





L’incontro prenderà in esame i tessuti illustrati nell’abbigliamento dei personaggi e negli arredi delle scene degli affreschi della basilica; sarà l’occasione per approfondire aspetti della storia del tessuti e del costume tra il primo e il terzo del decennio del XIV secolo, quando il “maestro di Sant’Abbondio” attende al ciclo decorativo regalando una dovizia di particolari realistici.
La conferenza, organizzata con gli Amici dei Musei, in collaborazione con la Basilica di Sant’Abbondio, l’Università dell’Insubria e l’Università Popolare di Como, costituisce il secondo appuntamento di approfondimento sul ciclo di affreschi della Basilica e va a seguire la conferenza di Fabio Cani e Gerardo Monizza “Cronaca per immagini”.
Fondazione Antonio Ratti
Villa Sucota, via per Cernobbio 19
Como
+39 031 3384976
info@fondazioneratti.org
In collaborazione con
Amici dei Musei
Basilica di Sant’Abbondio
Università dell’Insubria
Università Popolare
Giovedì 20 novembre 2014 alle 18.30 presso la sede della Fondazione Antonio Ratti, si inaugura la nuova mostra del Museo Studio del Tessuto “Ikat/Chiné, decorare il tessuto”, a cura di Margherita Rosina e Francina Chiara.
Ikat e chiné sono due termini forse enigmatici per un pubblico non specializzato, che identificano disegni bellissimi dai contorni “sfumati”. Questo particolare effetto trae origine da un’antica tecnica di tintura dei tessuti utilizzata in Paesi lontani tra loro. (…)
“Ikat/Chiné, decorating textiles” is the new exhibition of Museo Studio del Tessuto, opening on November 20th 2014 at 6.30 pm, curated by Margherita Rosina and Francina Chiara.
Ikat and chiné are perhaps two enigmatic words for a non-specialist audience. They identify beautiful designs with blurred-contour. This particular effect originates from an ancient dyeing technique used in many countries far away one from another. (…)
Lo CSAV – Artists Research Laboratory, ideato e diretto da Annie Ratti è un laboratorio artistico tra i più prestigiosi d’Europa. Ogni anno, nel mese di luglio, un artista di livello internazionale condivide la propria visione e la propria esperienza con un gruppo di artisti emergenti reclutati attraverso un open call. Distaccandosi dalle tradizionali metodologie d’insegnamento, CSAV privilegia l’improvvisazione, il dibattito e l’evoluzione tematica. La formula del workshop prevede, oltre alle ore dedicate all’insegnamento e alla discussione, una mostra personale dell’invited artist, una mostra collettiva dei corsisti e una pubblicazione, outcome finale dell’attività del workshop.
Gli artisti invitati dello CSAV sono stati: Joseph Kosuth (1995), John Armleder (1996), Allan Kaprow (1997), Hamish Fulton (1998), Haim Steinbach (1999), Ilya Kabakov (2000), Marina Abramovic (2001), Giulio Paolini (2002), Richard Nonas (2003), Jimmie Durham (2004), Alfredo Jaar (2005), Marjetica Potrc (2006), Joan Jonas (2007), Yona Friedman (2008), Walid Raad (2009), Hans Haacke (2010), Susan Hiller (2011), Liliana Moro (2012), and Matt Mullican (2013).
Fondazione Antonio Ratti
XX CSAV – Artists Research Laboratory
30 giugno – 23 luglio 2014
Tacita Dean
Comoggardising: the benefits of creative indolence
Nel 2014 lo CSAV – Artists Research Laboratory festeggia la sua ventesima edizione. A condurre il workshop estivo sarà uno dei più interessanti artisti inglesi viventi, Tacita Dean.
Dean è celebre per i suoi film dal passo lento e contemplativo. Che ritraggano grandi artisti arrivati al termine della vita o fenomeni ottici rari e fuggevoli come il “raggio verde” del sole al tramonto, il loro vero soggetto è sempre il trascorrere del tempo – e la bellezza struggente di ciò che il tempo cancella.
Il tema che l’artista ha proposto per il XX CSAV è appunto legato al tempo. Il workshop è intitolato Comoggardising – The benefits of creative indolence (“Comoggardising – I benefici dell’indolenza creativa”, dove “Comoggardising” è una parola creata dall’artista combinando Como con la traduzione inglese del verbo “sluggardising”, propria dello scrittore Robert Walser). L’artista proporrà ai partecipanti al corso di rivalutare i cosiddetti “tempi morti”, quelli in cui possono trovare posto componenti fondamentali del processo creativo come la contemplazione, la fantasticheria, il pensiero fortuito. Con un’avvertenza: “Il livello di ozio mentale che voglio incoraggiare è di fatto assai rigoroso, e difficile da raggiungere”.
Tacita Dean parlerà del suo lavoro durante il primo appuntamento aperto al pubblico del workshop, la sua conferenza che si terrà presso la sede della FAR il giorno 9 luglio alle ore 18,00.
Coerentemente con il soggetto proposto dall’artista, il workshop accoglierà come lecturer un altro maestro dello sguardo lento, uno dei più radicali registi viventi: l’ungherese Béla Tarr, autore del monumentale Sátántangó (1994, circa sette ore di durata) e di Il cavallo di Torino (2011). La conferenza di Béla Tarr si svolgerà presso la sede della FAR, il 16 luglio alle 18,30.
Come di consueto, il programma del laboratorio CSAV includerà due mostre, quella del visiting artist e quella dei partecipanti, che inaugureranno nella stessa serata, il 9 luglio, rispettivamente alle ore 19,00 e 20,00.
Corso aperto avrà luogo nella suggestiva Villa del Grumello di Como, e permetterà al pubblico di conoscere il lavoro di sedici giovani artisti provenienti da 10 Paesi del mondo, selezionati fra i circa settecento che hanno risposto all’open call della Fondazione.
La personale di Tacita Dean sarà allestita invece presso lo Spazio Culturale Antonio Ratti, ex Chiesa di San Francesco. Intitolata Craneway Event, proporrà, per la prima volta in Italia, il film del 2009 dallo stesso titolo, uno dei più lunghi mai girati dall’artista (108’) e uno dei suoi capolavori. Craneway Event ritrae Merce Cunningham, uno dei più importanti coreografi della seconda metà del XX secolo, alcuni mesi prima della morte, avvenuta all’età di 90 anni. Nel film, il coreografo, con una concentrazione non affievolita dall’età, dirige da una sedia a rotelle le prove della sua compagnia di danza in un’enorme sala le cui vetrate si affacciano sulla baia di San Francisco. Il film di Dean è un omaggio appassionato a Cunnigham, ma non si concentra in modo esclusivo sulla sua figura. Riguardando il girato in sala di montaggio, Dean ebbe l’impressione che il grande coreografo non dirigesse solo la prova ma anche, in qualche modo, tutto ciò che lo circondava quel giorno: “Cominciai a sentire che Merce aveva allestito tutti gli elementi che compongono il film – l’edificio, i ballerini, la luce, le navi e gli uccelli – perché sapeva che non sarebbero venuti meno dopo la sua scomparsa”. Craneway Event è la testimonianza di quella irripetibile combinazione di elementi.
Tacita Dean (nata nel 1965 a Canterbury, Inghilterra) ha studiato alla Falmouth School of Art e alla Slade School of Fine Art prima di trasferirsi a vivere e lavorare a Berlino nel 2000. I film, i disegni e le altre opere di Tacita Dean si distinguono per la loro grande originalità. I suoi recenti ritratti cinematografici, esprimono un qualcosa che né la pittura né la fotografia sono in grado di catturare: essi sono puramente filmici. Il lavoro di Tacita Dean, che pure apprezza il passato, sfugge qualsiasi tipo di approccio accademico. La sua arte si caratterizza sia per una sensibilità per la storia, il tempo e lo spazio sia di una qualità della luce e dell’essenza del film stesso. Il suo sottile ma ambizioso lavoro si concentra sull’utilizzo della pellicola come medium per raggiungere la verità del momento e la sensibilità dei singoli. Le mostre personali di Tacita Dean includono Tate Britain, Londra e MACBA, Barcelona (2001), Tate St Ives (2005), Schaulager, Basilea (2006), Solomon R. Guggenheim Museum, New York (2007), Fondazione Nicola Trussardi, Milano e ACCA, Melbourne (2009), MUMOK, Vienna, Turbine Hall (Unilever Series) Tate Modern, Londra (2011) e New Museum, New New York (2012).
Tra le mostre più recenti nel 2013: The Fabric Workshop and Museum, Philadelphia; ‘JG’ presso l’Arcadia University Art Gallery, Philadelphia; l’Instituto Moreira Salles, Rio de Janeiro; Fundación Botín, Santander; Australian Centre for Contemporary Art (ACCA), Melbourne; Museo d’Arte Moderna di Bologna, MAMbo; e nel 2014: The Hammer Museum, Los Angeles; Utah Museum of Fine Arts, UMFA; National Gallery of Denmark, SMK.
ll lavoro di Dean è stato esposto in molte manifestazioni internazionali quali la Biennale di Venezia (2003, 2005 e 2013), la Biennale di Berlino (2014), la Biennale di Sydney (2005 e 2014), la Biennale di San Paolo (2006 e 2010) e dOCUMENTA(13) (2012) . Le sono stati assegnati l’Hugo Boss Prize nel 2006 ed il Premio Kurt Schwitters nel 2009.
Lo CSAV – Artists Research Laboratory, ideato e diretto da Annie Ratti è un laboratorio artistico tra i più prestigiosi d’Europa. Ogni anno, nel mese di luglio, un artista di livello internazionale condivide la propria visione e la propria esperienza con un gruppo di artisti emergenti reclutati attraverso un open call. Distaccandosi dalle tradizionali metodologie d’insegnamento, CSAV privilegia l’improvvisazione, il dibattito e l’evoluzione tematica. La formula del workshop prevede, oltre alle ore dedicate all’insegnamento e alla discussione, una mostra personale dell’invited artist, una mostra collettiva dei corsisti e una pubblicazione, outcome finale dell’attività del workshop.
Gli artisti invitati dello CSAV sono stati: Joseph Kosuth (1995), John Armleder (1996), Allan Kaprow (1997), Hamish Fulton (1998), Haim Steinbach (1999), Ilya Kabakov (2000), Marina Abramovic (2001), Giulio Paolini (2002), Richard Nonas (2003), Jimmie Durham (2004), Alfredo Jaar (2005), Marjetica Potrc (2006), Joan Jonas (2007), Yona Friedman (2008), Walid Raad (2009), Hans Haacke (2010), Susan Hiller (2011), Liliana Moro (2012), and Matt Mullican (2013).
con il patrocinio di
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Il chilometro della conoscenza è – in primo luogo – un percorso in grado di connettere tre realtà (le tre ville Olmo, Grumello e Sucota, con quanto è in esse presente: spazi per mostre, Centro Volta, Sviluppo Como, scuola di cinema Dreamers, Fondazione Antonio Ratti, Museo Studio del Tessuto, School of Advanced Studies) che godono di un’indubbia posizione privilegiata nel contesto paesaggistico e urbano del primo bacino del Lario e che proprio per questo possono svolgere un ruolo di primo piano come “motore si sviluppo” culturale.
Riconnettere queste tre realtà tra di loro e alla città ha significato in primo luogo ricucire il parco di Villa Olmo che dagli anni Venti è stato diviso in due pezzi dall’inserimento del nuovo tracciato della strada per Cernobbio. Sopra la strada è stato posato il “ponte del chilometro” ideato nel 2010 dagli architetti Paolo Brambilla, Renato Conti, Corrado Tagliabue con l’ingegnere G. Michele Colombo; grazie ad esso si può oggi passare direttamente dal parco all’inglese di Villa Olmo allo spazio delle serre “viscontee” realizzate alla fine dell’Ottocento
vai a tutto l’articolo di fabio cani qui Passeggiare (un chilometro) per conoscere |
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![]() A cura di Gerardo Monizza Il Chilometro della conoscenza è un tratto della sponda occidentale del lago di Como – lungo un chilometro – che da Villa Olmo, attraversando con il Ponte del chilometro la strada per Cernobbio e passando per le Serre comunali e Villa del Grumello, arriva fino a Villa Sucota.
L’opuscoletto illustrato, di 32 pagine a colori, è scaricabile gratuitamente in formato elettronico, e verrà allegato in omaggio ai clienti NodoLibri che acquistino un volume del catalogo.
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Per un resoconto fotografico dell’open day di ieri,
si rimanda all’articolo di Fabio Cani su Ecoinformazioni: https://ecoinformazioni.wordpress.com/2013/06/16/passeggiare-un-chilometro-per-conoscere/. —
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In occasione del convegno, il Museo Studio del Tessuto (c/o Villa Sucota) inaugura due sale in cui saranno esposti in permanenza e a rotazione i tessuti antichi della collezione creata in quasi cinquant’anni da Antonio Ratti. La raccolta sarà visibile al pubblico in modo permanente in due sale dedicate al pian terreno della Fondazione; l’allestimento è suddiviso in aree tematiche che spaziano dai tessuti copti e precolombiani a quellirinascimentali per proseguire con sete del XVIII secolo, scialli cachemire indiani e europei, tessuti dell’Otto e Novecento etessili cinesi e giapponesi.
Collezionare tessuti
Giovedì 20 e venerdì 21 settembre – Como
La famiglia Ratti e la Fondazione ricordano il decimo anniversario della scomparsa di Antonio Ratti (1915-2002) con un convegno internazionale dedicato al tema del collezionismo tessile.
Al convegno hanno aderito i più prestigiosi musei del mondo, tra i quali il Metropolitan Museum di New York, il Musée des Tissus di Lione, il Victoria & Albert di Londra. Saranno presenti studiosi di rilievo internazionale tra i quali Tom Campbell, direttore del Metropolitan Museum of Art di New York e primo direttore dell’Antonio Ratti Textile Center dello stesso museo che ripercorrerà il rapporto decisivo tra Antonio Ratti e il MET.
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Quindicesimo incontro
LA KUNSTHALLE PIU’ BELLA DEL MONDO
Un progetto per il Centro delle Arti Contemporanee di Como
29 novembre 2011
Fondazione Antonio Ratti
Villa Sucota, Via per Cernobbio, 19 – Como
Il quindicesimo incontro de “La Kunsthalle più bella del mondo” si configura come giornata di studio dedicata al problema forse più complesso e controverso delle pratiche espositive dell’arte contemporanea: storia, ruolo e fisionomia del curatore. La Fondazione Antonio Ratti ha invitato nove tra i più prestigiosi studiosi, pensatori e curatori stessi a discutere su tre aspetti peculiari della questione:
– la storicità della figura del curatore: l’origine e le trasformazioni dei suoi compiti e ruoli nel corso della seconda metà del novecento;
– il “format” della mostra, che oggi probabilmente siamo costretti a declinare al plurale lungo l’arco che muove dalla mostra monografica a quella tematica, fino alle diverse manifestazioni delle grandi esposizioni internazionali;
– la pluralità delle istituzioni all’interno delle quali si dispiegano i contributi diversi del curatore: dal museo nel quale le problematiche della collezione permanente incrociano quelle delle pratiche espositive; ai centri d’arte contemporanea; alle gallerie d’arte; fino alle manifestazioni periodiche proliferate sull’esempio della Biennale veneziana
10:00
Introduzione: Marco De Michelis/Filipa Ramos
Keynote Speaker: Maria Lind
11:00 – 13:00
1. Il canone
Teresa Gleadowe
Bruce Altshuler
Christian Rattemeyer
14:30 – 16:30
2. La mostra
Jens Hoffmann
Celine Condorelli
Raimundas Malašauskas
17:00 – 18:30
3. Le istituzioni
Chus Martínez
Dirk Snauwaert
La Kunsthalle più bella del mondo è un progetto concepito dalla Fondazione Antonio Ratti e dalla Camera di Commercio di Como (nell’ambito dell’iniziativa Laboratorio Como), con la collaborazione del Corso di Laurea magistrale in Arti Visive dell’Università IUAV di Venezia e del Centro ASK dell’Università Bocconi di Milano, con l’obiettivo della elaborazione di un programma originale per un futuro Centro delle Arti Contemporanee nel capoluogo lariano.
Laboratorio Como è un progetto della Camera di Commercio, avviato già da qualche anno, che rappresenta un momento di esplorazione ed analisi delle molteplici interconnessioni che uniscono
crescita economica, innovazione, sviluppo urbano, cultura, creatività, valutando il ruolo che Como e il suo territorio possono assumere
nell’attuale contesto evolutivo generale. La responsabilità scientifica del progetto La Kunsthalle più bella del mondo è di Marco De
Michelis, Direttore della Fondazione Antonio Ratti, con il coordinamento di Filipa Ramos.
Tutti i materiali via via prodotti costituiranno un archivio aperto, consultabile sul sito della Fondazione Antonio Ratti: http://www.fondazioneratti.org e su quello di Laboratorio Como http://www.laboratoriocomo.it
Quattordicesimo incontro
THE MOST BEAUTIFUL KUNSTHALLE IN THE WORLD
Un progetto per il Centro delle Arti Contemporanee di Como
4 novembre, ore 18
Fondazione Antonio Ratti
Villa Sucota, Via per Cernobbio, 19 – Como
Il quattordicesimo incontro della “Kunstahlle più bella del mondo” avrà come protagonisti i rappresentanti di tre prestigiosissimi centri dedicati all’arte contemporanea ospitati nella città di Bregenz (Austria), Lugano (Svizzera) e Vassivière (Francia)
Queste tre località sono tutte caratterizzate da un centro urbano di limitate dimensioni, da una fiorente industria turistica e dal trovarsi collocate sulle rive di un lago.
Proprio come Como.
Quali sono le ragioni per cui questi tre piccoli centri hanno potuto dotarsi di infrastrutture tanto autorevoli nel campo dell’arte contemporanea? Qual’è il pubblico particolare a cui queste istituzioni si riferiscono? In quale modo la particolare situazione geografica contribuisce a definire il carattere di questi centri? In quale modo le peculiari architetture dei tre centri (Peter Zumthor a Bregenz, Aldo Rossi a Vassivière, Ivano Gianola a Lugano) contribuiscono al loro successo?
Quale cammino deve essere intrapreso a Como per poter dare vita a un Centro dedicato alle arti contemporanee?
Di questi temi discuteranno:
Rudolf Sagmeister (Chief curator di Kunsthaus Bregenz)
Fédéric Legros (Assistant Curator Centre international d’art et du paysage de Vassivière)
Marco Franciolli (Direttore Museo Cantonale d’Arte di Lugano)
Giovedì 13 ottobre 2011 alle ore 18, presso la Fondazione Antonio Ratti, il designer israeliano, Tal Lancman, Visiting Professor del primo Corso Superiore di Design del Tessuto terrà una conferenza dal titolo :
Dalla moda all’arredamento, dall’architettura al giardinaggio!
“….Il quotidiano non è necessariamente ripetizione e routine: può essere magico!”
L’incontro con Tal Lancman è il primo e unico appuntamento del Corso aperto al pubblico
Tal Lancman è un analista delle tendenze emergenti e un designer.
E’ stato editor-creative director di Textile View, la principale rivista di settore che definisce le tendenze colori,tessili, moda, arredamento e strategie di marketing fin dal 1995.
Tal Lancman ha maturato esperienze come designer e consulente, presso aziende operanti nel campo del tessile e della moda, nel settore del design e della bellezza.
Nel 2003, insieme al designer di Haute Couture Maurizio Galante ha fondato INTERWARE, una società di design e consulenza il cui scopo è creare un ponte tra l’ industria e le tradizioni artigianali, valorizzando il meglio in entrambi i campi.
La loro visione trasversale attraversa le diverse discipline del design, dall’ Haute Couture al design d’interni, dall’architettura fino al giardinaggio, con un sottile equilibrio tra il pragmatico e l’irrazionale.
Tal Lancman ha esposto i suoi lavori al Musée des Arts Décoratifs di Parigi; al MOMA Museum of Modern Art, New York; al MUDAM Museum of Modern Art, Lussemburgo; al Musée d’Art et d’Industrie di Saint-Etienne; al Triennale Design Museum di Milano
da Tal Lancman – Dalla moda all’arredamento, dall’architettura al giardinaggio!.