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… In casa mia un gatto fisso c’e sempre stato

 … In casa mia un gatto  fisso c’e sempre stato , in questi ultimi anni invece la mia mamma ha la compagnia di gatti “ospiti passeggeri”. cerca sempre di tenere scatolette di scorta  per non lasciarli a bocca asciutta.

Li dove hai visto la mia mamma  e’ la casa dove sono nata  56 anni fa  e dove ho trascorso un terzo della mia vita  e ancora adesso quando arrivo li:

ma sa slarga al coer ”  certo per lei quei gradini sono un po impegnativi speriamo che la forza  di arrivare  ogni giorno  fino a Castello  non l’abbandoni. 

Ma  per noi , amici di Coatesa, i gradini sono la nostra storia.

betty

Chicco (1939) e Luigina (1943) · DIARIO di Coatesa · Eterni · Mammagatta · Miciù

Rielaborazione di lutti animali: da MammaGatta a Chicco’s Boat

MammaGatta è stata la madre altamente selvatico-domestica che ha fatto nascere la nostra Miciù.

Per 15 anni ha abitato Coatesa, alternando il luogo del pasto da noi e il suo rifugio vicino ma ignoto.

Poi è arrivato il termine del suo tempo,  qui sulla terra che conosciamo. Luciana ne ha già parlato in modo altamente empatico in Elegia per Mamma Gatta 

L”ho vista uscire dal cerchio dell’apparire: 

e ne ho parlato così in  

In quel momento avrei voluto avere un qualsiasi guscio per andarla a riprendere e seppellirla nel cimitero dei gatti.

E una settimana fa il desiderio del guscio è stato realizzato dall’amico vicino di casa (meccanico esperto e navigatore di lago, proprietario della bellissima Lenta) che mi ha regalato questo canotto di salvataggio che ho chiamato “Chicco’s Boat”:

La Baia di Coatesa sarà ancora per i giorni futuri sicuramente Terra ( le terrazze sul lago), ma anche Acqua (le onde della sera, quando il sole cala dietro ai monti).

Il Tempo avrà ancora valore

LEGGERE e SCRIVERE · Mammagatta

Elegia per Mamma Gatta, 11 aprile 2011

Elegia per Mamma Gatta

La scorsa settimana, passando davanti alla siepe di lauroceraso, un odore marcio ci ha fatto pensare al cadavere di un topo ucciso. In realtà, dopo accurata osservazione fra l’erba, abbiamo intravisto una schiena pelosa di un gatto.

Ho subito espresso il mio pensiero: “Sarà Mamma Gatta”. Non lo era.

Si trattava di un gatto tigrato che talvolta passava al “Ristogatto di Amaltea”, un maschione col muso schiacciato che probabilmente, oltre al cibo, puntava a qualcuna delle nostre femmine.

E’ Paolo il necroforo della coppia. Non per scelta. Per necessità. Gli animali morti mi fanno una tragica impressione. E così quel maschione senza nome è finito nel cimitero dell’ultimo piano.

C’è un rituale ogni primavera che sopraggiunge. E’ la nostra prima notte dell’anno  sul lago. Sabato sera c’erano 23 gradi in camera da letto. Una temperatura inusuale per il mese di aprile. Le finestre spalancate e il profumo del glicine portato dalla brezza. Il cucù riavviato in soggiorno. Il frigorifero in funzione. Le imposte aperte. I gatti sui davanzali a impietosirci con i loro miagolii. Questa volta un nuovo particolare: attendere il buio sotto il ciliegio. E’ un evento che succede solo nelle sere d’estate.

Mamma Gatta è stata nei pressi della casa per tutta la domenica. Ha mangiato lenta, con cautela.

Poi si è sdraiata al sole sul corridoio davanti alla panca. Più stanca del solito. E’ ormai da un anno che sono pronta per la sua definitiva partenza. Già il rigido inverno dell’anno scorso non mi aveva fatto ben sperare. Ma ce l’ha fatta.

Ha già sedici anni Mamma Gatta. All’inizio il suo nome era Subdolina, dall’ipotesi che il genitore fosse un gatto, Subdolo appunto, che s’intrufolava a nutrirsi sospettoso e poi correva basso basso, come i gatti dei fumetti. Poi col trascorrere degli anni è diventata Mamma Gatta, in onore della figlia Miciù che da quasi 14 anni vive con noi.

Sempre meno agile, sempre più schiva, il passo più incerto, lo scavalcare del cancello sempre più improbabile. Per essere selvatica (l’unica che non si fa avvicinare più di tanto), ha avuto una vita lunga. Tutti gli altri sono morti molto più giovani di lei.

Eppure ieri aveva uno strano sguardo assorto, dolente. Non sono visibili segnali di malattia. E’ semplicemente vecchia. La osservavo: è rimpicciolita, così come succede al corpo di alcuni  anziani, le cui giunture si rattrappiscono e i muscoli si accorciano. Ha il pelo un po’ glabro, che da grigio ha preso alcune sfumature rossastre. Il muso è da vecchia. Puntuto, affilato. Gli occhi sono fissi, nostalgici.

Per lungo tempo – e così l’abbiamo lasciata – è stata sdraiata sul piano inclinato al confine tra il corridoio che porta al ciliegio e il corridoio davanti alla panca. Alla sua destra, alto, il cipresso. Alla sua sinistra, l’estendersi di un ciglio fiorito e la statua di Anima. Davanti a lei, i gradini che salgono all’orto verde. Ripidi, ma che si elevano verso altri spazi.

Chissà che cosa pensano i gatti alla fine della loro vita. Chissà se su quel piano inclinato Mamma Gatta voleva godersi con abbandonata serenità uno sguardo di bellezza. I colori dei fiori, il volo degli insetti, il rumore del carapace di Giove che tenta di salire i gradini e poi cade giù, il va e vieni dei suoi simili che le passano accanto, l’annusano ma non l’attaccano più come accadeva un tempo.

Chissà se sa che questa sarà la sua ultima primavera.

Forse la ritroveremo la prossima settimana, con quel suo trascinarsi affaticato e tardo. Forse non è così imminente il suo trapasso. Ma se così non fosse, quegli occhi resteranno nella mia memoria come il suo ultimo saluto. Un saluto compiuto, che non lascia nulla in sospeso. Semplicemente la consunzione del tempo.

Testo e fotografie di Luciana

Qualche settimana dopo  MammaGatta è uscita dal cerchio dell’apparire

Mammagatta · Panza

Relazioni sessuali transgenerazionali fra Gatto Panza e Mamma Gatta


E’ proprio primavera
Il gatto Panza,  fatte le debite proporzioni uomo-animale, ha circa 35 anni.
Mamma Gatta, invece, è nella sua quarta età, ovvero circa 84 anni.
Ciononostante, per tutto il pomeriggio, pur avendo terminato la menopausa ed essendo già sterilizzata da 10 anni, ha soggiaciuto con una certa pacifica condiscendenza alle lunghe cavalcate sessuali del povero Panza che, tuttavia, non riesce mai ad arrivare a buon fine.
A conferma che anche nel mondo animale:
1 la sessualità non conosce età
2. i maschi sono fragili, nonostante l’istinto.