Belle · Calicanto d'Inverno · Cedro · Gatti · Luna · marmellate · Noelle Episteme

da una lettera di Luciana a una amica

Per parlare di animali: ora i due gatti di casa possono stare insieme senza problemi! Si è ripresa bene Bice? Il fatto di essere in ambiente protetto l’avrà sicuramente aiutata a una veloce ripresa. Anche voi avete riso per la depilazione?
Ogni volta che ci è capitato, io e paolo scoppiavamo a ridere quando tutte le micie che sono transitate da questo intervento, nel pulirsi, esibivano una coscia di tacchino spennato. Ad Amaltea i gatti stanno bene: Noelle è diventata più selvatica, ma quando accendiamo la stufa, non disdegna, su insistenza, ad entrare e ad occupare la sedia per la pennichella. Belle invece compare solo per l’ora del thé, mangia come una disperata e poi fugge di nuovo. Ci sembra di aver capito che il suo nuovo nascondiglio sia sopra la casa disabitata che sta di fronte ad Amaltea, dalla quale, saltando sui tetti, può evidentemente raggiungere un’altra oasi di pace da lei considerata migliore dell’affollato nostro Eden (in particolare la nemica è Luna, che più invecchia, più diventa bisognosa delle nostre coccole e gelosissima di chi ci si avvicina).
Ieri ci siamo concessi una vacanzina pomeridiana in un paese sopra Menaggio (di fronte a Bellagio), dove un nostro amico attore ha recitato alcuni brani durante la presentazione di un libro su una mastodontica quercia che è il simbolo del genius loci di quel posto. Fra breve arriverà il post e l’audio di documentazione.
Sono giornate ancora calde (sabato 11° nelle ore centrali), anche se al mattino siamo intorno ai 4-5 gradi). Nel giardino è già fiorito il calicanto e un pruno selvatico ha cacciato fuori le prime foglioline, destinate a una brutta fine se arriverà, come probabile, il grande freddo. I cedri sono diventati quasi tutti gialli, dando così mostra di sé in un originale e spontaneo albero di Natale. Mi sono cimentata nella preparazione della marmellata, che Paolo ha decretato eccellente, per cui prossimamente ne farò ancora un po’ da distribuire qui e là.
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ADDIO ALL’ESTATE

Quando le bacche del cotoneaster diventano rosso cupo vuol dire che l’estate volge al termine. Le calde ore del mezzo del giorno sono in contrasto col fresco mattutino e serale, così come il colore sempre più buio e i raggi più obliqui inesorabilmente annunciano l’ingresso autunnale.

Settembre è il mese che accomuna la tristezza della terminalità del ciclo riproduttivo al gaudio dei frutti maturi. Che pure questa è stata un’estate anomala: luglio molto freddo e piovoso, agosto molto caldo e secco, settembre caldo, afoso e con piogge brevi ma torrenziali.

Il giardino ne è stato sorpreso, ma ha saputo tener testa. Ora, a bilancio avvenuto, un diffuso “mal bianco” (come lo chiamano da queste parti) su molti degli alberi da frutto, soprattutto i meli, una precoce caduta di foglie dei pruni, una concentrazione massima di fruttificazione dei prodotti orticoli con anticipato arresto della produzione e rinsecchimento dei pomodori.

Qualcuno ha goduto, nonostante tutto: zucchine e zucche hanno accolto avidamente l’acqua piovana, gonfiandosi e allungandosi in misure sproporzionate per i nostri ricordi. Forse il godimento può essere generalizzato anche alla maturazione anzitempo dei frutti: mai era accaduto che le susine fossero pronte già ai primi di luglio. Idem per le mele royal gala, subito attaccate dai calabroni, e le pere nashi, che hanno ricevuto la stessa sorte. Ma in  fatto di competizione anche noi umani ce la sappiamo cavare. Un pacifico, anche se imposto, rapporto  60-40 a favore nostro. In fondo siamo sempre in debito verso la natura, essendo l’unica specie vivente che fa di tutto per espropriarla e distruggerla.

E ora che svoltiamo agli ultimi giorni settembrini, camminando per i sentieri guardiamo ai chiari segnali che invitano al riposo. Miciù sceglie le basi dei tronchi più esposti al sole per medicare la vecchiezza incombente; lo stesso dicasi per Silvestro e Luna, che, povera, soffre d’artrosi. Noelle invece preferisce la sedia sotto il cucù: la sua giovinezza le impone di dare ancora retta allo scandire delle ore. Belle, che si credeva scomparsa, ha fatto ritorno, restituendoci la speranza che abbia scelto questo luogo per farne la sua dimora.

Sotto le scarpe capita di schiacciare gusci di noci e nocciole. Anche in questo caso, qualcuno è spesso passato prima di noi, ma dopo l’incontro ravvicinato col musetto del ghiro sul fico, tutto si può perdonare. Anche perché il salvato non è indifferente.

Fervono già i preparativi di nuovi spazi. Paolo ha spiantato un pruno malato nell’orto verde: sarà la nuova casa delle patate, visto che anche quest’anno i sacchi non hanno mantenuto le promesse di blogettari entusiasti. La posa di nuovi cassoni, inoltre, mi permetterà di non fare il muso di fronte agli esili fusti dei fagioli e delle piantine di insalate, troppo impegnati a cercare pertugi fra sassi e radici, a discapito della loro crescita. Chissà che tengano pure lontane limacce e formiche! Al momento le insalate di Chioggia pare siano soddisfatte.

Sotto il pino dell’orto grande Giove sta lavorando alla preparazione della sua tana invernale. La terra smossa è esattamente nella posizione dell’anno scorso. Al piano superiore, fra i gambi dei cardi si aggira Ina (Ino?), mentre sotto il cedro abbiamo avvistato più insonnolita che mai Ucra. Per le  due tartarughe ucraine questo è il primo inverno ad Amaltea e la loro sopravvivenza è per noi ancora un’incognita.

Resistono sui rami alcune mele fuji e piccole golden. Una decina di mele cotogne pazientemente attende il destino di marmellata.

Che dire d’altro? Le brumose e umide mattine da tempo hanno scatenato un po’ di malinconia. Ma l’ancora vigorosa fioritura delle nuove guinea e il terrazzo fiorito di rosso e d’arancio illudono che non è tempo di ritirare le sedie.

E lo sbocciare dei fiori bianchi e rosa delle camelie invernali ingentiliscono il pensiero del freddo che verrà. Insomma, un addio all’estate, ma già col cuore alla primavera.

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Belle

Belle ieri è misteriosamente ricomparsa, dopo un mese di lontananza

Così come era misteriosamente scomparsa un mese fa, Belle è altrettanto misteriosamente ricomparsa.

Allora ha, ancora una volta, ragione Emanuele Severino “” … ritornano ….”

Ieri notte abbiamo (quasi) dormito assieme.

Voulez vous coucher avec moi?

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Belle

Belle è scomparsa

Belle è scomparsa, probabilmente inseguita da Nerone.

Non voglio fare ipotesi sulla sua sorte. Ricordo quando l’ho accudita per una intera notte, dopo la sterilizzazione

Non voglio neppure riproporre qualche sua fotografia

Troppa sofferenza animale.

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Passeggiando in un giardino a terrazze sul lago