Il museo Etnografico e dell’acqua, allestito in un vecchio lavatoio risalente al 1822 e posto nel centro storico, documenta, attraverso oggetti, contenitori e strumenti l’uso dell’acqua dal XIX sec. agli anni ’50 del XX°.
La struttura, non più utilizzata da molti anni, era in stato di abbandono. Dopo un attento intervento di recupero conservativo e funzionale da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale, lo spazio è stato organizzato in modo da illustrare e “raccontare”, anche, con pannelli esplicativi, la sua funzione originaria, quella del lavaggio dei “panni” e luogo sociale d’incontro delle donne appartenenti alle classi popolari.
Esso fa conoscere, inoltre, i contenitori e gli strumenti propri della pratica del bucato domestico, l’uso dell’acqua in casa; il suo trasporto, per le esigenze agricole; le tecniche utilizzate per prelevare l’acqua dai pozzi, sia manualmente che con pompe idrauliche, e il modo di attingere l’acqua alla fontana.
Ma la testimonianza, certamente più significativa, è una macchina antincendio della seconda metà dell’ottocento, in dotazione alla squadra di pompieri volontari del Paese ed impiegata fino agli inizi del 1950.
Un patrimonio unico al mondo, nato da anni di vita e conoscenza del Lago di Como che hanno portato alla realizzazione di una raccolta di inestimabile valore per il settore nautico e per la storia d’Italia.
NUOVA SALA IN PINACOTECA Mario Radice e l’architettura. La collaborazione con Giuseppe Terragni e Cesare Cattaneo Inaugurazione: giovedì 31 marzo 2022 – ore 18 Pinacoteca Civica di Como Intervengono: Livia Cioffi, Assessore alla Cultura – Comune di Como Maria Antonietta Marciano, Dirigente Cultura – Comune di Como Veronica Vittani, Responsabile Musei civici – Comune di Como Roberta Lietti e Paolo Brambilla, curatori del progetto Una nuova sala permanente va ad arricchire il patrimonio culturale della Pinacoteca Civica di Como: giovedì 31 marzo alle 18 verrà inaugurata la sala dedicata a “Mario Radice e l’architettura. La collaborazione con Giuseppe Terragni e Cesare Cattaneo”.
Il progetto nasce come ideale seguito e consolidamento della mostra realizzata nel 2019 (“Mario Radice: il pittore e gli architetti. La collaborazione con Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Ico Parisi”) che aveva messo in luce per la prima volta il lavoro sinergico tra Radice e gli artisti comaschi, espressioni delle tre arti: scultura, architettura e pittura. Prosegue con questa inaugurazione il cammino intrapreso di nuova valorizzazione del patrimonio artistico comunale della sezione Novecento della Pinacoteca civica, avviato nel 2020 con l’apertura delle due sale Giuseppe Terragni per i bambini: l’asilo Sant’Elia. Il nuovo allestimento indaga il rapporto di Mario Radice (Como, 1898-1987), una tra le figure più complesse nel panorama del primo astrattismo italiano, con gli amici architetti, Giuseppe Terragni e Cesare Cattaneo, un rapporto di stima e amicizia, ma a volte anche conflittuale. Le opere trovano un chiaro riferimento in immagini fotografiche d’epoca, scritti, disegni preparatori e studi su carta, tra cui molti inediti conservati presso gli archivi della Pinacoteca di Como – in gran parte provenienti dal Fondo Mario Radice – che approfondiscono il rapporto ideativo, progettuale e di collaborazione dei protagonisti. La collaborazione con Terragni è rappresentata dalla Casa del Fascio di Como, di cui è visibile in mostra un accurato modello appositamente realizzato dall’architetto Paolo Brambilla, per la quale Radice aveva realizzato tra il 1932 e il 1936 due grandi bassorilievi per la Sala del Direttorio al primo piano e otto affreschi nel Salone delle Adunate al piano terra, interventi pittorici centrali per la nascita del primo astrattismo italiano, ammirati anche da Lucio Fontana. Mentre con Cattaneo la collaborazione è per la Fontana di Camerlata. Concepita tra il 1934 e il 1935 per il piazzale di Camerlata di Como, da cui prende il nome, viene realizzata l’anno successivo in occasione della VI Triennale di Milano, trovando collocazione al centro del Parco Sempione, sull’asse fra il Castello Sforzesco e l’Arco della Pace; demolita al termine dell’esposizione nel 1937, viene ricostruita a Como soltanto nel 1960. La visita alla sala è arricchita da un podcast, che racconta la figura di Mario Radice nel vissuto quotidiano, attraverso la viva voce di quattro comaschi che a vario titolo ebbero modo di conoscerlo e frequentarlo.
La realizzazione di questa sala è stata possibile grazie alle donazioni, recenti e passate, di Francesca e Barbara Radice, che hanno contribuito ad arricchire il patrimonio artistico della Pinacoteca cittadina.
INCONTRI DELL’UNIVERSITÀ POPOLARE Archivio di Stato, via Briantea 8, ore 15.30, ingresso libero Magda Noseda conclude il ciclo Archivi: custodi della memoria con l’incontro Lavorare è permesso, una professione è negata. Un excursus tra le carte d’archivio in merito all’apprendimento tecnico di un mestiere e di un’arte. Non si investiva nel mondo femminile, ma in quello maschile. Alla donna non era riconosciuta la titolarità di una professione, tuttavia molte sono riuscite ad emergere dall’anonimato.