. L’eremo costruito nel XV secolo sul luogo di una precedente torre di avvistamento che divenne il campanile della chiesa, perse la sua funzionale originale di convento nel 1772. Pochi anni dopo fu venduto a privati e trasformato in abitazione: ancora oggi adibisce a tale uso. Dall’eremo la mulattiera prosegue tagliando dapprima una strada asfaltata e giungendo poi nell’abitato di Brunate dove, poche decine di metri dopo esser diventata asfaltata, troviamo la Cappelletta della Sacra Famiglia. La mulattiera, costruita nel 1817, è dedicata dal 2019 alla poetessa Alda Merini. I legami della letterata con il territorio sono da ricercarsi nelle sue origine. Il padre di Alda era un Brunatese figlio di conte disereditato per aver scelto di sposare una contadina del borgo, Maddalena Baserga, come la poetessa ricorda nell’incipit dell’autobiografia Reato di vita (1994): «Mio padre, un intellettuale molto raffinato figlio di un conte di Como e di una modesta contadina di Brunate, aveva tratti nobilissimi. Taciturno e modesto, […] fu il primo maestro» In onore della poetessa Brunate ospita dal 2011 un premio letterario a lei intitolato. La Merini era affezionata al suo paese d’origine, e amava raccontare un aneddoto collegato alla funicolare: a una sua lamentazione ipocondriaca «Il mio cuore è attaccato a un filo» un parente aveva risposto così: «Ma va’ là, ché il tuo cuore è attaccato al cavo della funicolare!».
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Berra Pietro, COMO UN QUADRO. Viaggio tra Lario e Brianza sulle orme dei grandi artisti, con interventi di Alberto Longatti e Clemente Tajana, New Press edizioni, 2020
Bellagio e Dante grandi ispiratori, di Franz Liszt, in La Provincia /L’Ordine, 6 settembre 2020
Il sentiero dei santi che porta a Brunate, di Lady Morgan, in La Provincia /L’Ordine, 6 settembre 2020
cerca in:
Il sentiero poetico COMO-BRUNATE, in Orobie, riproposto da La Provincia 28 lug 2020
sentieri da Brunate a Torno
Da Brunate a Torno lungo la Strada Regia – video YouTube
I MONTI, poesia di Gianfranco Gentile, detto “Tato”, inviata il 21 maggio 2020 (Grazie !!!)
I MONTI
Si guardavano ormai da millenni
senza che nessuno facesse dei cenni
poi, nella luce di un chiaro mattino
si vollero unire , Brunate e Bisbino.
Fece loro da testimone un caro amico, il Bollettone
e sacerdote, forse per il suo nome,
fu il Monte San Primo che in quell’occasione
fece un sermone veramente divino.
Brunate era di bianco vestita
con un grande manto di pizzo di neve,
Bisbino portava un vestito marrone,
il suo sarto fu il fuoco di un mascalzone.
Gli invitati non furono molti
però da lontano guardavano in tanti
e incuriositi da quell’unione
c’erano Appennini, Alpi e Prealpi.
Ad un tratto giunse una voce:
“Viva la sposa, viva la sposa”
e tutti applaudirono
all’esclamazione del Monte Rosa.
Passaron poi tanti e tanti lustri
tra vita tranquilla, ma anche trambusti,
decisero allora di non star più soli
e fecero un figlio che nacque tra i fiori.
Montorfano vollero così chiamarlo
in ricordo di un caro zio lontano
scomparso purtroppo, diciamo per mano,
di un terremoto antivesuviano.
Montorfano era un bel monticello
affettuoso, garbato, un figlio modello
e per premiarlo gli fu regalato
un bel laghetto da tutti invidiato.
Era un laghetto puro e lucente,
nelle sue acque, molta gente,
andava a bagnarsi nei giorni assolati
per poi sdraiarsi sui verdi prati.
Però, come tutte le cose buone,
dell’acqua pura restò solo il nome
e dopo tanti e tanti anni
anche il laghetto soffrì di malanni.
Nacquero uomini a dismisura;
crebbero case, fabbriche e cemento
che insediandosi in quella pianura
inquinarono acqua, aria e firmamento.
Morirono così Brunate e Bisbino
lasciando in vista il loro scheletro appassito,
così fu segnato il loro destino,
ma non era quello che Dio avrebbe voluto.
Finisce qui la storia di due monticelli
che per mano dell’uomo cessaron d’esser belli
e che lasciarono un caro figlioletto
che ancora combatte per avere rispetto.
Si chiama Montorfano e questo nome s’addice
a un monte senza genitori, a un monte infelice,
facciamo ora in modo che questo piccino
non debba seguire un turpe destino!
lo sguardo di Cristian Cristian sulla Funicolare Como – Brunate
da https://www.facebook.com/cristian.sanvittori?fref=gs&tn=%2CdCH-R-R&eid=ARB69VxnZpTaHSrrD3lxa6CUK6Wm9XV7RcW36d0dYeK7XHLLARiDj0ekhCv-gqxLkHCGRrqBAsdbhFZF&hc_ref=ARQ2qayDF0SUKCNsQ7nq1z7BjI2x7OaqgWBxDkztkMhmEKm5jw0oEXoUVm3e8ZAvrt4&dti=1993145080939767&hc_location=group