Centro Storico di Como · Chiese in Como città · Palazzi ed edifici · Pinacoteca di Palazzo Volpi · STORIA LOCALE E SOCIETA' · Tajana Tino · Via Diaz

Tesori nascosti. Il “museo” di Via Diaz, articolo di Clemente Tajana, in la Provincia 3 novembre 2025, pag. 36

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https://www.laprovinciadicomo.it/ricerca/avanzata/?q=Clemente+Tajana

luoghi descritti:

  • la casa Pozzi all’incrocio con Via Parini
  • la Camera di Commercio
  • La chiesa di San Donnino
  • il Palazzo Volpi
  • l’edificio della Confindustria
  • l’edificio che fu sede della Democrazia Cristiana e del quotidiano l’Ordine
  • il teatro Cressoni, poi cinema Odeon, poi cinema Centrale e in seguito chiuso
  • lo spazio Diaz
  • il complesso La Colombetta
  • palazzo Ciceri
  • palazzo Parravicini, nel passato sede del Club Esperia
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l’antico PALAZZO dei BAGLIACCA , loro residenza dalla fine del XVI secolo, in VIA DIAZ, nel centro storico di Como. Scheda storica in: Cani Fabio, Monizza Gerardo (a cura di), COMO e la sua STORIA: la CITTA’ MURATA, NodoLibri, 1994

scheda storica e informativa alla pagina 140 del libro:

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Casa Clerici, poi Passalacqua (fine Settecento) e sede della Enoteca Gabaglio (1866), In Via Diaz, nel centro storico di Como

scheda storica alle pagine 124-125 del libro:

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Edificio costruito nella seconda metà dell’Ottocento su progetto di Giovan Battista Bernasconi, Via Diaz, angolo via Lambertenghi, nel centro storico di Como

scheda storica alla pagina 124 del libro:

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Dove c’era l’antica chiesetta di S. Maria Maddalena, collegata al piccolo ospedale detto della “Canova e poi della “Colombetta”, e un orfanotrofio femminile, in Via Diaz, nel centro storico di Como

scheda di questo luogo alle pagine 123 e 124 del libro:

fasi storiche:

  • chiesa collegata a un piccolo ospedaletto detto della “Canova” poi della “Colombetta” (1313)
  • nella prima metà del secolo XVI fu sede dell’orfanotrofio femminile. Poi si trasferirono nella parrocchia di San Donnino
  • nel 1764 l’ospedale di S. Maria Maddalena venne unito a quello di Sant’Anna

L’Ospedale di Santa Maria Maddalena o della Colombetta sorse presso la domus della Colombetta, che era la sede di alcuni frati agostiniani scelti nel 1313 dalla domina della Colombetta per gestire un ospedale

  1. http://www.antichiospedalicomo.it/it/colombetta/
  2. https://www.antichiospedalicomo.it/it/category/luoghi-di-accoglienza/
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Casa della famiglia Parravicini, poi Rezzonico, e nel novecento sede del CLUB ESPERIA, in Via Diaz (di fronte a Palazzo Ciceri), nel centro storico di Como

scheda storica alla pagina 122 del libro:

FASI STORICHE:

  • Palazzo Pietro Paolo Parravicini fino al 1796
  • venduto a Giovanni Rezzonico (negoziante di seta)  e Francesco Rezzonico (avvocato)
  • sede del consolato delle Associazioni operaie (1881)
  • sede del Club Esperia nel corso del Novecento (che al primo piano organizzava una sala come teatrino)
  • poi sede della Cassa Edile e dell’ente Scuola Professionale Edile
Camminare fra i monti del Lago di Como · Camminare in COMO città · Centro Storico di Como · Conosco Como? · Palazzi ed edifici · Pifferi Enzo · Via Diaz

l’ex Palazzo Isacchi Casati (Settecento, 1831), in Via Diaz, a Como. Ora sede dello Spazio Diaz

Scheda storica alle pagine 125-126 DEL LIBRO:

Fasi storiche:

Lo Spazio Diaz di Enzo Pifferi a Como è un luogo polifunzionale situato in via Armando Diaz 58, nel cuore del centro storico della città. Questo spazio è noto per ospitare varie mostre ed eventi culturali, che spaziano dall’architettura alla fotografia, al design e alla letteratura.

Storia e Attività

  • Fondazione e Gestione: Lo spazio è gestito da Enzo Pifferi, che ha fondato anche l’omonima casa editrice. E’ attivo da diversi anni e ha ospitato numerose esposizioni.
  • Eventi Culturali: Tra gli eventi più significativi, si ricordano mostre fotografiche come “Como nell’800” (2010) e “Como nelle cartoline del primo Novecento” (2015), che hanno esplorato la storia e l’evoluzione della città attraverso immagini d’epoca Inoltre, ha ospitato una mostra dedicata ad antichi libri di cucina nel 2011
  • Collocazione e Accessibilità: Situato in una posizione centrale, lo spazio è facilmente raggiungibile e offre una piattaforma per artisti e curatori locali e internazionali. L’indirizzo è via Armando Diaz 58, 22100 Como

Caratteristiche e Servizi

  • Spazio Polifunzionale: Lo spazio è progettato per essere versatile, adattandosi a diverse tipologie di eventi, dalle mostre d’arte alle presentazioni di libri.

In sintesi, lo Spazio Diaz di Enzo Pifferi è un punto di riferimento culturale a Como, noto per la sua capacità di ospitare una varietà di eventi culturali e artistici nel cuore della città.

  1. https://coatesa.com/2010/12/18/como-nell%E2%80%99800-mostra-fotografica-dal-17-al-24-dicembre-orario-1530-%E2%80%93-1930-spazio-enzo-pifferi-editore-via-diaz-58-como/
  2. https://www.laprovinciadicomo.it/stories/Homepage/170443_via_diaz_cantieri_e_abbadono_ci_hanno_rovinato_i_burocrati/
  3. https://www.spaziodiaz.it/spazio-polifunzionale-nel-centro-storico-di-como/
  4. http://1995-2015.undo.net/it/mostra/144693
  5. https://coatesa.com/2015/12/10/como-nelle-cartoline-del-primo-novecento-spazio-enzo-pifferi-editore-via-diaz-58-22100-como/
  6. https://www.artribune.com/museo-galleria-arte/spazio-enzo-pifferi/
  7. https://www.centrocasnati.it/index.php/community/2011-04-15-bis-la-provincia-pdf/
  8. https://primacomo.it/cultura/il-mondo-di-rugam-in-una-mostra-evento-a-como-foto-e-intervista/
Fel, Ferrario Enrico Luigi · STORIA LOCALE E SOCIETA' · Via Diaz

Storia del Club ESPERIA, Como, 1914

scheda storico informativa a pagine 122 del libro:

L’Esperia Football Club nacque nel 1919, ma le sue radici risalgono al 1914, quando venne fondata come Associazione Ex Martinitt. Questa associazione era composta principalmente da ragazzi e studenti provenienti dall’orfanotrofio di Como, dipendenza dei Martinitt di Milano

altre fonti informative:

https://it.wikipedia.org/wiki/Esperia_Football_Club

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PALAZZO già di residenza Camillo CICERI (XVIII secolo), poi primo stabile della Cooperativa Edificatrice Comense, in Via Diaz 17, Como

scheda alle pagine 120-121 del libro:

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La zona di Como-centro che fu la sede del del quotidiano L’ORDINE (1879- 1984) e del partito della DC-Democrazia Cristiana, in Via Diaz/angolo Via Natta

Il quotidiano L’Ordine di Como ha una storia ricca e complessa che si estende per oltre un secolo. Ecco una panoramica delle sue principali fasi:

Storia Iniziale (1879-1984)

  • Fondazione: L’Ordine fu fondato nel 1879 da Pietro Carsana, vescovo di Como, come organo ufficiale della Diocesi di Como[1].
  • Evoluzione: Inizialmente pubblicato come trisettimanale, divenne quotidiano nel 1885 sotto la direzione del vescovo Carsana[1].
  • Direttori Storici: Tra i direttori storici vi furono Pietro Carsana e Giuseppe Brusadelli, che guidò il giornale dal 1943 al 1977[1].

Chiusura e Rinascita (1984-2008)

  • Chiusura: Il giornale cessò le pubblicazioni nel 1984.
  • Rinascita: Nel 2008 Alessandro Sallusti rilanciò L’Ordine come quotidiano di opinione con un’impronta laica, diversamente dalle sue origini cattoliche[1].

Crisi Finanziaria e Nuova Forma (2008-Oggi)

  • Crisi Finanziaria: A causa di tre bilanci in perdita consecutivi, la società editrice fu messa in liquidazione nel 2012.
  • Supplemento Culturale: Dal luglio del 2013 L’Ordine è diventato un supplemento culturale settimanale de La Provincia, uscendo con le edizioni di Como e Sondrio ogni domenica. Recentemente è stato aggiunto anche alla versione per Lecco a partire dal gennaio del 2024[1][2].

Attualmente si concentra su tematiche culturali variegate con firme autorevoli.

Direttori Attuali

Diego Minonzio è menzionato come figura chiave nella gestione de L’Ordine dopo il suo passaggio a supplemento culturale de La Provincia[1].

scheda alla pagina 134/135 del libro:


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/L’Ordine
[2] https://ordine.laprovinciadicomo.it/pages/chi_siamo/
[3] https://lagodicomo.jimdofree.com/como/storia/
[4] https://it.wikipedia.org/wiki/La_Provincia
[5] https://ordine.laprovinciadicomo.it/archivio/
[6] https://www.newslinet.com/lordine-torna-in-edicola-ed-e-battaglia-tra-la-curia-di-como-e-il-direttore-della-testata/
[7] https://www.professionereporter.eu/2025/02/provincia-di-como-direttore-ai-giornalisti-lottocento-e-finito-arrendiamoci/
[8] https://www.ebay.it/itm/252857284975

Scrive Luciana B. (il 13 febbraio 2025, tramite facebook):

“Gli uffici del quotidiano L’Ordine avevano sede nel palazzo alla sua sinistra. C’erano anche i macchinari per la stampa: le rotative si accendevano intorno alle 22.30, ne ricordo ancora il rumore. (Al loro posto, oggi si trova la sede di Spazio Natta)

Una cara amica, Gabriella Pesenti, iniziò la sua carriera giornalistica proprio lì, nei primi anni 80, seguendo la cronaca giudiziaria.

A piano terra invece, negli anni 70 avevano sede gli uffici della Olivetti – successivamente sostituiti dagli uffici sede della Democrazia Cristiana.”

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Storia del TEATRO CRESSONI (1870-1910), poi CINEMA ODEON (1912-1965) e CINEMA CENTRALE (chiuso nel 1997), in via Diaz, Como

Teatro Cressoni

Il Teatro Cressoni è stato inaugurato il 30 dicembre 1870, diventando subito un punto di riferimento per la vita culturale di Como. Situato in via Diaz, il teatro si distinse per la sua offerta eclettica, che spaziava dal cabaret all’opera lirica. La sua programmazione includeva anche eventi di avanspettacolo e proiezioni cinematografiche, come la prima del Reale Cinematografo Lumière nel 1897[1][2]. Durante i suoi oltre quarant’anni di attività, il Cressoni ha ospitato numerosi spettacoli, contribuendo a formare una comunità affezionata[1].

Nel 1913, il teatro fu riaperto come cinema, mantenendo il nome di Cressoni fino al 1932, quando venne ribattezzato Odeon[2]. La trasformazione in cinema segnò l’inizio di una nuova era per l’edificio, ma anche un lento declino che culminò con la chiusura definitiva nel 2004[1][4].

Cinema Odeon

L’Odeon continuò a operare come cinema fino alla fine degli anni ’90, quando la sua attività cessò nel 1997. Durante questo periodo, il cinema ha visto una varietà di film proiettati, ma non è riuscito a mantenere lo stesso prestigio culturale del suo predecessore[2][4].

Cinema Centrale

Dopo la chiusura dell’Odeon, l’edificio ha assunto il nome di Cinema Centrale, continuando a funzionare fino alla sua definitiva chiusura.

La struttura ha subito varie trasformazioni nel corso degli anni, ma ha sempre cercato di rimanere un punto di riferimento per gli amanti del cinema nella città[1][4][5].

In sintesi, il Teatro Cressoni e i successivi cinema Odeon e Centrale rappresentano una parte importante della storia culturale di Como, riflettendo i cambiamenti nelle forme d’arte e nell’intrattenimento nel corso degli anni.

scheda alle pagine 127 e 128 del libro: Cani Fabio, Monizza Gerardo (a cura di), Como e la sua storia: la città murata, NodoLibri, 1994:


[1] https://mariotaccone.wordpress.com/2016/10/25/il-teatri-dimenticati-di-como-il-cressoni-e-il-politeama/
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_Cressoni
[3] https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f5/Teatrocressoni.jpg?sa=X&ved=2ahUKEwj6-JDvkqaLAxXNlJUCHT_9NlkQ_B16BAgHEAI
[4] https://www.laprovinciadicomo.it/stories/Homepage/118375_urbanistica_svolta_in_centro_alloggi_e_negozi_allex_centrale/
[5] https://www.quicomo.it/zone/centro-storico/teatro-cressoni-grande-buco-nel-cielo-como.html
[6] https://www.ciaocomo.it/2021/05/12/como-allepoca-delle-monete-doro-presentato-il-documentario-di-paolo-lipari/214048/
[7] https://oldcomo.altervista.org/teatro-cressoni/
[8] https://www.laprovinciaunicatv.it/stories/cultura-e-spettacoli/annibale-cressoni-vero-tesoro-comasco-merita-statua-o_1363605_11/

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PINACOTECA Civica di Como, e storia del PALAZZO VOLPI, Via Diaz, angolo Via Giovio

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La Pinacoteca Civica di Como, situata nel Palazzo Volpi, ospita una ricca collezione di opere d’arte che coprono un ampio arco temporale, dal Medioevo al Novecento.

Questa pinacoteca è parte dei Musei Civici di Como e offre un’importante panoramica dell’arte lombarda, con particolare attenzione agli artisti attivi nella regione.

Collezioni e Opere Esposte

Sezione Medievale e Rinascimentale

  • Affreschi Gotici: Provenienti dal convento benedettino di Santa Margherita.
  • Ritratti di Uomini Illustri: Una collezione cinquecentesca di Paolo Giovio, che include ritratti significativi dell’epoca.
  • Opere Sacre: La Quadreria storica presenta opere come:
  • Caduta degli angeli ribelli di Pier Francesco Mazzucchelli.
  • Trionfo dell’arcangelo Michele di Carlo Francesco Nuvolone.
  • Dipinti di Cristoforo Caresana e Giovanni Paolo Ghianda[1][3][4].

Sezione Barocca e Settecentesca

  • Opere come:
  • Conforto del condannato e Samaritana al Pozzo di Agostino Santagostino.
  • Consacrazione del Cardinale Giuseppe Pozzobonelli di Giovanni Paolo Panini.
  • Vulcano di Pompeo Batoni e Ritratto di gentildonna di Alessandro Magnasco[1][2][3].

Collezione del Novecento

  • Questa sezione documenta l’arte del XX secolo a Como, con opere significative come:
  • Progetti dell’architetto futurista Antonio Sant’Elia.
  • Lavori del “Gruppo Como”, che include artisti come Mario Radice e Manlio Rho, influenzati dal razionalismo e dal Bauhaus[2][5][6].

Importanza Culturale

La Pinacoteca non solo conserva opere d’arte, ma funge anche da centro di ricerca e valorizzazione della storia artistica della città. Le esposizioni sono organizzate in sale tematiche, rendendo la visita un’esperienza educativa e culturale[1][4][5].

In sintesi, la Pinacoteca Civica di Como è un luogo fondamentale per comprendere l’evoluzione dell’arte nella regione, con una collezione che riflette la ricca storia culturale locale.

scheda alle pagine 149-154 del libro:


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Pinacoteca_di_palazzo_Volpi
[2] https://www.milanoguida.com/visite-guidate/fuori-porta/como-pinacoteca-civica/
[3] https://www.visitcomo.eu/it/scoprire/musei/pinacoteca-civica/sezione-quadreria/index.html
[4] https://lakeaddicted.com/lago-di-como-musei-da-scoprire/
[5] https://artsandculture.google.com/partner/pinacoteca-civica-di-como?hl=it
[6] https://comozero.it/cultura-e-spettacolo/como-la-pinacoteca-delle-meraviglie-acquisite-300-nuove-opere-ci-sono-i-grandi-nomi-del-900/
[7] https://wonderlakecomo.com/it/items/pinacoteca-civica-como
[8] https://www.visitcomo.eu/it/vof/pinacoteca-video-sez-medievale.html

Storia di Palazzo Volpi a Como

Palazzo Volpi, situato in Via Armando Diaz a Como, è un edificio storico che rappresenta una fusione di stili architettonici comaschi e romani. La sua storia risale al XVII secolo.

Costruzione e Proprietà Iniziale

La costruzione del palazzo fu commissionata da Volpiano Volpi (1559-1629), un arcivescovo di Chieti residente a Roma. I disegni furono affidati all’architetto Sergio Venturi, senese ma attivo a Roma[1][2]. Il palazzo fu eretto tra il 1622 e il 1633 sotto la supervisione di Pietro Paolo Raimondi, nipote di Volpiano Volpi[1]. L’edificio presenta una pianta ad “U”, incompleta nella parte settentrionale, con un cortile interno aperto sul giardino terrazzato[3].

Utilizzo Successivo

Dopo essere stato proprietà della famiglia Volpi fino alla metà del XVIII secolo, passò ai Canarisi. Nel 1839 fu venduto allo Stato italiano, che lo utilizzò come sede del tribunale giudiziario fino al 1968. Durante questo periodo, il giardino originale fu sacrificato per costruire le carceri[1][3].

Restauro e Trasformazione in Museo

Negli anni Settanta del XX secolo, Palazzo Volpi fu acquistato dal Comune di Como e sottoposto a restauro per eliminare le aggiunte ottocentesche. Fu trasformato in museo nel 1989 come sede delle raccolte d’arte civiche della città[1][4]. La pinacoteca ospita opere d’arte dal Medioevo al Novecento ed è divisa in quattro sezioni principali: Medioevo, Rinascimento, Quadreria storica e Novecento[5][7].

Caratteristiche Architettoniche

Il palazzo si distingue per la sua imponenza rispetto all’edilizia circostante. Presenta un corpo ad “U” con un cortile centrale dotato di loggiato alla romana. Il prospetto principale è caratterizzato da forme semplici ma eleganti grazie al portale bugnato dell’ingresso principale[2].

Oggi Palazzo Volpi rappresenta uno dei luoghi culturalmente più significativi della città di Como grazie alla Pinacoteca Civica che ospita opere artistiche provenienti da tutto il territorio comasco.


Controllare sempre gli orari aggiornati sul sito ufficiale del museo.[4]

Citations:
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Pinacoteca_di_palazzo_Volpi
[2] https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO160-00001/
[3] https://blog.comolake.com/monumenti-comaschi-pinacoteca-civica-palazzo-volpi/
[4] https://abbonamentomusei.it/spazio_espositivo/pinacoteca-civica-di-palazzo-volpi/
[5] https://catalogo.beniculturali.it/CulturalInstituteOrSite/1492536934111
[6] https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede-complete/CO160-00001/
[7] https://www.visitcomo.eu/it/scoprire/musei/pinacoteca-civica/
[8] https://visitcomo.eu/it/vof/pinacoteca-civica-video4.html