Alberi · Alberi · AMBIENTE, ECOLOGIA, AREE URBANE

“le piante ci insegnano la reciprocità”

Le piante non vivono isolate ma inserite in complessi ecosistemi in cui instaurano rapporti di reciprocità con altri organismi. Questi scambi mutualistici, spesso invisibili a occhio nudo, sono fondamentali per la loro sopravvivenza e prosperità.

  • Le radici delle piante si intrecciano con funghi micorrizici che le aiutano a captare nutrienti in cambio di zuccheri prodotti dalla fotosintesi.
  • Alcune piante dipendono dagli insetti per l’impollinazione, offrendo nettare e polline come ricompensa.
  • Le foglie rigenerano ossigeno e microclimi favorevoli per altri esseri viventi, mentre assorbono anidride carbonica.

Questi scambi non sono unidirezionali ma rispondono a un principio di mutuo beneficio che potremmo definire come reciprocità ecologica.

La lezione umana dalla reciprocità vegetale

L’osservazione della reciprocità in natura può essere una metafora potente per le relazioni umane e sociali:

  • Le società prosperano quando i rapporti tra individui e gruppi sono fondati sulla collaborazione e lo scambio equo, non sul dominio o lo sfruttamento.
  • Le piante ci insegnano che il benessere individuale è legato a quello della comunità; non si può crescere isolati ma insieme agli altri.
  • Il principio di reciprocità invita a una cultura della cura e responsabilità nei confronti dell’ambiente, riconoscendo che la nostra salute dipende da quella degli ecosistemi.

Implicazioni etiche e culturali

Pensare alla reciprocità come a un valore ispirato alle relazioni vegetali implica:

  • Promuovere modelli di sostenibilità ambientale basati sul riconoscimento dei diritti naturali.
  • Rivalutare le economie e le politiche sociali incoraggiando scambi equi e cooperazione tra individui e con la natura.
  • Riflettere su una visione del mondo olistica in cui ogni elemento contribuisce e riceve in un equilibrio dinamico.

AMBIENTE, ECOLOGIA, AREE URBANE · LAGO DI COMO-LARIO: Luoghi · STORIA LOCALE E SOCIETA' · Tajana Tino · Varenna

Clemente Tajana, VARENNA. Il paese fondato due volte, in l’Ordine/la Provincia, 6 luglio 2025

vai agli articoli di Clemente Tajana in l’Ordine/la Provincia:

https://ordine.laprovinciadicomo.it/archivio/ricerca/autore/Clemente_Tajana/

AMBIENTE, ECOLOGIA, AREE URBANE · CULTURA e CULTURA LOCALE · GENIUS LOCI · LUOGHI D'ITALIA

definizione di CONTRADA

Il termine contrada ha diverse accezioni e origini etimologiche, legate principalmente alla geografia e all’urbanistica.

Definizione

  1. Rione o quartiere: In molte città italiane, come Siena, il termine contrada si riferisce a ciascuno dei diciassette rioni in cui è suddivisa la città, particolarmente in relazione al Palio di Siena, una storica corsa di cavalli[1][3][4].
  2. Strada o via: In un contesto più ampio, contrada può indicare una strada di un luogo abitato, oppure una traversa di una via cittadina[2][3].
  3. Territorio o regione: In senso più ampio e letterario, contrada può anche riferirsi a una regione o a un territorio[3][4].

Etimologia

Il termine deriva dal latino contrata, che significa “contro” e indica un “paese o via che sta di fronte”[1][6]. Altre interpretazioni suggeriscono un’origine da cum-strata, riferendosi a località con strade proprie[2][5].

Classificazione

Le contrade possono essere classificate in:

  • Contrade urbane: suddivisioni del centro storico.
  • Contrade rurali: suddivisioni del territorio extraurbano.
  • Contrade generiche: suddivisioni tradizionali del territorio comunale[4].

In sintesi, il concetto di contrada è complesso e varia in base al contesto geografico e storico, assumendo significati che spaziano da rioni cittadini a porzioni di territorio più ampie.

Citations:
[1] https://www.treccani.it/vocabolario/contrada/
[2] https://www.teknoring.com/wikitecnica/storia-dell-urbanistica/contrada/
[3] https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/C/contrada.shtml
[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Contrada_(geografia)
[5] https://iris.unica.it/retrieve/e2f56ed6-a2fb-3eaf-e053-3a05fe0a5d97/Cadinu%202014%20Wikitecnica%20CONTRADA.pdf
[6] https://it.wiktionary.org/wiki/contrada
[7] https://www.wordreference.com/definizione/contrada
[8] https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/contrada/

AMBIENTE, ECOLOGIA, AREE URBANE · Biografie di persone · STORIA LOCALE E SOCIETA'

Gaetano Iapichino (a cura di), Plinio il Vecchio e la Naturalis Historia: aspetti e valori del sapere antico, Società Archeologica Comense

scheda del libro:

CATALOGO MOSTRA PLINIO DEL 2023

Indice 

Presentazione 

Introduzione 

Le celebrazioni del bimillenario pliniano 2023-2024 

Plinio il Vecchio: la vita 

D’azione e di pensiero: i volti di Plinio 

La Storia Naturale 

Libro II Astronomia e Meteorologia 

Libri III – VI Geografia 

Libro VII Antropologia 

Libri VIII-XI Animali 

Libri XII – XXI Botanica e Agricoltura 

Libri XX – XXXII Medicina 

Libri XXXIV – XXXVII Arte 

Libro XXXVI – XXXVII Mineralogia 

Como e il Lario nella Naturalis Historia 

I colori 

La seta a Roma nell’epoca di Plinio 

AMBIENTE, ECOLOGIA, AREE URBANE · Politica locale - Como · TURISMO · urbanistica

Overtourism e strategie locali, articolo di Lorenzo Spallino in La Provincia, 27/08/2024

Appartiene alle scienze sociali il compito di definire il corretto approccio all’«overtourism», ossia al turismo declinato in forme e modalità che provocano o possono provocare danni all’ambiente, oltreché disagi per i residenti. Fenomeno diverso dalla «turistificazione», che riguarda l’insieme delle trasformazioni innescate sul territorio dall’incremento dei flussi turistici.

Rientra invece tra i compiti degli amministratori locali cercare di individuare strategie che sopperiscano all’inerzia del legislatore rispetto agli impatti di un turismo non regolato ed eccessivo, dove una delle facce del tema è quello dell’alterazione del mercato immobiliare, con il combinato effetto di sottrarre unità al mercato delle residenze e di elevare il costo di queste sino a renderle economicamente inappetibili. Il dato finale è comune a tutte le località europee colpite dal fenomeno: l’espulsione dei residenti dai quartieri più appetibili dai turisti, per altro identificabili con i centri storici, dove spesso risiede la parte più debole della popolazione.

Se l’ottica di una politica urbanistica locale è, o dovrebbe essere, quella della attrattività delle città in una prospettiva di crescita della comunità, è ovvio che una pressione turistica che si spinge sino a espellere i residenti nega alla città il diritto di decidere sulla forma del proprio futuro. Nell’attesa di politiche legislative nazionali e regionali che si facciano carico del tema, la risposta delle comunità sta nelle forme di regolamentazione urbanistica, cui non può essere opposta una presunta intangibilità della proprietà privata. Vuoi perché la giurisprudenza amministrativa ha da tempo legittimato approcci di tutela del territorio perseguiti attraverso strumenti di pianificazione territoriale, vuoi perché, più in generale, la definizione della proprietà privata come sacra, inviolabile e intangibile risale allo Statuto Albertino del 1848, mentre l’attuale articolo 42 della Costituzione la riconosce e garantisce «solo quando realizza una funzione sociale».

Applicando i canoni generali della legislazione vigente, la giurisprudenza afferma quello che il comune sentire percepisce: ossia, da un lato, che il significato letterale attribuito al termine abitazione permette di escludere che l’attività di affittacamere possa assimilarsi all’uso abitativo, dovendo piuttosto essere qualificata come attività commerciale, e dall’altro che l’attività di affittacamere, pur differenziandosi da quella alberghiera per le sue modeste dimensioni, presenta natura a quest’ultima analoga, comportando, non diversamente dall’esercizio di un albergo, un’attività imprenditoriale, un’azienda ed il contatto diretto con il pubblico.

Le conseguenze sono almeno tre. Da un lato, sotto il profilo urbanistico, c’è da interrogarsi sulla compatibilità con le destinazioni impresse dallo strumento urbanistico quando queste non contemplano (o escludono) destinazioni commerciali. È vero che la legislazione lombarda del 2015 prevede che case e appartamenti per vacanze mantengano la destinazione residenziale, ma ciò non significa che i comuni non possano intervenire ad esempio chiedendo alla proprietà di farsi carico degli standard urbanistici, ossia delle quantità minime di spazi pubblici o di uso pubblico a tutela della qualità della vita di residenti e dei futuri abitanti (parcheggi, verde e così via), che l’attività comporta. Da un altro lato, quello civilistico, non può sfuggire l’incompatibilità con le disposizioni dei regolamenti condominiali che vietino attività commerciali, essendo pacifico che l’attività di affittacamere sia del tutto sovrapponibile a quella alberghiera. Da un altro lato ancora, per quanto non esista un’unica qualificazione, valida su tutto il territorio nazionale, dell’attività di Bed & Breakfast, la cui regolamentazione spetta alle singole Regioni, è ritenuto legittimo un regolamento comunale che, con riferimento alla determinazione della tariffa da applicare ai fini TARSU, equipara la porzione di immobile destinata all’esercizio del B&B ad un albergo.

Basterebbero queste minime indicazioni quanto meno per impostare un approccio al fenomeno, consci che qualche strumento, e non di poco conto, è dato. In un’ottica di programmazione, la revisione degli strumenti urbanistici che l’aggiornamento del Piano Territoriale Regionale della Lombardia impone ai comuni entro due anni dalla approvazione dei piani di competenza provinciale, rappresenta l’occasione per approfondire, con riferimento alle singole comunità, l’impatto del turismo e la sua sostenibilità. Tutto ciò senza dimenticare che la legge regionale sul turismo, per quanto di pregevole fattura, è stata scritta quasi dieci anni fa e che in questo periodo l’evoluzione del fenomeno è stata particolarmente ^aggressiva^, passando dai quasi 38.000.000 di presenze del 2015 ai quasi 48.000.000 del 2023. Una riflessione sotto questi profili si impone quindi anche per il legislatore regionale, ma su scala locale questa città non può non cominciare ad interrogarsi su cosa vuole essere.

Se rifiuterà di occuparsi dell’impatto del turismo su di essa, sarà il turismo ad occuparsi di lei, con un approccio di rendita passiva che suggerirà alle nuove generazioni di cercare altrove il proprio futuro.

Post image

AMBIENTE, ECOLOGIA, AREE URBANE · CAMMINARE · Camminare fra i monti del Lago di Como

la pineta di Appiano Gentile e Tradate

AMBIENTE, ECOLOGIA, AREE URBANE · distruzioni urbane · LAGO DI COMO-LARIO: Luoghi · Torno

“no” al progetto del nuovo resort di lusso che potrebbe sorgere a Torno – sponda orientale del lago più amato del mondo – tra la Villa Pliniana e il cimitero, articolo di Daniela Colombo in La Provincia, 19 maggio 2024

Una colata di cemento sulla storia, sulle tradizioni, sull’anima del paese. Un cemento che soffoca chi, tra quelle vie, ci è nato e cresciuto e ora non si vuole arrendere al turismo dei ricchi, a chi è disposto a pagare per una notte la cifra che un operaio incassa in un mese.

Sono queste le persone che ora gridano “no” al progetto del nuovo resort di lusso che potrebbe sorgere a Torno – sponda orientale del lago più amato del mondo – tra la Villa Pliniana e il cimitero

… Un intervento urbanistico su una superficie di 29mila metri quadrati Destinato a cambiare per sempre la faccia della sponda orientale del Lario …

vai all’articolo pubblicato su La Provincia:

Il lago “sfregiato” dal resort di lusso – Cronaca

https://www.laprovinciadicomo.it/stories/premium/lago-e-valli/il-lago-sfregiato-dal-resort-lusso-o_2232014_11/

AMBIENTE, ECOLOGIA, AREE URBANE · LAGO DI COMO-LARIO: Luoghi · Torno

Gli AVELLI, un mistero di confine, articolo di Pietro Berra in l’Ordine/la Provincia 7 aprile 2024. Recensione del libro: “Loro. Il racconto di una autentica, personale, ossessione per i massi avelli”, New Press editore

letto in edizione cartacea

cerca in:

https://www.laprovinciadicomo.it/stories/premium/ordine/gli-avelli-mistero-delle-terre-confine-o_2133811_11

https://ordine.laprovinciadicomo.it/archivio/ricerca/autore/Pietro_Berra

Alberi · AMBIENTE, ECOLOGIA, AREE URBANE

Mancuso Stefano, Giordano Philip, Il favoloso mondo delle piante, Aboka Kids editore, 2023

scheda dell’editore:

Il mondo delle piante è pieno di storie straordinarie: alberi più vecchi delle piramidi, mondi sotterranei da esplorare, fiori che si travestono da vespe, supereroi vegetali senza cuore e senza cervello, pozioni per catturare la luce.
Sembra una fiaba, invece è tutto vero, e ci riguarda da vicino.
Forse non lo sapevate, ma senza le piante non ci saremmo nemmeno noi. Le piante ci donano ossigeno per respirare, ma anche cibo, sostanze per curarci, legno, fibre tessili per vestirci… e tanta bellezza. Dalle piante, infine, dipende il nostro futuro. Eppure ne sappiamo pochissimo…
Entriamo allora in punta di piedi nel mondo vegetale e lasciamoci avvolgere dalla sua magia. Sarà un viaggio sorprendente, ricco di scoperte incredibili. Una grande avventura, verde di clorofilla e gialla di polline.

 

Stefano Mancuso è professore ordinario presso l’Università di Firenze e dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale. È stato incluso dal “New Yorker” tra coloro che sono ‘destinati a cambiarci la vita’. Autore di numerosi libri, tradotti in più di venti lingue, per Aboca Edizioni ha pubblicato Botanica. Viaggio nell’universo vegetale (2017, nuova edizione 2021) e Discorso sulle erbe. Dalla botanica di Leonardo alle reti vegetali (2019, con Fritjof Capra).

Philip Giordano, nato in Liguria da madre filippina e padre svizzero, è un illustratore e autore italiano che vive tra il Giappone e l’Italia. I suoi libri, pubblicati in oltre 20 paesi, hanno ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il “Premio Internazionale d’Illustrazione” della Bologna Children’s Book Fair – Fundación SM, il “Garden Book of the Year” della Garden Media Guild e il “Premio Andersen” per il miglior albo. È stato inoltre finalista al prestigioso premio “The Young People’s Book Prize” della Royal Society di Londra.

Alberi · AMBIENTE, ECOLOGIA, AREE URBANE

Suzanne Simard, L’albero madre. Alla scoperta del respiro e dell’intelligenza della foresta, Mondadori, 2022. Indice del libro

scheda dell’editore

https://www.mondadoristore.it/albero-madre-scoperta-Simard-Suzanne/eai978880471435/

Docente alla British Columbia ed ecologista di fama mondiale, Suzanne Simard è una pioniera nel campo della comunicazione e dell’intelligenza delle piante.

Quando nel 1997 «Nature» pubblicò un suo articolo nel quale dimostrava come gli alberi comunicassero tra loro attraverso un’immensa rete di funghi sottoterra, nessuno poteva immaginare che questa scoperta avrebbe riscritto uno dei paradigmi della teoria evoluzionistica, quello secondo cui è la competizione tra le piante a modellare le foreste.

Simard suggeriva infatti che fossero la vicinanza e la collaborazione, la diversità e l’inclusione a garantire la vita, l’ecologia e il benessere dei grandi boschi. Un’intuizione che le indagini condotte nei vent’anni successivi hanno ampiamente confermato.

Ora, in queste pagine, commoventi e profondamente personali, l’autrice condivide il suo mondo. Svela i segreti che accompagnano la vita degli alberi come creature sociali, mostrando da vicino come questi modellino il loro comportamento ai bisogni della comunità cui appartengono, come si prendono cura gli uni degli altri.

Perché la foresta è un ecosistema dove tutto è connesso, dove le specie si adattano, si sviluppano, crescono, completano il loro ciclo vitale mettendo in comune risorse e informazioni, diffondendo energia, saggezza, protezione. Come un’orchestra impegnata nell’esecuzione di una sinfonia, o come una famiglia che cresce attraverso il dialogo, l’aiuto reciproco, la condivisione di saperi e ricordi.

Ma soprattutto Simard racconta come questo intreccio apparentemente miracoloso ruoti attorno a entità potenti e meravigliose, gli Alberi Madre, esemplari più anziani che non solo provvedono al nutrimento degli alberi più giovani, ma come dei veri genitori forniscono loro le «ricette migliori» per mantenersi in salute, contribuendo così, generazione dopo generazione, alla salvaguardia dell’ecosistema.

L’Albero Madre ci accompagna nel complesso ciclo della vita nella foresta, ricordandoci che la scienza non è un regno separato dalla vita ordinaria, ma profondamente connesso con la nostra umanità.

Alberi · AMBIENTE, ECOLOGIA, AREE URBANE · Biografie di persone

Daniele Rielli, Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale, Rizzoli, 2023

scheda del libro:

https://rizzoli.rizzolilibri.it/libri/il-fuoco-invisibile/

Si può raccontare un dramma ecologico e sociale come se fosse un incalzante romanzo a più voci?

È quello che fa Daniele Rielli in questo libro in cui, cercando di capire cosa sta uccidendo gli ulivi della sua famiglia, ricostruisce le vicende legate all’arrivo in Puglia di Xylella, un batterio che ha causato la più grave epidemia delle piante al mondo.

Tutto inizia a Gallipoli, quando gli ulivi cominciano a seccare e morire in un modo mai visto prima. Si mette in moto un vortice di avvenimenti che prende velocità fino a diventare inarrestabile. L’ulivo è l’albero simbolo della civiltà mediterranea ed è ritenuto immortale, le piazze si riempiono di manifestanti che protestano contro le misure di contenimento e la magistratura mette sotto accusa gli scienziati che hanno scoperto la malattia: è la tempesta perfetta.

Oggi almeno 21 milioni di ulivi – tra cui molti alberi secolari e millenari, un patrimonio insostituibile – sono morti, è come se l’intera provincia di Lecce fosse stata bruciata da un gigantesco fuoco invisibile.

L’epidemia si muove inesorabile verso Nord e rimane aperta una domanda: come è stato possibile?

Daniele Rielli segue questa vicenda sin dall’inizio, per anni parla con gli scienziati che studiano il batterio, incontra i negazionisti che non credono alla malattia, ascolta gli agricoltori e i frantoiani che cercano di salvare le loro aziende, studia i documenti, interroga le persone, percorre migliaia di chilometri dentro un territorio che da paradiso terrestre si sta trasformando in un gigantesco cimitero vegetale, perdendo così la sua identità più profonda.

Durante questo lungo viaggio Rielli indaga l’antico legame con gli ulivi della sua famiglia, scopre i segreti dell’industria dell’olio, riflette sugli aspetti più paradossali del nostro rapporto con la natura e sull’enorme potere delle storie. Il fuoco invisibile è assieme un romanzo famigliare e il resoconto di un processo alle streghe di Salem nell’era dei social.

AMBIENTE, ECOLOGIA, AREE URBANE · Terrazzamenti · TERRAZZAMENTI

I terrazzamenti sulle sponde del lago di Como, un convegno sul paesaggio e l’economia – in CiaoComo

vai a

I terrazzamenti sulle spode del lago, un convegno sul paessaggio e l’economia – CiaoComo