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https://www.corrieredicomo.it/antonia-pozzi-paolo-cognetti-e-le-montagne-sopra-il-lario/
Per un cane
in ANTONIA POZZI, Desiderio di cose leggere, a cura di Elisabetta Vergani, Salani editore 2018
Sei stato con noi per undici anni
Una sera siamo tornati:
eri disteso davanti al cancello
il muso nella polvere della strada
le zampe già fredde, il dorso
tepido ancora.
Ora sei tutto
nella buca che ti abbiamo scavata.
Ma gli undici anni
della tua umile vita
il gemere
per ognuno che partiva
il soffrire di gioia
per ognuno che ritornava
e verso sera
se qualcuno
per una sua tristezza
piangeva
tu gli leccavi le mani:
oh gli undici anni del tuo amore
tutto qui
sotto questa terra
sotto questa pioggia
crudele?
Esitavi
sulla ghiaia umida:
sollevavi
una zampa tremando
Ora nessuno ti difende
dal freddo,
Non ti si può chiamare
non ti si può più dare
niente.
Sole le foglie fradicie morte
cadono su questo pezzo
di prato.
E pensare che altro rimanga
di te
è vietato:
di questo il nostro assurdo
pianto si accresce.
trascritta da per un cane – Remo Bassini
Il teatro e la poesia si fondono, questa sera, sabato 13 luglio, alle 21, per un nuovo appuntamento con la rassegna di“Zelbio Cult. Incontri d’autore su quell’altro ramo del Lago di Como”. Nel Teatro di Zelbio, in piazza della Rimembranza, arriverà l’autrice e attrice Elisabetta Vergani che interpreterà lo spettacolo, scritto da lei, “L’infinita speranza di un ritorno”, incentrato sulla figura della poetessa e fotografa milanese Antonia Pozzi. L’incontro sarà accompagnato da una conversazione con Armando Besio, l’ideatore della rassegna, giunta alla XII edizione. L’ingresso è libero. Info: zelbiocult.it .
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Pasturo (LC) – 6 Agosto 2016 : Elisabetta Vergani recita Antonia Pozzi presso la casa della poetessa, nel corso della performance …
altri video in cui Elisabetta Vergani racconta la poesia di Antonia Pozzi
Confluiscono nella nostra mente migliaia di informazioni in grado di generare nel cervello una propria realtà che cerca costantemente un riscontro nel corpo. Questi circuiti cerebrali sono in contatto con una fitta rete interattiva ed interpersonale e formano un enorme organismo in continuo movimento. La mostra racconta (attraverso fusioni e sovrapposizioni di immagini) emozioni urlate o sussurrate, frammenti di ricordi, finzioni e dolori che appartengono all’animo umano. Momenti vissuti e impressi per sempre nella mappa della memoria corporea ricordandoci che il contatto profondo con la natura e gli altri esseri umani plasma le nostre funzioni neurali e che congiunzione, sovrapposizione e fusione sono meccanismi fondamentali nella nostra vita. I titoli delle opere sono tratti dalle poesie di Antonia Pozzi.
Paola Cominato vive a Bologna. Si laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti e successivamente in Psicologia Clinica, specializzandosi in Psicoterapia Espressiva ed Arte Terapia. Nel lavoro fotografico racconta la difficoltà…
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Questo pugno di terra
che raccolse
per me – sul Palatino
la tua mano pura
io verserò nell’urna
di smorta argilla
che sul rosso lido di Selinunte
un pescatore mi donò, sporgendo
il braccio fra i cespugli di lentischio.
E tu non dire
ch’io perdo il senso e il tempo
della mia vita –
se cerco nella sabbia
il sole e il pianto
dei mondi –
se getto nelle cose la mia anima
più grande – e credo
ad immense magie…
Antonia Pozzi
10 dicembre 1933
da “Parole: diario di poesia”, A. Mondadori Editore, 1964
Ma noi siamo come l’erba dei prati
che sente sopra sé passare il vento
e tutta canta nel vento
e sempre vive nel vento,
eppure non sa cosí crescere
da fermare quel volo supremo
né balzare su dalla terra
per annegarsi in lui.
Antonia Pozzi
tutta la poesia qui:
Grazia Apisa legge Vicenda d’acque di Antonia Pozzi
(28 novembre 1929)
Musica: Schindler List OST
Nella foto Antonia Pozzi
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Questo saggio completa e conclude sostanzialmente la tesi di laurea che risale all’anno accademico 1967, si tratta della prima importante tesi su Antonia Pozzi, importante e per l’apparato bibliografico, per quel tempo completo, e per la ricchezza degli inediti allora raccolti, tanto da essere stata a lungo richiesta e consultata da molti universitari. Tesi incompleta per pressanti incombenze familiari, per i quali ho dovuto tralasciare per breve tempo sia l’insegnamento sia lo studio, ma tesi incompleta anche per cause oggettive, connesse con la riservatezza doverosa nei confronti di Donna Lina, madre di Antonia, e per la pressione di alcune persone le quali, di certo mosse da un sentimento di prudente riguardo, hanno ritenuto opportuno preoccuparsi e interferire nel mio lavoro di ricerca. Tuttavia non ho potuto fare a meno di riportare, tra gli inediti, copie delle lettere di Antonia Pozzi inviate all’insegnante liceale, missive affidatemi dalla cortese segretaria di casa Pozzi, preziose sia per la bellezza del loro contenuto sia perché, configurandosi alla stregua di uno splendido equivalente epistolare dei testi poetici, rappresentavano una straordinaria opportunità per entrare nel mondo intimo di Antonia e della sua arte e, a mio avviso, non avrebbero in alcun modo procurato alcun turbamento alla madre, con la quale ho vissuto giornate molto serene, attestate da una successiva corrispondenza. La mia decisione pare essere stata provvidenziale, poiché quelle lettere autografe, il cui contenuto è ora di pubblico dominio, al momento non sono più rintracciabili. Ho seguito con estremo piacere l’evolversi degli studi sulla poesia pozziana in questi ultimi decenni e sono certo di avere per parte mia contribuito, presso i giovani studenti, alla conoscenza e alla diffusione dell’arte di Antonia che è rimasta sempre viva nel mio cuore. Il saggio utilizza i fondamenti della disciplina freudiana al fine di tentare un approccio esegetico che possa portare alla luce i sentimenti autentici e profondi della scrittrice, così che sia possibile conoscere anche le motivazioni della sua scelta estrema. Si tratta sostanzialmente di una ermeneutica non molto praticata nel nostro paese, nondimeno si rivela preziosa perché consente di sondare gli abissi dell’animo umano per portare alla luce le forze motrici che, muovendo dal profondo, possono decidere la sorte delle nostre scelte più importanti, soprattutto quelle affettive, fatte spesso in maniera del tutto inconsapevole.