“Pensa agli ALBERI che se ne stanno lì dritti, insieme, in un bosco.
Non parlano ma percepiscono la presenza reciproca”
in Thich Nhat Hanh, Sedersi in consapevolezza, Terra Nuova edizioni, 2015, pagina 17











































“Pensa agli ALBERI che se ne stanno lì dritti, insieme, in un bosco.
Non parlano ma percepiscono la presenza reciproca”
in Thich Nhat Hanh, Sedersi in consapevolezza, Terra Nuova edizioni, 2015, pagina 17
Il pensiero di Emanuele Severino nell'ambito del pensiero contemporaneo
Katia Trinca Colonel
si è laureata in Filosofia all’Università Statale di Milano e si è specializzata in counseling filosofico presso l’Istituto superiore di ricerca e formazione in filosofia, psicologia e psichiatria – ISFiPP – di Torino.
È giornalista culturale per il quotidiano Corriere di Como, allegato locale del Corriere della Sera.
Da sei anni tiene laboratori di filosofia nel Carcere del Bassone di Como e si adopera per la divulgazione della giustizia riparativa.
Grazie a M.S. che mi ha indotto a dare memoria a questa fotografia
era, probabilmente, il 1951
in Piazza del Duomo
Era anche il tempo in cui si viaggiava con la rossa Moto Guzzi
Mio padre aveva, probabilmente, 36 anni
tratto da una conversazione con una amica su facebook:
grazie, simona, per avermi fatto parte di questa tua relazione affettiva.
le tue parole sono molto belle e raccontano più percorsi di vita.
mi capita spesso, qui in giardino, di riflettere sulla vita e la morte.
è il giardino stesso a parlarne di continuo.
oscillo fra la paura (“poi tutto questo non ci sarà più”) ,
la constatazione della inevitabilità ,
l’unica scelta possibile del concentrare tutto sull’attimo presente.
insomma: una morte porta sempre a quelle analisi centrate sul senso di ogni esistenza.
ed è la riflessione filosofica a darci di più.
ciao e ancora grazie per la tua amicizia
Per quello che potrà contare, lascio questa volontà.
Non vorrò funerali alla mia morte.
Le regole burocratiche decidano dove dovranno andare le mie ceneri.
La morte è una soglia inevitabile che ciascuno deve attraversare.
Le religioni parlano di una ipotetica vita che ci sarà oltre quella soglia.
Al mortale non è dato sapere cosa effettivamente ci sarà.
Dunque l’unica cosa che effettivamente possiamo fare è dare grande importanza all’ogni attimo che si manifesta prima di quella soglia.
Dunque le persone vanno trattate bene, o male, prima della morte.
Prego che mi sia socialmente risparmiata l’ipocrisia del cordoglio funebre.